troncare
È presente in tre esempi dell'Inferno, sempre in accezioni estensive rispetto al valore fondamentale di " render tronco ", " mutilare " privando di qualche parte.
Compare come riflessivo con il significato di " lacerarsi ", " mordersi violentemente ", nella descrizione degl'iracondi, che si percotean non pur con mano, / ma con la testa e col petto e coi piedi, / troncandosi co' denti a brano a brano (VII 114); bene il Buti: " È conveniente che... costoro straccionsi con li denti a pezzo a pezzo, come hanno stracciato nel mondo lo prossimo e ancora sé medesimi ".
Vale " recidere " quando Virgilio suggerisce a D. di spezzare un ramoscello da un albero della selva dei suicidi: Se tu tronchi / qualche fraschetta d'una d'este piante, / li pensier c'hai si faran tutti monchi (XIII 28; la rima -onchi [cfr. bronchi, v. 26] è esclusiva di questo luogo); e si noti come anche monchi evochi l'idea di ‛ storpiare ', ‛ mutilare ', implicita in tronchi (sulla congruenza del lessico dantesco rispetto a questo tema centrale dell'episodio, v. L. Spitzer, in Lett. dant. 230).
Gli ordini di ponti che collegano fra loro gli argini delle fosse di Malebolge convergono a guisa di raggera verso il pozzo centrale, dal quale risultano, per così dire, " interrotti " e congiunti; questa struttura materiale dell'ottavo cerchio è così descritta: da imo de la roccia scogli / movien che ricidien li argini e ' fossi / infino al pozzo che i tronca e raccogli (XVIII 18).
V. TRONCO (agg. e sost.).