tremoto (tremuoto)
Solo nella Vita Nuova e nelle prime due cantiche della Commedia; in prosa ricorre sempre nella forma dittongata.
Indica il fenomeno sismico nella descrizione del sogno che annuncia a D. la prossima morte di Beatrice (Vn XXIII 5 pareami... che fossero grandissimi tremuoti) e quando Stazio chiarisce che il monte del Purgatorio è scosso da un improvviso e violento sussulto ogni volta che un'anima avverte di aver compiuto il periodo della sua purgazione: però sentisti il tremoto e li pii / spiriti per lo monte render lode a Dio (Pg XXI 70).
Altri esempi in If XII 6, XXXI 106.
In armonia all'insegnamento aristotelico (cfr. Meteor. II 8, 366b 14-22), l'origine dei terremoti è attribuita da D. al vapore secco e denso che, imprigionato nelle viscere della terra, ne provoca lo scuotimento ogni volta che tenta di sprigionarsi da essa (cfr. Pg XXI 55-57). I fenomeni tellurici sono perciò concepiti da D. come un ‛ tremare ' (Vn XXIII 24 53 mi parve vedere... / la terra tremare; Pg XX 128 senti'... / tremar lo monte; ecc.); è quindi naturale che, anche per l'esistenza di ‛ tremore ', t. poté sembrare a D. " atto a indicare non propriamente e solamente il tremare della terra, ma qualsiasi forte scossa della persona o dell'animo " (Barbi, Vita Nuova 66 n. 1). Di qua l'uso del vocabolo in relazione agli effetti suscitati nell'animo e nel fisico del poeta dalla presenza di Beatrice: Vn XVI 10 13 nel cor mi si comincia uno tremoto / che fa de' polsi l'anima partire; e così in XXIV 1.