trofoneurosi
Alterazione trofica di un tessuto o di una parte del corpo, conseguente a malattia di una struttura nervosa. La t. può riguardare i tessuti cutaneo e sottocutaneo, i muscoli, le articolazioni per alterazioni o perdita della sensibilità, così che il soggetto, non avendo sensazioni dolorifiche o termiche, va incontro a ferite, ustioni, mutilazioni, malformazioni articolari. Le cause più frequenti di t. sono la polineuropatia diabetica e quella alcolica e la tabe dorsale; cause rare sono la radicolopatia sensoriale familiare e la distrofia neurovascolare ereditaria delle estremità (che coinvolge anche i piccoli vasi). Se la lesione nervosa coinvolge le fibre motorie, si ha t. con atrofia muscolare. Spesso la t. è legata alla disfunzione del sistema nervoso autonomo, e si manifesta con lesioni la cui patogenesi è vascolare o microvascolare: l’ipertono simpatico provoca vasocostrizione con conseguente minore afflusso di sangue in periferia: tipico esempio è il morbo di Raynaud, che può portare anche a cancrena delle estremità. Una particolare forma localizzata di t. è quella facciale, malattia caratterizzata da atrofia progressiva unilaterale del volto che determina asimmetria facciale e mancanza di lacrimazione dal lato colpito.