TRIBOLO
. Niccolò Pericoli, detto il Tribolo, scultore, nato nel 1497 a Firenze, ivi morto il 20 agosto 1558. S'incontra per la prima volta a Roma intento a ornare di statue il monumento di Adriano VI disegnato dal Peruzzi, a imitazione dei sepolcri dei cardinali Sforza e Basso di Andrea Sansovino. Nel 1525 si reca a Bologna per il monumento a Bartolomeo Barbazza nella basilica di S. Petronio, lavoro rimasto in sospeso nel 1527, per la morte del committente. In quella città rimane durante il 1531, quando eseguisce due modelli per Properzia de' Rossi; nel 1537, anno in cui lavora una statua di Nostra Donna, e nel biennio 1536-37, quando compie l'Assunta, ora nella cappella delle Reliquie in San Petronio, e alcune formelle per le porte di questa basilica. Tra l'una e l'altra andata a Bologna, il Tr. finisce, a Loreto, bassorilievi della Santa Casa; a Firenze prepara progetti di fontane per la villa della Petraia e di Castello, e lavora per l'apparato all'entrata di Carlo V e per i festeggiamenti delle nozze di Margherita d'Austria col duca Alessandro de' Medici. Nel 1539 scolpisce anche una statua equestre di Giovanni dalle Bande Nere, posta poi nella Piazza di San Marco per le nozze del duca Cosimo de' Medici con Eleonora di Toledo. Lo scultore festaiolo, anche nel 1841, in occasione del battesimo di Francesco, figlio del duca, fece un apparato nell'interno del battistero.
L'opera dello scultore nel monumento di Adriano VI a Santa Maria dell'Anima in Roma mostra come l'influsso di Andrea Sansovino sia attenuato da quello di Michelangelo, da cui trae energia, vita più ardente, la fiamma che dilata gli occhi della Fortezza e s'incupisce nello sguardo teso della Prudenza. Nei rilievi raffiguranti la Traslazione della Santa Casa a Loreto, di schietto carattere pittorico, e l'Assunzione della Vergine in S. Petronio, d'un effetto quasi di barocco pittoresco, si può vedere come Michelangelo sia modello allo scultore, benché, nel primo, il michelangiolismo non trovi rispondenza nel vigore costruttivo, mentre il secondo, michelangiolesco nei tipi, raggiunge un libero effetto drammatico nel moto fugace d'ombre e di luci.
Tutta la fluida grazia, l'agreste letizia dell'arte del Tr. si rispecchia nelle fontane delle ville di Castello e della Petraia. Nella fonte di questa villa, da cui s'inalbera, armoniosamente concludendo il moto circolare del fusto, delle vasche, delle figure, la Venere di Giambologna, nel ritmo perfetto ascendente delle masse leggiere, si ha il capolavoro architettonico e scultorio di Niccolò Tr., creatore del giardino di Boboli.
Bibl.: G. Vasari, Le vite, ed. Milanesi, VI; G. Guizzardi, Le sculture delle porte della basilica di S. Petronio in Bologna, ivi 1834; I. B. Supino, Le sculture delle porte di S. Petronio in Bologna illustrate con documenti inediti, Firenze 1914; F. Malaguzzi Valeri, La facciata della chiesa della Madonna di Galliera in Bologna, in Arch. stor. dell'arte, VI (1895), pp. 32-40; G. Gaye, Carteggio, Firenze 1839-1840, II, p. 380; E. Mauceri, Andrea Sansovino e i suoi scolari in Roma, in L'Arte, III (1900), pp. 241-58; J. Schmidlin, Geschichte der deutschen Nationalkirche in Rom S. Maria dell'Anima, Friburgo e Vienna 1906; Ch. Perkins, Les sculpteurs italiens, I, Parigi s. a.; J. Lohninger, S. Maria dell'Anima, Roma 1909; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, X, i, Milano 1935, pp. 188-214.