TREVISO (XXXIV, p. 284 e App. I, p. 1068)
Tra i capoluoghi di provincia italiani, Treviso (61.129 ab. nel comune al 31 dicembre 1947) è stato uno di quelli che ha subìto, durante l'ultima guerra, i maggiori danni. Tra il 1944 e il 1945 esso è stata oggetto d'una quarantina di bombardamenti, che distrussero interi quartieri. Il più violento è stato quello del 7 aprile 1944, che causò oltre 2000 vittime; pure grave fu quello del 12 marzo 1945. Andarono completamente distrutti 700 fabbricati, gravemente danneggiati 1100, leggermente danneggiati 1962; e pertanto solamente 800 circa (su un totale di 4600) rimasero esenti da danni.
Gravi danni hanno subìto la loggia duecentesca detta dei Cavalieri (già ricomposta con gli antichi elementi), e il palazzo dei Trecento, colpito in pieno e che attualmente si sta restaurando, consolidandone e ricomponendone le grandi muraglie. Anche il duomo ha avuto danni notevoli e nella cappella dell'Annunziata, affrescata da Giovanni Antonio da Pordenone, è andata distrutta la cupola; l'edificio tuttavia è già stato reintegrato nelle parti architettoniche colpite; lo stesso può dirsi per la bella chiesa gotica quattrocentesca di S. Maria Maggiore che, abbattuta in gran tratto della facciata, della navata maggiore e della navatella di sinistra, è già stata ricomposta e reintegrata con gli elementi originarî. Gravissimi danni hanno sofferto anche le chiese di S. Martino e di S. Teonisto. Minori sono quelli del complesso monumentale della chiesa e del convento di S. Caterina, ove fra l'altro, in seguito ai lavori resisi necessarî, sono tornati in luce alcuni notevoli affreschi del XIV e del XV secolo. Sono stati colpiti anche la chiesa di S. Nicola e il seminario, ove sono stati in parte abbattuti i due chiostri mentre nella sala capitolare è stato danneggiato l'affresco romanico con la Crocifissione. Hanno riportato danni notevoli anche numerose caratteristiche costruzioni civili dei secoli XIV, XV e XVI, tra le altre quella ove hanno sede il Museo e la Pinacoteca, ma anche per molti di questi edifici s'è subito provveduto ad un restauro che è valso ad impedire che la città perdesse il suo carattere artistico.