TRIANGI, Arturo Corrado Luigi conte di Maderno e Laces
– Nacque il 18 febbraio 1864 a Fiesole, in provincia di Firenze, figlio di Giuseppe e di Elisabetta Thom, entrambi di origine nobile.
Unico figlio maschio, ereditò dal padre il titolo di conte. Entrò nella scuola della Marina di Genova il 16 ottobre 1878, accedendo alla formazione tradizionale dell’ufficiale di vascello della Marina italiana.
In quegli anni il ciclo di studi dei futuri ufficiali di Marina era diviso tra un primo biennio a Napoli e un secondo, poi esteso a un triennio, a Genova. La cultura su cui si formò Triangi era basata sull’insegnamento di materie scientifiche (aritmetica, algebra, geometria, meccanica, fisica e chimica), conoscenze specifiche relative alla vita sul mare (manovra navale, manovra di vele, artiglieria, disegno, esercizi di vele) e di cultura generale (lingue straniere, storia, letteratura), che contribuivano alla costruzione delle competenze professionali necessarie alla condotta degli uomini in mare e alle relazioni diplomatiche di cui le regie navi erano protagoniste.
Il 1° agosto 1883, al termine del quinquennio alla scuola di Marina, fu nominato guardiamarina del corpo di stato maggiore. Fu l’inizio di una carriera che lo avrebbe portato a rimanere imbarcato per diciannove anni. Il primo incarico fu sull’incrociatore Flavio Gioia, una nave mista a vela e motore di recente costruzione destinata a operare nelle stazioni intercontinentali della Regia Marina. Con il Flavio Gioia, Triangi effettuò, nei due anni successivi, una campagna in Sudamerica, toccando i maggiori porti atlantici e pacifici del continente. Rientrato in patria, con l’avviso a elica Staffetta, fu promosso sottotenente di vascello nel gennaio del 1886.
La sua carriera proseguì alternando le tradizionali funzioni di imbarco su grandi unità e di comando su unità minori e leggere che caratterizzavano la carriera dell’ufficiale del corpo di stato maggiore. Il primo incarico su una grande unità arrivò dopo la nomina a tenente di vascello (14 aprile 1889), quando fu destinato alla corazzata Dandolo, una delle unità maggiori della Marina. Il primo imbarco come ufficiale in seconda era stato a bordo dell’avviso Aquila (agosto-ottobre 1888). Come molti giovani ufficiali, il primo comando fu su una torpediniera, la 64.S, tenuto dal 28 giugno 1896 al 3 giugno 1898, cui fece seguito un secondo periodo di comando, questa volta sulla torpediniera 133. Si trattava di unità sottili di nuova generazione, particolarmente adatte alla difesa delle esposte coste italiane, all’epoca ritenute minacciate da un’invasione francese. Sempre sulle torpediniere avrebbe ottenuto il primo comando di un’unità complessa, nel novembre del 1902, quando fu nominato comandante di squadriglia.
Agli imbarchi si alternarono gli incarichi a terra, prevalentemente nel Dipartimento marittimo della Spezia e in quello di Napoli, ricoperti più volte tra il 1883 e il 1900, diventando anche aiutante maggiore in 1a del distaccamento del corpo reale equipaggi marittimi di Taranto dal febbraio al maggio del 1898. Raggiunto il grado di capitano di corvetta (18 febbraio 1900), fu nominato direttore dell’osservatorio del primo dipartimento marittimo, carica che mantenne dal 9 novembre 1899 all’11 gennaio 1900. Quello stesso anno fu nominato cavaliere della Corona d’Italia. A questa decorazione avrebbero fatto seguito la nomina a cavaliere dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro nel giugno del 1908 e quella di ufficiale della Corona d’Italia nel novembre del 1910.
Nel settembre del 1904 Triangi raggiunse il grado di capitano di fregata e dal 1° dicembre 1909 al 29 settembre 1911 comandò la Scuola macchinisti della Marina, all’epoca preposta alla formazione degli ufficiali di macchina. In quello stesso periodo ottenne la promozione a capitano di vascello (16 gennaio 1910), entrando nel novero degli ufficiali superiori della Marina. La vita privata invece fu caratterizzata dal matrimonio con Lucia Missirly, contratto a Costantinopoli il 5 maggio 1909, dal quale nacquero tre figli: Anna Maddalena, Corrado e Sabina.
Durante la guerra di Libia Triangi lasciò la Scuola macchinisti e fu destinato a Napoli, dove fu nominato presidente della commissione d’imbarco del porto, che si occupava di dirigere le operazioni di imbarco e carico di uomini e rifornimenti destinati all’invasione del Paese africano. Nel marzo del 1912, quando ebbe luogo la riorganizzazione delle forze navali riunite, che comprendevano il grosso della flotta italiana, Triangi ebbe il comando superiore navale in Tripolitania, tenuto da bordo dell’incrociatore corazzato Carlo Alberto e con a disposizione l’incrociatore corazzato Marco Polo, gli incrociatori torpediniere Coatit, Agordat e le torpediniere Partenope e Iride. Durante quel periodo collaborò al controllo delle coste tripoline e alla repressione del contrabbando turco destinato a rifornire le forze ottomane e indigene che si opponevano alla spedizione italiana. Inoltre, con il Carlo Alberto e le torpediniere Iride e Ardea, partecipò alla presa del caposaldo di Sidi Said (27-28 giugno 1912), situato nei pressi di Zuara, a ovest di Tripoli. In quell’occasione le unità sotto il comando di Triangi sostennero l’azione del generale Alberto Cavaciocchi con l’impiego delle artiglierie di bordo, contribuendo alla riuscita dell’azione terrestre. Con le stesse unità, Triangi prese parte anche all’attacco contro Misurata. Nelle fasi preliminari all’occupazione della città (8 luglio 1912), le sue unità bombardarono le forze nemiche lungo il litorale di Zeira simulando la preparazione a uno sbarco anfibio. Le azioni nella guerra di Libia gli valsero la nomina a cavaliere dell’Ordine militare di Savoia per gli «illuminati criteri ed eccezionale energia» con cui aveva diretto le operazioni d’imbarco a Napoli e per il «validissimo appoggio alle truppe operanti» offerto durante le operazioni lungo la costa libica.
A partire dal 1° maggio 1913 e fino al 28 agosto 1914, Triangi ebbe l’incarico di capo di stato maggiore della 2ª squadra navale, servendo a bordo della corazzata Regina Elena e poi della Dante Alighieri, la prima dreadnought, nave da battaglia monocalibro, italiana. Al momento della conflagrazione europea era distaccato come capo di stato maggiore del dipartimento militare marittimo di Venezia, incarico che ricoprì dal 1° ottobre 1914 al 1° febbraio 1917. L’esperienza alla base navale di Venezia pose Triangi in contatto con il fronte marittimo più attivo della Grande Guerra italiana sul mare.
Dopo l’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale, il 24 maggio 1915, l’alto comando navale si divise tra le ipotesi operative del capo di stato maggiore, viceammiraglio Paolo Thaon di Revel, che ipotizzava la necessità di condurre una ‘guerriglia’ navale in Adriatico per contrastare le forze navali austro-ungariche e quelle del comandante della flotta Luigi Amedeo di Savoia duca degli Abruzzi. Le forti perdite iniziali subite della Marina spinsero Thaon di Revel a dare le dimissioni piuttosto che continuare a operare in condizioni che riteneva sfavorevoli. Fu destinato al comando della base navale di Venezia, dove ebbe Triangi come capo di stato maggiore. In questo modo fu coinvolto nello sviluppo delle capacità aeronavali della base, dove ebbero origine le principali innovazioni apportate dalla Marina durante il conflitto, a cominciare dall’impiego dei MAS (Motoscafo Armato Silurante o Motoscafo Anti Sommergibile) e di aerei e dirigibili per operazioni aeronavali in Adriatico. Nel frattempo Triangi aveva ottenuto la promozione a contrammiraglio, avvenuta il 18 maggio 1916.
Il rapporto con Thaon di Revel fu fondamentale per i successivi sviluppi della carriera di Triangi. Nel febbraio del 1917, quando il primo tornò alla guida dello stato maggiore, Triangi fu destinato (1° febbraio-20 marzo 1917) all’incarico di direttore generale del corpo reale equipaggi. Dal 18 febbraio 1917 fu posto in posizione ausiliaria per ragioni d’età, ma nonostante questo fu chiamato ai vertici dell’istituzione, quando fu nominato sottocapo di stato maggiore della Marina, incarico che mantenne fino al 16 giugno 1917. In quei mesi la situazione marittima italiana attraversò una fase di rapido deterioramento a causa dell’offensiva dei sommergibili tedeschi contro le comunicazioni dell’Intesa nel Mediterraneo, che rischiò di far collassare le importazioni italiane di carbone e grano. A metà di giugno del 1917 il governo Boselli, messo sotto pressione dalla crisi dei trasporti, effettuò un rimpasto causando le dimissioni del ministro della Marina, Camillo Corsi. A succedergli fu chiamato Triangi, scelto anche su pressione di Thaon di Revel, che in questo modo intese avere un proprio uomo di fiducia alla guida del dicastero in quella fase critica.
Con l’incarico di ministro (16 giugno 1917) avvenne anche la nomina a senatore (21 giugno 1917). La presenza di Triangi al dicastero fu molto breve. Pur avendo una solida esperienza come ufficiale di Marina, mancava di esperienza politica. Durante un incontro a porte chiuse nella Camera dei deputati, sostenne che la situazione dei trasporti nazionali difficilmente si sarebbe risolta positivamente, anche perché l’ingresso in guerra degli Stati Uniti, avvenuto nell’aprile precedente, avrebbe ridotto anziché aumentare le disponibilità di mercantili per l’Italia. La notizia delle pessimistiche valutazioni di Triangi raggiunse la stampa, alimentando le difficoltà del governo e i timori dell’opinione pubblica circa l’accesso alle scorte di carbone e grano. Scosso dall’accaduto, Triangi cominciò ad accusare problemi di salute che lo indussero a rassegnare le dimissioni (15 luglio 1917) dalla carica di ministro, venendo rimpiazzato dal viceammiraglio Alberto De Bono. L’incidente lasciò uno strascico così forte che Triangi scrisse al conte Giuseppe Manfredi, presidente del Senato, per chiedere se fosse il caso di rinunciare anche al laticlavio, in virtù della brevità del suo incarico come ministro, venendo rassicurato però che il mantenimento della sua posizione era del tutto legittimo.
Dopo le dimissioni, Triangi tornò a occupare la posizione di vice di Thaon di Revel come sottocapo di stato maggiore aggiunto. In quella fase il suo ruolo lo portò a presenziare ad alcuni degli incontri di massimo vertice con gli alleati dell’Intesa, tra cui il Consiglio navale alleato che si occupava di coordinare la guerra marittima nel Mediterraneo. In tali consessi, Triangi si adoperò per perseguire la difesa a oltranza degli interessi italiani sull’Adriatico condivisa da Thaon di Revel.
Essendo già fuori ruolo, il 26 agosto 1918 fu promosso viceammiraglio della riserva navale, grado con il quale terminò il servizio quando lasciò lo stato maggiore, il 16 settembre 1918, e collocato in riserva.
Nel dopoguerra ottenne due altre promozioni: la prima come viceammiraglio nella riserva navale, il 27 dicembre 1923; la seconda, avvenuta con il collocamento a riposo (26 febbraio 1925), ad ammiraglio di squadra nella riserva navale (16 settembre 1926).
Morì a Firenze il 3 marzo 1935.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio dell’Ufficio storico della Marina militare, Biografie personali, Triangi Arturo; Archivio storico del Senato della Repubblica, Fascicoli personali, Senatore Triangi Arturo.
M. Gabriele - G. Fritz, La politica navale italiana dal 1885 al 1915, Roma 1982, ad ind.; M. Gabriele, La Marina nella guerra italo-turca. Il potere marittimo strumento militare e politico (1911-1912), Roma 1998, ad ind.; P. Halpern, La Grande guerra nel Mediterraneo, II, 1917-1918, Gorizia 2012, ad ind.; P. Alberini - F. Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946. Dizionario biografico, Roma 2015, ad nomen.