BROSOLO, Trattato di
Con questo trattato, concluso a Brosolo (Val di Susa) il 25 aprile 1610, s'impegnarono a prendere le armi contro la Spagna Enrico IV, re di Francia, e Carlo Emanuele I, duca di Savoia. La Francia era risorta dalla prostrazione in cui l'aveva buttata mezzo secolo di guerre civili, ed Enrico IV aveva potuto iniziare la sua politica di indebolimento della potenza asburghese. Un fatto nuovo dà alla sua politica una spinta vigorosa verso la guerra. Muore (marzo 1609) Giovan Guglielmo, signore di Clèves e di Juliers, dominio che era una massa compatta di territorio e di popolazioni cattoliche fra i calvinisti olandesi e i cattolici dei Paesi Bassi, del vescovado di Münster e dell'elettorato di Colonia. L'imperatore si preparava a sequestrare quelle terre a favore dell'Impero; ma Enrico IV si schiera a favore dei candidati protestanti. È in questo momento che egli ritiene necessaria l'alleanza col duca di Savoia per attaccare i dominî degli Asburgo spagnoli in Italia. Il duca infatti, dopo il disinganno del trattato di Vervins (1598), si era allontanato dalla Spagna e, nonostante l'ostilità di Enrico IV alla sua impresa di Ginevra, si era orientato verso la Francia, la cui politica si conciliava col disegno che già nel suo animo aveva preso lineamenti precisi: la conquista del Milanese. Quindi, allorché parve che la pubblicazione del sequestro imperiale costituisse il casus belli fra Asburgo e Francia, il duca incitò Enrico IV a rompere guerra, dichiarandosi pronto a invadere la Lombardia. Un motivo passionale fece precipitare gli eventi: la ripulsa degli Asburgo ad espellere dai Paesi Bassi la principessa di Condé, per la quale Evrico IV ardeva di folle passione. Si affrettò cosi la stipulazione del trattato tra il re di Francia e il duca di Savoia. Il 25 aprile 1610, a Brosolo, il Lesdiguières, per il re di Francia, e Carlo Emanuele I concludevano un trattato di alleanza offensiva e difensiva e un altro di guerra alla Spagna. Per la guerra in Lombardia il duca avrebbe messo in campo 14 mila fanti, 1300 lance, 1000 archibugieri con 30 cannoni; il re 14 mila uomini con 10 cannoni. Carlo Emanuele avrebbe conquistato la Lombardia per sé, Enrico IV si contentava della demolizione di Mormeliano e di due piazze da togliersi agli Spagnoli, per assicurare alla Francia il passo in Italia. Sembrava, per il duca, una splendida prospettiva. Ma se egli avesse considerata la situazione europea e le possibilità del suo alleato, ne avrebbe avuto la più seria apprensione. Ché in Germania gli Elettori cattolici avevano costituita la lega per la difesa del cattolicesimo, e i protestanti, tutt'altro che concordi, avevano a malincuore conclusa l'alleanza con la Francia. In Inghilterra poi Giacomo I non volle saperne di lega, e gli stessi Olandesi non vollero rompere con la Spagna. Il papa Paolo V non celava le sue simpatie per l'imperatore e per la lega cattolica; Venezia intendeva restar neutrale; in Francia la guerra era tutt'altro che popolare. Il pugnale di Ravaillac impedì che si vedesse come il "Grand Dessein" di Enrico IV e le aspirazioni di Carlo Emanuele I potessero tradursi in atto. Caduto uno dei due contraenti del trattato, l'altro, il duca, dovette umiliarsi alla Spagna.
Bibl.: Siri, Memorie recondite dall'anno 1601 fino al 1640, 1679, I; Du Mont, Corps diplomatique, V; Relazioni degli ambasciatori veneti (ed. Barozzi e Berchet), Francia, Venezia 1857; M. Ritter, Briefe u. Acten zur Geschichte d. dreissigjährigen Krieges, Monaco 1870-1877, I-IV; E. Ricotti, Storia della Monarchia piemontese, Firenze 1865, III-IV; D. Carutti, Storia della diplomazia della Corte di Savoia, Torino 1875-1876; Rott, Henri IV, les Suisses et la Haute Italie. La lutte pour les Alpes (1598-1610), Parigi 1882; id., Histoire de la représentation diplomatique de la France auprès des Cantons suisses, Parigi 1902, II; D. M. Philippson, Heinrich IV und Philipp III. Die Begründung des französischen Übergewichtes in Europa, Berlino 1870-76, I e III.