Vedi TRIVENTO dell'anno: 1966 - 1997
TRIVENTO (v. vol. VII, p. 996)
Dell'abitato antico, ignorato dalle fonti, pressoché nulla appare a tutt'oggi con certezza documentato archeologicamente. L'attuale impianto di T. sembra, peraltro, restituirne almeno un'attendibile definizione perimetrale e dimensionale. Il centro appare arroccato e circoscritto per un'estensione compresa fra gli 8 e i 10 ha. L'arteria principale (attuali Via Roma, Via Don Rocco) risale diritta il versante meridionale del colle incrociando una serie discontinua di bracci viari ortogonali tracciati in forte pendenza. La Piazza della Cattedrale, aperta e orientata sull'asse del percorso precedente, sembra forse configurarsi come spazio pubblico già in antico. L'accesso principale doveva schiudersi lungo una direttrice obbligata di transito lievemente pendente alla radice del colle (Via S. Nicola, Salita di Porta Maggiore) e raccordarsi al disegno della viabilità maggiore, analogamente orientato. Comunque consistente appare il patrimonio archeologico reimpiegato in ambito urbano.
Municipio duovirale istituito alla metà del I sec. a.C. o nei decenni immediatamente seguenti, T. è capoluogo amministrativo di un vasto territorio che sembra sostanzialmente coincidere con l'ampio bacino idrografico del Trigno. Ne facevano parte, spartiti fra rive opposte, i centri attuali di S. Giovanni Lipioni, Schiavi d'Abruzzo, Agno- ne, Pietrabbondante, Montefalcone, Roccavivara, Duronia, Frosolone, Carovilli, per lo più noti all'indagine archeologica per precedenti stanziamenti di età sannitica: i santuarî di Pietrabbondante e Schiavi, le cinte di Montefalcone, Duronia, Frosolone, Monte Ferrante e Monte Saraceno, solo per citarne alcune.
Dalla contrada Pisciarello proviene una statuetta di cavaliere datata al V sec. a.C.; dai dintorni del centro, sono noti corredi tombali di inumati di fine VI-inizî V sec. a.C. e, ancora, piccoli bronzi di media e tarda età ellenistica raffiguranti Ercole. Il luogo di rinvenimento della testa virile bronzea della Bibliothèque Nationale di Parigi è stato recentemente forse individuato nella località Inforchie Vecchie. A Piano della Baronessa un bollo su dolio con data consolare di C. Calvisius e di Cn. Lentulus fa risalire verosimilmente almeno al secondo venticinquennio del I sec. d.C. la fase d'impianto del complesso. A S. Fabiano (Roccavivara) la villa, terrazzata e scenograficamente aperta sulla vallata del fiume Trigno, presenta una fase repubblicana di primo impianto; è fiorente nei primi secoli dell'impero e ancora vitale fra V e VI sec., quando, però, subisce vistose alterazioni e spoliazioni. La villa di S. Maria di Canneto (Roccavivara), infine, a una parte residenziale, soprattutto nota per la fase di III sec. d.C. con pavimenti a mosaici policromi figurati e a decorazioni geometriche, affianca un articolato settore destinato alla produzione di vino e alla lavorazione della ceramica.
Il municipio, vitale per attestazioni epigrafiche pubbliche ancora nel III e IV sec. d.C. (CIL, IX, 2589; Ν Sc, 1981, p. 42 e, di recente rinvenimento, una dedica a Diocleziano) fu, in seguito, sede episcopale.
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