Vedi TRIESTE dell'anno: 1966 - 1997
TRIESTE (Τέργεστον, Tergeste, Tergestum)
Castelliere paleoveneto poi carnico su di un colle presso il mare, di cui è solo superstite il nome, in area di castellieri della prima e seconda Età del Ferro, riconosciuti dallo scavo; poi colonia romana di Cesare (probabilmente 46 a. C.) o di Ottaviano (42-41 a. C.), ascritta alla tribù Pupinia, fu cinta di mura nel 33-32 a. C. (C.I.L., v, 525 = I. I., x, 4, 20).
Le mura (in conci di arenaria) cinsero più ampiamente il colle e dettero alla città in declivio verso il mare, la singolare forma di una pianta di piede, entro la quale si conservano tuttora tracce dell'impianto ortogonale (insula e di circa m 50 × 62). Una porta delle mura è superstite, l'Arco di Riccardo (cioè del ricario, magistratura mediovale, che li presso risiedeva), in pietra di Sistiana (altezza m 7,20) posto sul decumano: è il monumento romano più antico della città. Interessante per l'impianto ad avancorpi il propileo che dava adito a una piccola corte su cui si affacciava il Capitolium. Ispirato a costruzioni ellenistiche, unico esempio del tipo nell'Italia settentrionale, ne resta un avancorpo nel campanile della cattedrale di S. Giusto. Del costruttore del Capitolium si conosce il nome (C.I.L., v, 533 = I. I., x, 4, 32), P. Palpellio Clodio Quirinale, prefetto della flotta di Ravenna in ritiro; si può dire che l'opera sia di poco anteriore all'8o d. C. Ciò è confermato dai vigorosi girali del fregio, dai grifi affrontati ad un erote desinente in acanto e dai trofei d'armi sui plinti dell'attico del propileo, che al tempio risulta contemporaneo. A N del Capitolium è il Foro, in posizione dominante, collegato da un portico (forse aperto a U sul mare) alla grande basilica civile. Questa (m 23,50 × 88) col colonnato sui quattro lati dell'aula; ha un'abside interna a S e il complesso del tribunale a N; ne resta integra e visibile la planimetria. Anche della basilica si conosce con molta probabilità il donatore, Q. Baieno Blassiano, triestino, procuratore di Traiano nella Mauretania Tingitana e in Asia Minore prima del 120-125 (I. I. x, 4, 32; 40). È forse l'unica basilica in sede provinciale della quale si hanno chiarissimi dati; l'attico che faceva da balaustra alla loggia del secondo ordine, aveva gorgonèia e testa di Giove Ammone e un agile motivo di putti reggenti festoni. E pure dell'età di Traiano il teatro, costruito presso il mare da Q. Petronio Modesto, procuratore imperiale in Spagna (I. I., x, 4, nn. 33-34-35). Era un teatro alla "greca" con un solo meniano e due logge sovrapposte (diametro m 64), che aveva la scena ornata di molte copie di statue marmoree votive. Assieme a due ritratti, pure dal teatro, esse sono il più notevole complesso di scultura antica rinvenuta a T.: una copia dell'Atena di Arezzo, una della Cnidia, una dell'Asklepios degli Uffizi non acefalo, una di un Apollo policleteo, una Hygièia. Sono di accurata esecuzione, anche se non d'alta levatura. Una testa di Domiziano (R. Delbrück) con corona arvale, un busto in cui è giusto vedere Q. Petronio Modesto, mostrano interesse realistico. Nella scultura colta notevole una copia del Diadumeno di Policleto da una villa di Barcola; nell'attività artigianale, alcune stele aniconiche (due con figurazioni di navi), cui si aggiungono altre iconiche, ad edicola, come l'imponente stele dei Barbi, che fa da porta a S. Giusto. Da rilevare anche la presenza di piramidi a coronamento di are votive, come le due con simboli della Triade, trovate presso il Capitolium.
Mancano i sarcofagi figurati, ma sono presenti quelli di tipo padano (dei quali due con il cartiglio dalla caratteristica cornice pannonica) ed è attestato un sarcofago a ghirlande.
Per la conoscenza dell'abitazione romana nell'Italia settentrionale sono assai significative alcune ville (dal I sec. a. C. al II d. C.) disposte lungo la riva del mare a Barcola, con variati mosaici geometrici bianconeri e lievemente policromi. Da segnalare, fra gli acquedotti, quello a speco interrato che veniva dalla Val Rosandra.
Le basiliche paleocristiane note sono due: una in area cemeteriale, a pianta di T- il cui stadio più antico sembra della fine del IV sec., poi absidata e dotata di nuovo pavimento alla metà del VI- e quella episcopale, rettangolare, della metà del V sec., sotto la cattedrale di S. Giusto.
Museo Civico di Storia ed Arte. - Costituito nel 1841 presso la biblioteca civica, per opera di D. Rossetti e P. Kandler, fu seguito nel 1843 dall'Orto Lapidario nel vecchio cimitero della cattedrale, più volte arricchito da legati di cittadini e da acquisti, come la Collezione Sartorio di vasi àpuli e terrecotte tarantine, la ricca collezione di vetri romani da Aquileia, una piccola raccolta egizia. Oltre a quanto proviene dagli scavi in T., il museo ha una buona serie di epigrafi paleocristiane di Aquileia e altri documenti epigrafici e decorativi aquileiesi e istriani. Da rilevare un rhytòn d'argento da Taranto (metà V sec. a. C., fig. 952), i corredi delle necropoli di S. Lucia di Tolmino (seconda Età del Ferro) e le ambre dal castelliere di S. Canziano della Grotta.
Il museo attualmente accoglie anche opere d'arte medievale e moderna, ma è in atto la sua specializzazione archeologica.
Bibl.: P. Kandler, Le istorie di T., Trieste 1866, in Arch. Triestino, s. III, VIII, 1919 e ms. Bibl. Civica Trieste; C. Marchesetti, I castellieri preistorici di T. e della Regione Giulia, Trieste 1903; A. Tamaro, Storia di T., Roma 1924; P. Sticotti, Il più grande edificio romano di T., in Riv. della città di T., 1934, n. 9; F. Farolfi, L'arco romano detto di Riccardo a T., in Arch. Triest., S. III, v. XXI, 1936, pp. 136 ss.; V. Macchioro, Le statue del teatro romano di T., in Riv. della città di T., 1938, n. 2; L. Laurenzi, Vaso tarantino d'argento nel Civico Mus. di T., in Turismo, IV, 1951; V. Scrinari, Tergeste, Roma 1951; P. Sticotti, in Inscript. Italie, X, P. IV, Roma 1951; M. Mirabella Roberti, L'edifico romano di S. Giusto, in Atti e Mem. Soc. Istr. di Arch. St. Patria, N. S., II, 1952, pp. 199-203; A. Degrassi, Il confine nord-orientale dell'Italia romana, Berna 1954, pp. 49-53; G. A. Mansuelli, Studi sull'Arte romana dell'Italia sett., in Riv. Ist. Naz. Arch. St. dell'Arte, N. S., VII, 1958, pp. 65-69; G. Schiffer, Note storiche sullo sviluppo urbano di T., in Riv. della città di T., 1961; M. Mirabella Roberti, La basilica paleo-cristiana di S. Giusto a T., in Festschrift F. Gerke, Baden-Baden 1962, pp. 55 ss.; A. M. Radmilli, La preistoria della Venezia Giulia e della Dalmazia, in La Preistoria d'Italia, Firenze 1963; A. Degrassi, Epigraphica II, in Mem. Acc. Naz. Lincei, S. VIII, XI, f. 5, 1965, pp. 251-256.