TRIDIMITE
Minerale. Costituisce (oltre al quarzo α e β), con la varietà calcedonio e la cristobalite α e β, un'altra modificazione della silice. La tridimite, che può essere α e β, ha, rispetto al quarzo, minore durezza (6,5) e minore densità (2,25).
C'è una temperatura di passaggio da quarzo a tridimite (870°), come pure una di passaggio da tridimite a cristobalite (1470°).
In natura la tridimite si presenta in piccole tavolette vitreo-biancastre con aspetto esagonale. Spesso le tavolette si addossano formando pile caratteristiche. Al microscopio polarizzante queste tavolette si mostrano costituite di plaghe diversamente orientate e biassiche; e quindi non esagonali. Si tratta di geminazioni, che per lo più sono formate da tre individui, in modo analogo a quel che si verifica nei trigemini pseudoesagonali dell'aragonite. L'esame ottico ha portato a ritenerla rombica. Gl'indici di rifrazione sono poco diversi da 1,47; talché, oltre a debole rifrazione, si ha anche debole birifrazione. L'esame röntgenografico ha confermato quello ottico. La cella è rombica con:
La tridimite, oltre al campo di stabilità fra 1470° e 870°, può continuare dunque a esistere a temperature minori; fino a 120° è esagonale, e sotto 120° è rombica.
Essa può formarsi direttamente nel raffreddamento di una lava persilicica; in certi casi risulta formata per lenta decomposizione di un vetro vulcanico. In Italia si è trovata in rioliti (ad es., Sardegna: Monte Arci) e anche in trachiti (Euganei).
Si è trovata in alcune meteoriti; allora è chiamata asmanite.
La trasformazione di quarzo in tridimite viene tenuta presente nella preparazione di materiali refrattarî silicei; per questi si adoperano quarziti che vengono macinate, poi pressate per farne mattoni; l'agglomeramento si raggiunge mediante forte riscaldamento. Occorre che il raffreddamento avvenga con grande lentezza.