traslatare [partic. pass. translato]
In Pd XX 39 David è definito il cantor de lo Spirito Santo, / che l'arca traslatò di villa in villa: il verbo vale " trasportare ", " trasferire " (" l'arca del testamento trasferì di città in città ", Lombardi). Per l'episodio, cfr. Pg X 55-66.
In forma latineggiante anche grafica il participio translato, in Pd XIV 83 vidimi translato / sol con mia donna in più alta salute. Il valore del termine è pregnante e indica la sovrumana virtù della grazia divina che conduce D. da un cielo a quello superiore; in confronto a essa le sue forze umane sono necessariamente passive (donde l'efficacia del participio passato, che ha appunto valore passivo).
Il termine ben si accorda con gli altri del contesto e contribuisce a descrivere l'ineffabilità del passaggio da una condizione di grazia a una ancora più sublime: ripreser (v. 82), rilevarsi e translato (v. 83), più alta (v. 84), più levato (v. 85), più roggio (v. 87).