Vedi TRIVENTO dell'anno: 1966 - 1997
TRIVENTO (Terventum)
Centro sannitico e municipio romano situato nella media valle del Trigno (Mouse).
La forma esatta del nome, Terventum, è attestata dalla documentazione epigrafica locale (C.I.L., ix, 2585, 2600-2602, 2604-2607), mentre gli abitanti sono chiamati Tereventinates (Plin., Nat. hist., iii, 107), come il luogo è detto Tereventum in un iscrizione di Bovianum (C.I.L., ix, 2565) e Terebentum nel Lib. Col., p. 238 Lachmann.
La città, scarsamente nota nell'antichità per la sua posizione remota da ogni strada di grande comunicazione, non è menzionata da altre fonti. La sua costituzione a municipio, il quale ebbe ordinamento duovirale, si rese necessaria nel quadro dell'assetto territoriale che fu dato al Sannio dopo la guerra sociale. Esigenze di ordine amministrativo condussero al potenziamento di centri situati in località montane come Terventum e Fagifulae (S. Maria a Faifoli) insieme con altri quali Aufidena, Saepinum e Bovianum, ove il processo di urbanizzazione si era già avviato spontaneamente. Rimane ben poco dell'abitato antico di cui si ignora l'estensione ed il disegno urbanistico. Murature in opera reticolata sono state incorporate nella cripta della cattedrale ed altri ruderi sono segnalati in località Sterpara a circa km 2,5 a S del paese.
L'appartenenza di tutti i Sanniti Pentri alla tribù Voltinia rende assai incerto il riconoscimento dell'estensione territoriale dei varî municipî. Terventum doveva confinare con Fagifulae, Bovianum, Aufidena e Histonium. Rientravano nella sua giurisdizione Schiavi d'Abruzzo, ove esiste un notevole tempio sannitico di età ellenistica, S. Giovanni Lipioni, donde proviene la testa virile bronzea di Parigi detta da Bovianum, Montefalcone, ove sono segnalati resti sannitici e romani (questi ultimi alla chiesa della Madonna del Canneto). Non è infine da escludere la pertinenza al municipio di Terventum della zona di Pietrabbondante, ove un'iscrizione osca con dedica alla Vittoria menziona un Lúvkis Dekitis Marah[eís], della gens Decitia, nota mediante l'epigrafia latina di T. (C.I.L., ix, 2596, 2611, 2612). Proviene da T. una statuetta arcaica di cavaliere in pietra calcarea (alta cm 19, lunga cm 25) simile a quella rinvenuta a Nesazio (v. vol. v, p. 429, fig. 559), ora al Museo Nazionale di Chieti.
Bibl.: Th. Mommsen, in C.I.L., IX, 1883, p. 241, nn. 2585-2627; A. Sogliano, Il Museo Naz. sannitico di Campobasso, Napoli 1889, n. 1365; H. Nissen, Italische Landeskunde, II, Berlino 1902, p. 792; H. Philipp, in Pauly-Wissowa, V A, i, 1934, col. 848 s., s. v. Terventum; A. Adinolfi, La cripta della Cattedrale di Trivento, in Atti e Mem. del Convegno storico abruzzese-molisano, 1931, II, Casalbordino 1935, p. 853, s., tav. 82, fig. 2; cfr. anche A. Degrassi, in Mem. Acc. Lincei, ser. VIII, II, 1949, p. 327; L. Gambi, La media e alta Val Trigno, in Mem. Geogr. Antrop., VI, 1951, p. 69.