TRENI lirici
Il treno (θρῆνος) è un canto funebre di compianto per il defunto. L'epopea che conserva, assumendoli sotto forma epica, gli antichi generi di canti lirici, ci ha conservato un esempio di treno, che è il primo da noi conosciuto, nelle lamentazioni sulla morte di Ettore (Il., XXIV, 720-776). In questa bellissima "riduzione" esametrica si possono ancora scorgere i caratteri di un'antica consuetudine lirica: il coro, con il ritornello delle donne (v. 722), e gli a solo delle parenti immediate, Andromaca, Ecuba, Elena. Il treno doveva ricevere la sua più alta consacrazione artistica nell'età della grande lirica corale. Particolarmente famosi erano i treni di Simonide e di Pindaro. Di Simonide sono rimasti alcuni frammenti brevi, ma belli (Diehl, fr. 6-13). Non meno famosi erano i treni di Pindaro, e, a giudicare dai frammenti, poesia anche più grande e alta di quella di Simonide. Nell'edizione alessandrina delle sue poesie costituivano un libro a parte. Oltre al ricordo di un Treno di Ulisse di Timoteo, elementi lirici che si riconducono ai treni si trovano nei cori delle tragedie, come nelle Coefore di Eschilo, nell'Antigone di Sofocle, nelle Troadi di Euripide.