TREMENTINA (fr. térébenthine; ted. Terpentin; ingl. turpentin)
È il balsamo delle abetinee. Varia nell'aspetto e nella composizione a seconda dell'origine e del modo di raccolta. Le qualità fini, come quella veneta, che si ritrae dal Larix decidua in Carinzia, Tirolo, Francia e Sardegna, o come il balsamo del Canada dell'Abies balsamea e canadensis, sono di colore giallo pallido e trasparenti. Le qualità comuni, come la francese del Pinus maritima, l'austriaca del P. nigra, la nordamericana del P. palustris e P. heterophilla sono di colore giallo sino a bruno e appaiono torbide a causa di cristalli che contengono in sospensione. Le qualità inferiori, chiamate galipot dai Francesi, scrape dagli Americani, Scharrharz dai Tedeschi, sono formate dalla raschiatura delle resine che rivestono le labbra delle incisioni che si praticano (v. appresso) nei tronchi degli alberi resinosi per dare la via al balsamo. Chimicamente la trementina è una miscela di essenza o olio etereo e di acidi resinici. La quantità della prima è in relazione con la perdita per volatilizzazione che essa può subire in dipendenza del metodo di raccolta; varia quindi tra il 10 e il 35%. Il galipot ne contiene pochissima. Il contenuto in essenza influisce sugl'indici con i quali si caratterizzano le trementine e che perciò oscillano ampiamente; così la trementina veneta ha un N. degli acidi 65-100; un N. di saponificazione 85-146; un N. degli eteri 2-55; il balsamo del Canada ha rispettivamente i numeri 82-87, 89-100 e 4-16; la trementina comune 110-145, 115-130, 5-20. L'essenza di trementina (acqua ragia) che si separa dagli acidi resinici, approfittando della sua volatilità con il vapor d'acqua, appena distillata è un liquido incoloro, limpido, leggiero, di densità = 0,855-0,876, mobile, che nella maggior parte dei casi bolle fra 155 e 162°. È costituita principalmente (90%) di α e β pinene e di piccole quantità di canfene e di pentene; di recente vi si sono riscontrati i careni, mentre si è posto in dubbio la presenza del silvestrene (v. terpeni). Nell'olio di trementina di P. longifolia (India) si è trovato anche un sesquiterpene, il longifoliene: in quello del P. sabiniana, solamente eptano normale; del P. contorta, molto β- fellandrene. L'essenza di trementina ordinariamente è attiva alla luce polarizzata: e appare destro o levogira secondo che vi prevalga d- o l-α- pinene; la francese per lo più è levogira, l'americana e la greca sono destrogire; l'austriaca può apparire d- e l-gira. Causa il contenuto d'α-pinene si autossida facilmente all'aria, inspessendosi; si formano perossidi, acqua, acqua ossigenata, anidride carbonica, idrato di terpina, sobrerolo, verbenone, verbenolo, acidi, sostanze resinose. Gli acidi resinici hanno la composizione C20H30O2, i più conosciuti sono i pimarici e i sapinici, che si considerano come "nativi", poi i colofonici (isopimarici e abetinici) e i silvinici che sono prodotti della trasformazione dei nativi per mezzo del calore o degli acidi. I pimarici e gli abetinici, per demolizione, producono l-metil-7-isopropilfenantrene o retene, fatto che ha indirizzato gli studî circa la loro struttura chimica.
Estrazione e produzione.
L'estrazione della trementina dai pini, dai larici e dagli abeti si compie principalmente praticando delle incisioni sui fusti da cui scorre l'oleoresina che viene raccolta; la trementina può anche essere ottenuta per distillazione o estrazione con solventi dai ciocchi e dalle radici dei pini.
L'estrazione per incisione o resinazione può essere fatta "a vita" e cioè in modo da consentire alla pianta incisa di vegetare con sufficiente vigore oppure "a morte" quando si decide di abbattere la pianta e in questo caso si fanno tante incisioni quante ne comporta il fusto in modo da estrarre la massima quantità di trementina nel minimo tempo.
La resinazione a vita è fatta secondo regole forestali vigenti nei varî paesi, che sono frutto dell'esperienza pratica locale in rapporto alle varietà di pini da trattare e alle condizioni ambientali. La resinazione a vita viene fatta su soggetti di conveniente età e sviluppo e le incisioni sono regolate in modo da non abbreviare la durata ordinaria della vita dell'albero, quindi da non intaccare il suo normale rendimento come utilizzazione del legno.
È al riguardo definitivamente superato il preconcetto che l'operazione di resinazione possa nuocere in qualche modo alla normale vegetazione degli alberi, ove sia fatta con adatte regole, e si può asserire che il legno degli alberi resinati è più pesante, più duro e più resistente alle azioni meccaniche. I pini che meglio si adattano per essere resinati sono in Europa il Pino marittimo, il Pino d'Aleppo e il Pino Laricio e in America il Pino Australe. Per ottenere una buona produzione occorre calore e luce; perciò nelle pinete destinate ad essere resinate vengono praticati opportuni diradamenti.
Metodi di incisione. - Il sistema francese adottato nelle Landes è quello più diffuso; esso viene svolto nel seguente modo:
La preparazione comincia abitualmente in febbraio e consiste nel togliere la scorza rugosa nella parte del tronco che va incisa. In marzo il tronco viene inciso con una piccola ascia leggermente ricurva a guisa di mezzaluna: l'incisione è larga 10 cm., alta circa 6 e profonda 1 o 1/2 cm. in modo da incidere la scorza e intaccare appena il legno del fusto.
La resina che scorre nei canali resiniferi, i quali si trovano nella parte del legno prossima alla scorza, comincia a scolare in gocce trasparenti che a contatto dell'aria si solidificano e si raccolgono in un sottostante recipiente di terracotta o di ferro zincato collocato sotto l'intaccatura e munito all'orlo superiore di una lastra di zinco ricurva che raccoglie la resina e la riversa nel recipiente stesso.
Siccome la trementina si solidifica parzialmente all'orifizio dei canali resiniferi, ogni settimana i resinatori ravvivano le incisioni ingrandendole superiormente, mai in larghezza; e cioè togliendo una fetta di qualche centimentro in alto. I resinatori si regolano in modo che nel corso della stagione con i varî tagli l'incisione non superi l'altezza di 65-75 cm.
La trementina che si solidifica lungo le intaccature e che cola durante l'autunno forma degli strati simili a piccole stalattiti (fr. galipot); questo prodotto che è di colore giallognolo, di struttura granulosa e di forte odore terebentinaceo contiene meno essenza di trementina della resina comune che cola nei vasetti.
Nel mese di ottobre le intaccature cessano di colare e la gemmatura viene sospesa fino alla primavera seguente. Si raschiano con una apposita lama le intaccature per togliere la parte di resina ancora aderente al legno che viene chiamata "bafras" e che essendo impura e alterata viene in genere destinata per la produzione di sottoprodotti come ad es. il nerofumo.
Nella successiva stagione vengono riprese le incisioni fatte nell'anno precedente allungandole in altezza fino ad arrivare a circa 4 metri. Quando si è arrivati alla massima altezza si procede poi nell'anno successivo ad una nuova intaccatura ricominciando dal basso e così si può fare il giro del tronco in un lungo numero di anni che varia a seconda del diametro del fusto.
I vasetti si riempiono di trementina in 40-50 giorni e il loro contenuto viene vuotato in appositi fusti di legno che servono per trasportare la trementina stessa alla distilleria. Tale operazione viene fatta 5 0 6 volte all'anno e viene denominata "ammasso".
Abitualmente si ricava dal pino marittimo, con l'mcisione adottata in Francia, da 1 a 2 kg. di trementina o resina per albero.
Negli Stati Uniti la trementina viene ricavata in grandi quantità nelle foreste molto estese di pino australe. L'estrazione era fatta fino a poco tempo fa con ampie incisioni e la trementina che colava veniva raccolta in profondi incavi fatti nel tronco stesso a 15-20 cm. dal suolo che costituivano un vero serbatoio (sistema del box) per la raccolta della trementina. Ora però tale sistema che minacciava di distruggere in un non lungo periodo di tempo molte importanti foreste è stato vietato e viene fatto uno sfruttamento alquanto simile a quello praticato in Francia ma meno perfetto, più intenso e con incisioni più larghe.
Tra i metodi più perfetti d'incisione va ricordato pure il sistema tedesco-americano del raschietto con cui vengono fatte delle coppie di due incisioni alte da 1 a 1 1/2 cm. convergenti con un'inclinazione di 45° in basso in una doccia profonda circa 2 cm. praticata in senso verticale che raccoglie la trementina delle incisioni e la convoglia nel sottostante vasetto. Questo tipo di incisione che taglia simultaneamente i canali resiniferi sia trasversali sia longitudinali consente di ottenere una più rapida e abbondante secrezione e la trementina che in tal modo si ricava, essendo stata esposta meno all'aria, è meno ossidata e quindi di migliore qualità e di maggiore resa in essenza.
Distillazione. - La resina che viene portata dai boschi nei fusti sopra citati, è sottoposta alla distillazione per separare l'essenza di trementina dalla colofonia. Tale operazione, che veniva fatta nel passato principalmente con piccoli apparecchi mobili alquanto rudimentali e riscaldati spesso a fuoco diretto, viene invece ora effettuata in centri di distillazione bene attrezzati che consentono di ottenere migliori rendimenti e una migliore qualità di prodotti. Le operazioni che vengono svolte nelle distillerie (v. fig.) sono le seguenti:
1. miscelazione e fluidificazione in apposito apparecchio con riscaldamento indiretto a vapore nel quale vengono separate sulla base della diversa densità tutte le materie estranee (acqua, detriti di corteccia, foglie, insetti, ecc.) e la massa viene omogeneizzata;
2. il prodotto omogeneizzato e liberato dalle materie estranee viene inviato nell'apparecchio di distillazione che è riscaldato indirettamente con vapore e nel quale s'invia anche un getto di vapore diretto. La trementina distilla in corrente di vapore, e dopo la condensazione viene separata dall'acqua in una caraffa fiorentina mentre la colofonia viene scaricata dal basso del distillatore e filtrata mentre è allo stato fuso.
Quando si vogliono ottenere le qualità molto chiare, la colofonia viene poi opportunamente esposta al sole contenuta in piatti di ferro.
La resa media che si ottiene abitualmente da 100 kg. di resina è di 20 kg. di essenza di trementina e 70 kg. di colofonia.
Usi. - L'essenza di trementina ha largo impiego nella fabbricazione delle vernici, delle creme per calzature e delle cere per pavimenti. Oltre a ciò la trementina viene impiegata nella fabbricazione della canfora sintetica, nella preparazione della terpina e derivati nonché in alcune applicazioni farmaceutiche (v. appresso).
La colofonia viene impiegata soprattutto nella fabbricazione della carta e in quella dei saponi. Essa è anche utilizzata nella preparazione dei lubrificanti, degl'inchiostri da stampa, dei cavi sottomarmi, del nerofumo, della ceralacca, ecc. Con la colofonia si fanno anche i resinati, che sono impiegati dalle cartiere e da altre industrie, e si ottengono per distillazione secca gli olî di resina che dànno luogo a loro volta a varie altre applicazioni.
Produzione mondiale. - I due principali paesi produttori di trementina sono gli Stati Uniti e la Francia.
Negli Stati Uniti lo sfruttamento della resina è accentrato principalmente nelle estesissime foreste secolari di pino australe che si trovano sulle coste dell'Atlantico nelle zone della Carolina del Nord e della Carolina del Sud; nella Georgia, nell'Alabama e in Florida. La produzione degli Stati Uniti può essere valutata in q. 1.000.000 di essenza di trementina e q. 3.500.000 di colofonia.
In Francia la produzione è accentrata nelle zone delle Lande, della Garonna e della Gironda dove esistevano in passato vaste zone paludose e sterili che sono state trasformate nel volgere di un secolo in floride pinete di Pino marittimo che oggi ricoprono un'estensione di quasi un milione di ettari. La produzione francese può attualmente essere valutata in q. 200.000 di essenza di trementina e q. 700.000 di colofonia.
Tra gli altri paesi produttori vanno ricordati la Spagna e il Portogallo che hanno creato negli ultimi quarant'anni un'importante industria resiniera, sfruttando il Pino marittimo, il Pino laricio e il Pino d'Aleppo, la Grecia che è un'antichissima produttrice di trementina dal Pino di Aleppo e infine l'Austria che utilizza il Pino nero e le Indie Britanniche che utilizzano il Pino dalle foglie lunghe delle pendici dell'Himālaya.
In Italia non esiste attualmente una vera industria resiniera e si importano notevoli quantità di essenza di trementina e di colofonia.
È da ricordare però la fiorente industria artigianale, oggi ridotta ai minimi termini, della "trementina veneta" che alimentava un notevole commercio per la repubblica veneta.
Farmacologia. - Preparata per la prima volta da Marco Greco, ottenuta per distillazione dai chimici arabi del sec. VIII, fu come resina proposta nelle malattie dell'apparato respiratorio da Tralliano, già nel sec. VI. Introdotta nell'organismo, si elimina con l'aria espirata e con le urine dove l'essenza si trova immutata, combinata con l'acido glicuronico. Esposta alla luce, attira energicamente l'ossigeno dell'aria trasformandolo in ozono: tale fenomeno avverrebbe, secondo alcuni, anche sulle superficie di eliminazione impartendo a questo farmaco proprietà antisettiche. L'olio essenziale di trementina viene usato nelle malattie infettive e infiammatorie delle vie urinarie, nelle affezioni dell'apparato respiratorio, come espettorante, specialmente per inalazione. Localmente ha azione irritante e revulsiva; iniettata sotto cute, ha proprietà piogene e, nelle infezioni gravi, si è tentato di esaltare in questo modo i processi di difesa dell'organismo provocando i cosiddetti ascessi di fissazione.