• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

Trasone

di Manlio Pastore Stocchi - Enciclopedia Dantesca (1970)
  • Condividi

Trasone

Manlio Pastore Stocchi

Personaggio dell'Eunuchus di Terenzio; vi rappresenta il tipo del miles gloriosus che sollecita le grazie della cortigiana Taide, con esito non particolarmente fortunato. Dovrebbe riconoscersi in lui il drudo cui Taide diede, secondo D., la risposta lusinghiera che ne caratterizza la natura di laida adulatrice (If XVIII 133-135).

In realtà nella commedia terenziana la sua domanda " Magnas vero agere gratias Thais mihi? " (che D. rende " Ho io grazie / grandi apo te? ") è rivolta a Gnatone (v.), ed è di costui la risposta " Ingentes " (Eun. III 391-392). Inoltre nell'Eunuchus T. non appare propriamente quale drudo di Taide. Sembra dunque certo che D. non risalì a Terenzio ma a un passo del De Amicitia di Cicerone (XXVI 98), dove le due battute sono citate senza i nomi dei personaggi e precedute dall'osservazione " Nec parasitorum in comoediis adsentatio faceta nobis videretur nisi essent milites gloriosi ", che riusciva praticamente muta ai fini di un'identificazione del personaggio per chi non conoscesse la situazione e ignorasse i caratteri fissi dei ‛ parasiti ' e dei ‛ milites gloriosi ' nelle commedie. D. perciò probabilmente non conobbe mai il nome di T. e ad attribuire a un drudo le sue parole fu indotto da una necessità di coerenza con le ragioni che fissavano Taide nella sua condizione di puttana (per le quali v. TAIDE).

  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali