TRICOFIZIA (dal gr. ϑρίξ "capello" e ϕυτόν "pianta")
Dermatosi dovuta allo sviluppo sulla cute di ifomiceti di specie botaniche diverse, riuniti sotto la denominazione di Trichophyton per la comune tendenza a invadere la sostanza cornea del pelo, producendovi particolari alterazioni. Ma essi possono localizzarsi anche esclusivamente nell'epidermide di rivestimento, determinando lesioni di tipo eritemato-squamoso (cerchi isolati o confluenti, a estensione centrifuga di solito rapida, con margini arrossati, squamosi, cosparsi spesso di piccole vescicole). Quando invadono il pelo possono vegetare di preferenza dentro di esso (Tr. endothrix) disgregandolo così profondamente che, appena perde l'appoggio delle pareti del follicolo, si spezza. Si costituiscono così, sul cuoio capelluto dei bambini più specialmente, chiazze più o meno vaste e numerose, tondeggianti o policicliche, squamose, in corrispondenza delle quali i peli appaiono tronchi allo sbocco del follicolo (tricofizia tonsurante). Talvolta, invece, il parassita (e ciò avviene specialmente nei contagi da animali - bovini, cavalli, cani, gatti, ecc. - nei quali la tricofizia è relativamente frequente) vegeta più scarsamente dentro al pelo, ma in prevalenza all'esterno di esso (Tr. ectothrix), e ha allora tendenza a provocare lesioni follicolari o perifollicolari di tipo infiammatorio, con tendenza a suppurazione (sicosi se le nodosità infiammatorie sono isolate e localizzate alla regione della barba, cherion o follicoliti agminate se le nodosità sono confluenti). È descritta anche una forma a decorso lento con nodi isolati o a cordone, a struttura granulomatosa (granuloma tricofitico di Majocchi). La diagnosi viene confermata dall'esame microscopico, il quale mette in evidenza la presenza di spore o di micelî nei peli e nelle squame; nelle forme infiammatorie è meno facile il reperto del parassita al microscopio; occorre spesso la ricerca culturale, facile su terreni zuccherati, per metterlo in evidenza. La malattia è contagiosa in grado elevato, specialmente nella forma tonsurante. Le forme a carattere infiammatorio e le eritemato-squamose si risolvono più facilmente e rapidamente che non le forme tonsuranti, le quali possono persistere per mesi e anni. La tonsurante del capillizio guarisce spontaneamente all'epoca della pubertà. Solitamente le tricofizie non dànno luogo a disturbi generali. In alcuni casi però, specialmente nelle forme infiammatorie, il parassita può passare nel sangue. Si possono avere per trasporto di elementi parassitarî o di sostanze tossiche alla cute eruzioni diffuse di tipo vario (eritematose, lichenoidi, vescicolo-bollose, a tipo di eritema polimorfo o nodoso, ecc.) dette tricofitidi. Con sostanze ricavate da colture dei parassiti (tricofitine) si provocano sulla cute di chi è o è stato affetto da forme tricofitiche, specialmente a tipo infiammatorio, reazioni allergiche specifiche, utili per la diagnosi. La cura delle forme eritemato-squamose si fa con applicazioni di alcool iodato alternate con pomate antisettiche (vaselina salicilica 5%); quella della tonsurante con la depilazione con i raggi X o col tallio; quella delle forme infiammatorie mediante depilazione con le pinze, apertura dei piccoli ascessi, iniezioni endovenose di soluzioni iodo-iodurate, sotto- o infracutanee di tricofitina, ecc.