TROPAEUM ALPIUM
Denominazione classica di La Turbia (La Turbie), sulla via Iulia Augusta tra Mentone e Nizza, a N di Monaco. In questa località, come punto importante dell'Alpis Maritima, in seguito alla definitiva sottomissione dei popoli alpini, effettuata da Augusto nel 14 a. C., fu alcuni anni dopo innalzato un solenne monumento commemorativo, ricordato da Plinio (Nat. hist., iii, 137).
Come si è potuto accertare in base ai pochi avanzi superstiti, l'opera architettonica, parte in marmo lunense, parte in pietra locale, consisteva in un solido basamento o podio quadrangolare (di m 32,52 di lato), il quale sulla faccia O portava un'ampia targa marmorea iscritta (m 17 × 3,66) con la dedica ad Augusto e la enumerazione dei 45 popoli alpini sottomessi (C.I.L., v, 7817): targa racchiusa, a sinistra e a destra, fra trofei d'armi. A questo primo basamento se ne sovrapponeva un secondo, più piccolo, pure quadrato, quindi uno rotondo, su cui innalzavasi un colonnato circolare, con 24 colonne lisce, munite di capitelli di tipo dorico. Nel giro delle colonne si racchiudeva una torre cilindrica, sulle pareti esterne della quale si aprivano nicchie con statue, in corrispondenza degli intercolumnî. Al di sopra di una trabeazione pure dorica, sorgeva una piramide esagonale a gradoni, portante al sommo la statua bronzea di Augusto vittorioso, tra due figure di barbari prigionieri. Il corpo centrale della costruzione misurava m 16,56 di diametro. Tutto quanto il monumento, dal piano stradale alla sommità, si calcola misurasse un'altezza corrispondente al triplo del diametro del corpo centrale (= m 49,68).
Fin dal V sec. il monumento cominciò ad essere privato dei suoi ornamenti statuarî. Successivamente nel corso del Medioevo spogliato delle colonne ed altro, e ridotto al nucleo centrale, venne trasformato in una torre merlata (sec. XII), a protezione di una fortezza. Tutto il residuo materiale da costruzione venne utilizzato per le casette di un villaggio, che rimase in piedi fino alle radicali opere di scavo e di restauro, intraprese nel 1929. Sotto la direzione dell'architetto J. Formigé, e per l'iniziativa di un privato mecenate, il monumento augusteo trovasi oggi ricostruito nella maggior parte dei suoi elementi essenziali, con materiale di sua propria pertinenza.
Tipologicamente il monumento si riattacca ad una serie di edifici caratteristici della Gallia Narbonensis, come il monumento dei Giulî a St. Remy (v. glanum); e dell'Italia settentrionale (v. aquileia). I trofei di armi che bordavano l'iscrizione di tradizione ellenistica, richiamano quelli rappresentati sui monumenti di St. Remy, Carpentras, Orange, ecc.; le sculture a tutto tondo che ornavano l'edificio sembrano invece di diretta derivazione urbana.
Bibl.: J. Formigé, Le Trophée des Alpes (La Turbie), Parigi 1949 (con tutta la bibl. precedente); N. Lamboglia, Le trophée d'Auguste à la Turbie, Bordighera 1955; L. Crema, Architettura romana, Enciclopedia Classica, III, XII, Torino 1959, n. 25.