TRENTO (XXXIV, p. 268)
La nuova Piazza Littorio, aperta ove erano quartieri malsani con una grande opera di sventramento, tra il 1932 e il 1938, ha creato un altro centro di vita, proprio nel mezzo della città. Sono in corso progetti di nuovi importanti sventramenti che trasformeranno, rinnovandoli, altri quartieri popolari. Grandi lavori vennero eseguiti per il restauro del castello del Buon Consiglio; un monumentale ossario fu elevato al cimitero per 5 mila salme di caduti nella guerra mondiale.
L'acquedotto cittadino venne ampliato con captazione di nuove sorgenti, costruendosi anche un nuovo acquedotto industriale cosicché la città dispone di 200 litri di acqua al giorno per abitante.
In località S. Lorenzo sopra la linea ferroviaria fu costruito nel 1937 un grande cavalcavia. Nel 1926-28 fu costruito il nuovo palazzo delle poste (architetto Angiolo Mazzoni) con affreschi di Gino Pancheri e Luigi Bonazza, vetrate di Tato e Depero e sculture di Stefano Zuech; nel 1933 la scuola elementare Raffaello Sanzio (architetto Adalberto Libera; affreschi di Gino Pancheri); e nel 1936 la nuova stazione ferroviaria (architetto Angiolo Mazzoni).
Fra le imprese industriali vanno menzionate: un cotonificio che produce filati per pneumatici, una grande fabbrica di cementi, uno stabilimento per la produzione del ferro-silicio, un recente stabilimento per costruzioni aeronautiche, una fabbrica di fosfati, laboratorî di marmi e pietre, stabilimenti enologici, fabbrica di punterie, e altre di minore importanza. L'industria edilizia nel dopoguerra ebbe un grande sviluppo fino ad occupare 20 mila lavoratori, e ciò sino circa il 1926-27.
Il commercio più notevole è rappresentato dall'esportazione di frutta e di vini e dal rifornimento delle vallate.
Nel 1937 Trento fu dichiarata stazione di turismo per cui sono in corso importanti iniziative per ampliare ed attrezzare l'industria del forestiero. Trento è infatti il centro d'irradiazione delle strade che portano a Madonna di Campiglio (per le Giudicarie e la Val Rendena), a Molveno, alle valli dell'Avisio (Cavalese, Vigo di Fassa, Canazei); agli altipiani di Pinè e di Lavarone; alla Valle di Non (Mendola); alla Val di Sole (Tonale, Peio, Rabbi); e alle stazioni idrotermali di Levico, Vetriolo e Roncegno (Valsugana). Oltre le linee ferroviarie Verona-Brennero e la Valsugana, sono d'importanza turistica le funivie Trento-Sardagna (per Bondone) e Zambana-Fai-Paganella (m. 2124) dalla quale si gode uno dei più suggestivi panorami delle Alpi.
Importanti sono inoltre le molte linee automobilistiche, fra le quali citiamo: Trento-Campi di sci Bondone; Trento-Tione-Pinzolo; Trento-Cavalese-Canazei; Trento-Sarche-Riva e Trento-S. Martino di Castrozza.
Monumenti. - Oltre i nuovi edifici già ricordati, segnaliamo che sopra la Galleria del Littorio in Via S. Pietro fu inaugurato nel 1937 un grande musaico del pittore Gino Pancheri di Trento raffigurante la Vittoria, a celebrazione della fondazione dell'Impero. Nel salone del palazzo comunale il pittore Pino Casalini di Verona, ha decorato le pareti con 4 grandi pannelli che raffigurano episodî del Risorgimento trentino e l'entrata nella città dell'esercito liberatore.
Biblioteche. - La biblioteca comunale ebbe inizio nella prima metà del 1700 con un lascito del principe vescovo di Trento, Giovanni Benedetto de' Gentilotti. Possiede più di 128 mila tra volumi e opuscoli, più di 250 mila manoscritti, 601 incunaboli, 294 codici, 771 riviste (435 in collezioni complete o quasi; 336 si ricevono tuttora regolarmente); ma è soprattutto l'intriseco valore, di questo materiale bibliografico, che ne costituisce il pregio. Fra i cimelî ricordiamo la preziosa Bibbia Bassetti del sec. XIII-XIV, con miniature attribuite dal Venturi a Oderisi da Gubbio, il famoso codice glagolita cloziano del sec. XI nell'antica lingua liturgica degli Slavi, il codice del sec. XI con tutte le opere di Virgilio in perfetta conservazione, ecc.; manoscritti di altissimo valore (S. Carlo Borromeo, Manzoni, Tommaseo, Gazzoletti, Prati, Battisti). Alla biblioteca è pure affidato in custodia l'Archivio consolare (cioè dei consoli, dal 1222 al 1810) e podestarile (dal 1810 in poi), contenente tutti gli atti della vita municipale di Trento, e quindi di grande importanza. Nel 1882 la biblioteca fondò l'Archivio trentino che pubblicò fino allo scoppio della guerra (29 volumi) partecipando così alla battaglia culturale del Trentino contro la pressione della cultura germanica. Dal 1934 pubblica la Rivista bibliografica della Venezia Tridentina (trimestrale) che segnala agli studiosi tutti gli scritti di carattere scientifico, artistico, politico, culturale, che escono in Italia e all'estero interessanti la Venezia Tridentina e accogliendo anche articoli d'argomento bibliografico. Ora sta pubblicando, nella collezione Inventari dei manoscritti d'Italia, il catalogo dei proprî manoscritti.
Esistono altre biblioteche di qualche importanza; fra queste la biblioteca dei padri francescani, fondata nel sec. XVI e che possiede circa 25 mila volumi ed opuscoli, varî incunaboli e codici di valore.
Musei. - Il Museo di storia naturale della Venezia Tridentina proviene dal Museo civico fondato verso il 1774 dall'enciclopedista barone Vincenzo Ferdinando Taxis di Val Nigra; nel 1922 le raccolte di storia naturale, separate da quelle archeologiche e artistiche, vennero affidate a un collegio di conservatori volontarî che in breve tempo procurarono un grandissimo incremento delle collezioni e dell'attività scientifica, tanto che nel 1929 venne eretto a Istituto Interprovinciale di ricerche scientifiche per le provincie dî Trento e Bolzano, con un suo statuto. I risultati degli studî sono raccolti in due riviste scientifiche dirette dal museo stesso: Studi trentini di scienze naturali (della Società studî per la Venezia Tridentina) e Memorie del Museo di storia naturale della Venezia Tridentina. Il museo possiede una sua biblioteca di opere di scienze naturali (volumi 4000 circa; opuscoli 6000 circa), laboratorî di microscopia, entomologia, fitopatologia, chimica, tassidermia, ecc.
Esiste un Museo diocesano presso il Seminario maggiore, ricco specialmente di cimelî del Principato Vescovile e ordinato in due sezioni, l'una destinata all'arte sacra, l'altra all'arte profana.
Altre istituzioni culturali. - La Società per il museo del Risorgimento pubblica una serie d'interessanti monografie sul contributo dato dal Trentino alle lotte del Risorgimento. Il comitato di Trento dell'Istituto per la storia del Risorgimento sta pubblicando in una serie di volumi i Repertori dei documenti del Risorgimento esistenti negli archivi pubblici e privati del Trentino. La Società di studî per la Venezia Tridentina pubblica la rivista Studi trentini di scienze storiche (trimestrale), e i su ricordati Studi trentini di scienze naturali (quadrimestrale). La rivista mensile Trentino, che si pubblica a Trento, illustra la storia, l'arte e la vita della regione.
Bibl.: I. Lunelli, La Biblioteca comunale di Trento, Trento 1937; Situazione delle biblioteche esistenti nella Venezia Tridentina, in Boll. bibliog. della Venezia Trid., I (1934); Tarugi-Secchi, La biblioteca vescovile trentina, Trento 1930.
La Provincia di Trento (p. 277).
In seguito alla cessione del comune di Valvestino alla provincia di Brescia, la superficie del Trentino risulta di kmq. 6.516,50.
Fra le risorse naturali ricordiamo anche le cave di porfido di Albiano, le miniere di rame presso Predazzo, di ferro a Comasine. Le miniere attive nel Trentino sono una decina. Fra le sorgenti minerali devono essere ricordate anche quelle di Vetriolo (sopra Levico) e di S. Orsola presso Pergine.
Fra le industrie vanno aggiunte a Rovereto: un cotonificio, un pastificio, una grande fabbrica di persiane avvolgibili Komareck.
Un forte impulso hanno trovato in questi ultimi anni i campi da sci del Trentino fra i quali ricordiamo come frequentatissimi, S. Martino di Castrozza, Passo di Rolle, Marmolada, Madonna di Campiglio, il Bondone (presso Trento).
Una grandiosa opera è stata compiuta dallo stato per la ricostruzione delle zone devastate dalla guerra e per il risarcimento dei danni causati dalla medesima. Vennero impiegati circa 500 milioni e vennero costruite circa 20.000 case di cui 12.000 interamente, 420 chiese, 400 municipî, 250 edifici scolastici, 450 malghe. Dopo l'avvento del fascismo la liquidazione dei danni di guerra ebbe più rapido impulso e sta ora per essere compiuta.
Furono inoltre compiuti lavori di sistemazione del fiume Brenta dal Lago di Levico al torrente Ceggio, per circa 16 chilometri, con robusta arginatura in cemento.
Vennero costruite le due strade di grande importanza turistica e cioè la Gardesana Orientale - compiuta nel 1929 - per 5600 m. di lunghezza con spesa di lire 7.795.000; la Gardesana Occidentale - compiuta nel 1932 - per un totale di 28 chilometri sui due territorî di Brescia e di Trento. È quasi compiuta l'importantissima arteria turistica delle Palade, strada che congiunge la Val di Non direttamente con Merano: lunghezza quasi 32 chilometri. La nuova strada Rovereto-Riva, fu compiuta nel 1933: lunghezza circa 19 chilometri. Ricordiamo anche l'importante strada turistica Pinzolo-Campiglio compiuta nel 1936, di 13.700 m.
Fu costruito, sopra Tione, nel 1928, quasi completamente con contributi dei comuni delle Giudicarie, un grande ospedale di oltre 100 letti.
Diverse importantissime centrali idroelettriche vennero costruite nel Trentino nel dopoguerra; citiamo le principali: la centrale di Dro, della Società Industriale Trentina, compiuta nel 1923, della potenza di 17.270 cav. La centrale di Mori, della Società An. Alluminio, compiuta nel 1928, della potenza di 22.613 cav. La centrale del Ponale a Riva del Garda, compiuta nel 1929 della Società Anonima Ponale, con un salto di m. 571,80 e con potenza di 25.600 cav. La centrale di Cogolo (Val di Sole) della Società Generale Elettrica Cisalpina, compiuta nel 1930, con potenza di 21.242 cav. La centrale di Mezzocorona della Società Generale Elettrica Cisalpina, della potenza di 48.364 cav., compiuta nel 1929.
Importanti lavori di bonifica vennero eseguiti nelle zone di Egna, Salorno e Termeno.