Banton, Travis
Costumista cinematografico e stilista statunitense, nato a Waco (Texas) il 18 agosto 1894 e morto a Hollywood il 2 febbraio 1958. Negli anni Trenta vestì grandi attrici come Mae West, Carole Lombard, pur essendo universalmente noto per aver contribuito a creare per Marlene Dietrich quello stile mascolino e anticonformista che contraddistinse la diva dentro e fuori dal set, ma anche per la grazia del costume di piume indossato da Louise Brooks in The canary murder case (1929) di Malcolm St. Clair, o ancora come l'autore degli audaci abiti di lamé tagliati in sbieco di Claudette Colbert in Cleopatra (1934) di Cecil B. DeMille. Dopo aver frequentato per un breve periodo la Columbia University, iniziò a occuparsi di moda, sfruttando la sua naturale propensione al disegno. Figurinista in importanti atelier newyorkesi, raggiunse la notorietà nel 1920 quando realizzò l'abito da sposa per le nozze di Mary Pickford con Douglas Fairbanks. Dopo aver lavorato per le Ziegfeld Follies, nel 1925 gli si aprirono le porte del cinema grazie ad Adolph Zukor che, dopo aver visto i costumi da lui disegnati per The dressmaker from Paris (1924) di Paul Bern, gli offrì un contratto alla Paramount, come assistente di Howard Greer. Ricercatissimo anche dalle dive del muto, da Pola Negri a Clara Bow, B. iniziò a vestire Marlene Dietrich fin dal suo arrivo a Hollywood. Per la celebre diva realizzò i suoi capolavori, dal frac bianco creato per Morocco (1930; Marocco), alla stravagante mise impreziosita da lucenti piume di gallo per Shanghai Express (1932), ai ricercati costumi di The devil is a woman (1935; Capriccio spagnolo) ‒ tutti film diretti da Josef von Sternberg ‒, fino all'abito fiabesco interamente ricamato d'oro e tempestato di pietre preziose che l'attrice indossò in Angel (1937; Angelo) di Ernst Lubitsch. B. inventò poi abiti di un'eleganza semplice ma ricercata per Carole Lombard (Sinners in the sun, 1932, di Alexander Hall), e più frivoli e vaporosi per Claudette Colbert (Bride comes home, 1936, di Wesley Ruggles). Nel 1938 lasciò la Paramount, dove fu sostituito dalla sua giovane assistente Edith Head, e tornò a lavorare per il cinema solo qualche anno più tardi, firmando i costumi di Merle Oberon in A song to remember (1945; L'eterna armonia) di Charles Vidor e le mises di Joan Fontaine in Letter from an unknown woman (1948; Lettera da una sconosciuta) di Max Ophuls, ma la sua stagione d'oro era ormai al tramonto. Nei primi anni Cinquanta abbandonò Hollywood per ritornarvi nel 1956, quando aprì una sartoria teatrale con la costumista Marusia insieme alla quale creò i costumi di Rosalind Russell per il suo debutto sul palcoscenico nella commedia Auntie mame (1958).
D. Chierichetti, Hollywood costume design, New York 1976.
R. La Vine, In a glamorous fashion, London 1981, pp. 168-79.
E. Leese, Costume design in the movies, New York 1991, pp. 26-28.
W.J. Mann, Costume design: Travis Banton, in "Architectural digest", April 1996.
J. Shrewsbury, Travis Banton et Adrian, in "Positif", julliet-août 1996.