tresca
La voce compare solo in If XIV 40 Sanza riposo mai era la tresca / de le misere mani, con il valore metaforico di " movimento affannoso e frenetico ".
Il passaggio dal senso proprio di " ballo " a quello traslato è spiegato dal Boccaccio: " È la tresca una maniera di ballare la quale si fa di mani e di piedi; a similitudine della quale vuole qui l'autore che noi intendiamo i peccatori quivi le mane menare ". Il Buti, sapendo che la t. richiede " grande e veloce movimento ", vi scorge anche il contrapasso che colpisce i violenti, in quanto viene " punita la prestezza che ebbono nella vita a commettere li detti peccati per la prestezza delle mani che significano l'operazione ". V. anche TRESCARE.