TRAVERTINO
. Varietà di calcare, denominato da Lapis Tiburtinus "pietra di Tibur", antico nome di Tivoli, e formato per incrostazione da acque dolci calcarifere presso le cascate, nel fondo stesso dei bacini e ai margini delle sorgenti calcarifere. Di colore bianco o giallognolo chiaro, di rado rossastro per la presenza di idrati di ferro o bruno fino a nero per quella di sali di manganese. Più o meno compatto con stratificazione evidente, poroso o cavernoso, per vacui dovuti a vegetali intervenuti indirettamente nella formazione del travertino e poi scomparsi lasciando le cavità. Alcune batteriacee concorrono invece direttamente alla sua formazione fissando il CO2 e facilitando così la deposizione del CaCO3. Principalmente del Quaternario antico, continua in qualche località ancora a deporsi ed è sempre caratterizzato dalla presenza di fossili terrestri di animali e piante.
Malgrado la struttura granulare, il travertino presenta uniforme resistenza meccanica e anche notevole resistenza agli agenti atmosferici; non è gelivo ed è suscettibile di lucidatura. Da tempi remoti fu largamente usato come materiale da costruzione e ornamentale.
Gli Etruschi si servirono del travertino per elevare i loro principali monumenti: mura, porte di città, cippi, urne cinerarie. Anche i Romani lo adoperarono largamente, specialmente quello delle cave laziali; l'Anfiteatro flavio, il teatro Marcello e i ruderi del porto di Augusto, costruito con il travertino di Orte, ne testimoniano la grande diffusione e la grande resistenza agli agenti atmosferici. Il materiale della cava di S. Sebastiano (Fiano) servì per la costruzione di varie basiliche in Roma e quello della cava delle Fosse (Tivoli) servì al Bernini per elevare il portico di S. Pietro. La richiesta del travertino, notevole nel Rinascimento, è continuata e continua tuttora; basti per esempio ricordare fra i monumenti e gli edifici più recenti, il Palazzo di Giustizia e la Città universitaria in Roma, la nuova stazione di Firenze, ecc.
Giacimenti. - Tra i più importanti giacimenti di travertino in Italia sono quelli del Lazio, che si trovano al limite della zona vulcanica al contatto di questa con i calcari e in vicinanza di emanazione di gas solfidrici che mineralizzano le acque dalle quali si depositano poi i sali calcarei. I giacimenti si trovano a Orte (in banchi di 7 o 8 m. di spessore), Bassanello, Civita Castellana, Viterbo, Pozzo della Sorgente, Tarquinia, Fiano Romano (cave antiche), Leprignano, Monte Rotondo, Bagno di Traiano, Pian Sultano, Palidoro, Castel di Guido, Tivoli, Monterotondo, Cisterna, Anagni. Le cave più importanti commercialmente sono quelle di Tivoli, dove l'estrazione è fatta con il sussidio del filo elicoidale e della puleggia penetrante. Con questi mezzi si scavano solchi verticali larghi circa un metro (tagliate) fino a incontrare la falda, dalla quale si staccano i blocchi, rimasti uniti alla sede solo lungo il piano della falda, con cunei simultaneamente piantati.
La produzione, che aveva subito un notevole incremento nel 1933 in confronto degli anni precedenti, raggiungendo le 45.000 tonn., ha segnato nel 1934 una diminuzione del 7,28% (36.980 tonn.).
In Toscana si trovano giacimenti a Bagni di Casciana, Poggibonsi, Colle Val d'Elsa, Chianciano, Castiglione d'Orcia, S. Quirico d'Orcia (utilizzato per la costruzione del duomo di Pienza), Monsummano, e principalmente a Serre di Rapolano (Siena) dove i depositi giacciono sopra rocce dell'Eocene superiore o del Pliocene in rapporto ad attivi fenomeni endogeni post-pliocenici. Questi giacimenti sono forniti di mezzi adeguati per l'estrazione meccanica e di segherie per la lavorazione. Le cave hanno la forma di buche di vaste dimensioni con una via inclinata per l'entrata dei carri. Per l'escavazione dei blocchi si utilizzano le litoclasi e il distacco di essi si effettua mediante coniere disposte nel piano orizzontale inferiore su cui si vuole effettuare il distacco. La produzione toscana di 15.450 tonn. nel 1933 ha segnato, al contrario delle produzioni nel Lazio, un notevole incremento nel 1934, raggiungendo le 19.200 tonnellate. Una nuova cava di travertino lucidabile giallo o rosso è stata recentemente aperta a Chiusdino (Siena).
Inoltre si trova travertino giallo a Sodi di S. Sabina (Perugia), resistente ma con cavità troppo grandi; nelle Marche (prov. di Ascoli Piceno); in Umbria, e piccoli giacimenti di calcari incrostanti nelle vallate alpine.
Complessivamente la produzione italiana di travertino è stata di 64.950 tonn. nel 1935 (60.230 tonn. nel 1934).
Giacimenti di travertino si trovano in Germania a Cannstadt presso Stoccarda e a Rasdorf presso Gottinga. In Francia più noti sono quello di Sézanne per le belle impronte di foglie, insetti, ecc., determinate da Meunier-Chalmas, e quello di Champigny, i cui vuoti sono secondariamente riempiti di silice.