Trieste
Città del Friuli-Venezia Giulia, capoluogo dell’omonima provincia e regione. Soggetta a Venezia al principio del 14° sec.,T. passò poi sotto il dominio degli Asburgo e rimase sotto l’Austria fino al 1918, a parte il breve periodo napoleonico. Negli ultimi decenni del 19° sec. la difesa del comune autonomo, in un’atmosfera di irredentismo, costituì l’essenza della lotta nazionale antiaustriaca. Scoppiata la Prima guerra mondiale, nel 1915 T. fu considerata zona di guerra; il 3 nov. 1918 i soldati italiani presero possesso della città. Con il crollo austriaco l’Italia ottenne tutta l’Istria con T. e Zara, per cui circa 400.000 croati e sloveni entrarono a far parte dello Stato italiano. Il regime fascista si applicò a sopprimere ogni attività politica, culturale ed economica dell’elemento slavo, ma il problema della convivenza fra italiani e slavi ne risultò esasperato. Dopo l’attacco di Hitler alla Iugoslavia (1941), Mussolini poté annettersi una parte della Slovenia e gran parte della Dalmazia; dopo l’armistizio dell’8 sett. 1943, la regione Giulia fu occupata dalla Germania nazista e separata dal resto d’Italia. Alla fine della guerra T. fu occupata da truppe iugoslave (1945); si verificarono arresti ed esecuzioni di molti italiani, perlopiù fascisti o collaborazionisti, i cui corpi vennero gettati nelle . Dopo un periodo di inerzia di fronte all’occupazione iugoslava, gli angloamericani riaffermarono le loro esigenze strategiche. Secondo l’accordo firmato dal generale Morgan a Belgrado il 9 giu. 1945, T., Gorizia e le vie di comunicazione con l’Austria passarono sotto l’occupazione angloamericana, mentre il rimanente territorio rimaneva sotto il controllo iugoslavo. Con gli accordi di pace del 1946-47 le quattro grandi potenze (Gran Bretagna, USA, URSS e Francia) istituirono il Territorio libero di Trieste (da Duino a nord, fino a Cittanova, sulla costa occid. istriana), garantito dal Consiglio di sicurezza dell’ONU, che avrebbe dovuto nominarne il governatore. Il Territorio libero fu diviso in due parti: la zona A (T. e dintorni), affidata all’amministrazione angloamericana; la zona B affidata a quella iugoslava. La dichiarazione tripartita del 20 marzo 1948 (cui mancò l’adesione dell’URSS), nel quadro della politica statunitense di contenimento del comunismo in Europa, auspicò invece l’assegnazione di tutto il Territorio libero all’Italia, irrigidendo la situazione. Dal 1948 al 1954, da un lato si ebbe un progressivo, virtuale inserimento della zona B nella Iugoslavia; dall’altro, la zona A si legava sempre più all’Italia. L’8 ott. 1953 la dichiarazione angloamericana, non seguita dai fatti, di voler ritirare le truppe e passare tutta l’amministrazione alle autorità italiane provocò la reazione iugoslava, cui seguì la protesta dei Triestini (3-5 nov. 1953), duramente repressa. Il 5 ott. 1954 un memorandum d’intesa tra le grandi potenze confermò che l’amministrazione della zona A era affidata all’Italia, e quella della zona B alla Iugoslavia. La questione sembrò riacutizzarsi nel 1974, ma un accordo firmato a Osimo il 10 nov. 1975 sancì in via definitiva la linea fissata nel 1954.