TRICLINIO (triclinium)
È chiamata così, nella casa romana, la sala da pranzo: essa trae il nome dall'uso di tre letti (gr. κλίνη), detti appunto tricliniarî, sui quali i convitati si sdraiavano a tre per letto, e che venivano situati su tre lati della mensa, lasciando libero il quarto per il servizio.
L'usanza s'introdusse nelle case dei ricchi romani e italici col lusso invadente, in parte derivato dall'oriente ellenistico. V'erano talora più triclinî, che si mutavano secondo le stagioni. Caratteristica del triclinio è l'avere ingresso largo, talora chiudibile solo con tende, in vista del giardino della porticus (parte posteriore della casa, che seguiva all'atrio e al tablino, e che Vitruvio chiama peristilio). A Pompei i tetti sono talora in muratura. In tempi antichi i Romani desinavano nel tablinum, come attesta Varrone, e ciò è confermato dai segni della mensa che si trovano in alcuni tablini pompeiani (v. casa: La casa romana).
Si dice triclinio anche il semplice complesso della mensa e dei letti, che è talvolta disposto all'aperto, come, ad es., avanti a edifici sepolcrali, per le riunioni funerarie.