trittongo
Si definisce trittongo una sequenza di tre suoni vocalici (➔ vocali) tautosillabici (appartenenti cioè alla stessa ➔ sillaba), in cui un solo segmento è associato con la posizione strutturale del nucleo sillabico, mentre gli altri due elementi hanno valore di approssimante non sillabica (➔ semivocali).
Configurazione fonetica relativamente rara e sfavorita dalle lingue, il trittongo è tuttavia presente in vari sistemi, anche se la sua frequenza a livello lessicale è bassa (Maddieson 1984; Ladefoged & Maddieson 1996). Assai frequenti in inglese, si discute tuttavia sulla loro struttura sillabica, dal momento che i tre segmenti che li costituiscono si possono distribuire su due sillabe diverse, dando luogo a un dittongo seguito da una vocale nucleo, per quanto centralizzata: ad es., [ˈfaɪə(r)] fire «fuoco», [ˈkjʊə] cure «cura» (Mioni 2001: 100).
In particolare, in italiano, i trittonghi possono presentare la sequenza semiconsonante + vocale + semivocale (ad es., miei, suoi, annacquai) oppure semiconsonante + semiconsonante + vocale (quiete, colloquio). Quest’ultima configurazione è paragonabile a quella di un ➔ dittongo ascendente, dal momento che la sonorità aumenta progressivamente da un segmento all’altro. Nel caso di due semiconsonanti contigue tautosillabiche, i trittonghi possono ricorrere in contesto sia tonico (seguiamo, aiuola, continuiamo, quieto) che atono (acquietare, colloquio, reliquia).
Di solito, l’approssimante labio-velare [w] precede quella anteriore [j], la quale, per un fenomeno di coarticolazione anticipatoria (➔ assimilazione), induce la palatalizzazione della prima semiconsonante, che diventa labiopalatale (cioè [w] → [ɥ]) mantenendo la labializzazione quale tratto distintivo, ma assumendo il timbro anteriore (Marotta 1987: 880; Bertinetto & Loporcaro 2005: 139). La trascrizione fonetica più congrua di forme come quiete, seguiamo, continuiamo sarà pertanto [ˈkɥjεːte], [seˈgɥjaːmo], [kontiˈnɥjaːmo].
L’analisi quantitativa condotta da Chiari (2002: 221) sul campione romano del Lessico dell’italiano parlato (LIP) mette in luce la scarsissima produttività dei trittonghi, anche se la loro frequenza d’uso risulta assai elevata in rapporto ad alcuni elementi grammaticali, perlopiù di carattere pronominale o aggettivale, come miei [ˈmjɛi̥], quei [ˈkwei̥], suoi [ˈswɔi̥], tuoi [ˈtwɔi̥]. Va osservato tuttavia che, in registri accurati, e dunque in genere più lenti (➔ pronuncia), queste sequenze, se finali di parola e di enunciato, possono essere prodotte con uno ➔ iato dopo la vocale nucleica e prima della semivocale [-i̥]; di conseguenza, si avrà un dittongo ascendente seguito da una vocale sillabica alta anteriore in iato: ad es., miei [ˈmjɛi], tuoi [ˈtwɔi].
Per quanto riguarda le sequenze con le due semiconsonanti contigue in attacco di sillaba, nel lessico italiano la struttura [wj] + vocale risulta vincolata alla presenza di una consonante velare precedente (per es., quiete, colloquio), oppure ad alcuni morfemi della flessione verbale che iniziano con [j-] (ad es., seguiamo, seguiate, annuiamo). L’altra possibile combinazione, cioè [jw], è assai rara nel lessico italiano, essendo fondamentalmente limitata al lessema aiuola, la cui trascrizione, e conseguente sillabazione, può essere [a-ˈjwɔː-la] oppure [ai-ˈwɔː-la]. Marginali, in quanto dialettalmente marcate oppure ormai arcaiche, sono le forme come mariuolo [ma-ˈrjwɔː-lo], ramaiuolo, fumaiuola.
Bertinetto, Pier Marco & Loporcaro, Michele (2005), The sound pattern of standard Italian, as compared with the varieties spoken in Florence, Milan and Rome, «Journal of the International Phonetic Association» 35, 2, pp. 131-151.
Chiari, Isabella (2002), Ridondanza e linguaggio. Un principio costitutivo delle lingue, prefazione di T. De Mauro, Roma, Carocci.
Ladefoged, Peter & Maddieson, Ian (1996), The sounds of the world’s languages, Oxford, Blackwell.
Maddieson, Ian (1984), Patterns of sounds, Cambridge, Cambridge University Press.
Marotta, Giovanna (1987), Dittongo e iato in italiano: analisi fonetico-fonologica per una difficile discriminazione, «Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa» serie 3a, 17, pp. 847-887.
Mioni, Alberto M. (2001), Elementi di fonetica, Padova, Unipress.