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TRISAGIO

di Nicola Turchi - Enciclopedia Italiana (1937)
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TRISAGIO

Nicola Turchi

. Nella chiesa latina è la lode al Dio tre volte santo, che chiude il prefazio e che viene recitata dal sacerdote e dai fedeli con le mani giunte e il capo profondamente inclinato, in associazione con i cori degli angeli che eternamente inneggiano in cielo alla maestà di Dio: perciò è detto anche inno serafico o angelico.

È diviso in due parti: nella prima si esalta la maestà e potenza di Dio che riempie il cielo e la terra, nella seconda si saluta il Redentore. Secondo il Liber Pontificalis (I, 28) il papa Sisto I avrebbe introdotto questo canto nella liturgia. Certo esso rimonta alla più alta antichità e si ritrova più o meno modificato in tutte le liturgie.

Nella liturgia bizantina si dà il nome di τρισάγιον alla lode che in latino suona: "sanctus Deus sanctus, fortis, sanctus immortalis miserere nobis" di uso comunissimo nella liturgia della messa e dell'ufficiatura e nella devozione di tutta la chiesa orientale. Il patriarca Proclo di Costantinopoli (434-447) molto contribuì alla sua diffusione e i padri del concilio di Calcedonia lo intonarono solennemente durante le loro sedute.

Nella chiesa latina questa formula si adopera in greco e in latino, solo nel venerdì santo, durante l'adorazione della croce e il canto degli "improperî".

Vocabolario
triṡàgio
trisagio triṡàgio s. m. [dal gr. tardo τρισάγιος, agg., «tre volte santo» (comp. di τρίς «tre volte» e ἅγιος «santo»), τρισάγιον, s. neutro]. – L’inno di lode a Dio tre volte santo (cioè la parola santo ripetuta tre volte): di origine biblica,...
sanctus
sanctus agg., lat. (propr. «santo»), usato in ital. come s. m. – Inno liturgico di origine biblica (Isaia 6, 3; Matteo 21, 9), recitato o cantato dall’assemblea e dal celebrante nella messa, al termine del prefazio, così detto dalla parola...
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