TRIREME (gr. τριήρης; λατ. triremis)
Nave da guerra antica, tipica delle flotte da guerra greche dal sec. VI al IV a. C. e specialmente della marina da guerra ateniese dei sec. V e IV (v. marina: Marina da Guerra). Una tradizione ne richiama l'origine all'Oriente e ai Fenici: in Grecia essa compare prima presso i Corinzî e un costruttore corinzio ne edificò poi per i Samî intorno al 700 a. C. (Tucidide, I, 13). La trireme fu poi adottata dai Corciresi e dai Greci di Sicilia e solo al principio del sec. V dagli Ateniesi. Il passaggio dalla pentecontere; mossa da un semplice ordine di remi, alla diere e triere consistette indubbiamente nell'accrescere la forza motrice, cioè i rematori. Ma poiché la lunghezza da 30 a 40 metri della pentecontere era il massimo che si potesse raggiungere con navi di legno a ponte non continuo, si trattava di escogitare un sistema che permettesse l'impiego in una nave di tale lunghezza di un doppio o triplo numero di rematori.
Qui si presenta una questione assai ardua. Per alcuni, triere significa nave a tre ordini sovrapposti di remi e in corrispondenza a ciò i rematori delle triere greche erano divisi nelle tre categorie dei ϑρανῖται, ζυγῖται e ϑαλαμῖται. Questa opinione pare suffragata da un certo numero di passi delle fonti letterarie (passi però la cui interpretazione è sempre più o meno incerta), e specialmente da alcuni monumenti. Varie ipotesi sono state fatte sulla disposizione che poteva essere data ai rematori dei tre ordini, in modo che questi non s'impedissero a vicenda e senza dare alla nave un'altezza eccessiva, che ne avrebbe compromesso la stabilità e l'agilità. Si suppose, ad es., da alcuni che il banco di un rematore di un ordine fosse un po' più avanzato del banco del rematore corrispondente dell'ordine inferiore; da altri che i banchi non fossero tutti sullo stesso piano verticale, ma in parte spostati verso l'interno.
A questa soluzione se ne contrappone un'altra caldeggiata specialmente dai marinai pratici. Essi sostengono che τριήρνς non significa nave da tre ordini di remi, ma nave triplicemente equipaggiata (dal verbo ἀραρίσκω "equipaggio"). Ritengono impossibile far muovere rapidamente e con siburezza una nave con tre ordini di rematori sovrapposti, data la leggerezza e lo scarso pescaggio di una triere antica. Obiettano che il sistema degli ordini sovrapposti diviene un'assurdità, quando si passa dalla triere alle navi, comuni dopo il sec. IV, la cui denominazione è composta con numeri come 4, 5, 6... 16 e persino 40 (v. quinquereme). Pare ad essi infine naturale, che i principî della costruzione navale dei Greci e dei Romani, attraverso la marina bizantina, siano passati senza sensibili modificazioni alle marine medievali. Ora nelle galere veneziane medievali a terzarolo (o a zenzile) i rematori erano seduti a tre a tre su banchi trasversali e maneggiavano ciascuno un remo, così che i remi uscivano a fasci di tre dal fianco della nave sotto l'impavesata. Questa opinione tende oggi a prevalere. Le triremi antiche sarebbero state quindi navi a tre rematori per banco; soltanto alcuni ammettono che i posti dei rematori potessero essere il secondo (verso l'interno) alquanto più elevato dal primo e il terzo più del secondo. I termini traniti, zigiti, talamiti si dovrebbero intendere allora in modo diverso. Per alcuni le tre squadre sarebbero state disposte l'una nel terzo di prua, la seconda nel terzo di mezzo, la terza nel terzo di poppa; per altri invece le denominazioni si riferirebbero al posto occupato sui banchi dal bordo verso l'interno, e secondo l'una e l'altra ipotesi si è anche cercato di spiegare filologicamente le denominazioni. Per l'equipaggio, la velocità, ecc., delle triremi, v. marina: Marina da Guerra; nave: Storia.
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