Troppo-Dare (Troppo-Donare)
È nel Fiore il nome del cammino costruito da Folle-Larghezza, corrispondente a Trop-Doner del Roman de la Rose. Nell'allegoria del poemetto, il cammino rappresenta una via più rapida per giungere alla conquista della donna, rispetto a quella del servizio amoroso seguita dall'amante. Essa consiste nella smodata larghezza nel donare, cui può ricorrere solo chi dispone di grandi mezzi, e non senza grave danno.
L'esistenza del cammino viene rivelata all'amante da Amico: L'uom appella il cammin Troppo-Donare, / e fu fondato per Folle-Larghezza; / l'entrata guarda madonna Ricchezza, / che non i lascia nessun uom passare, / se non è su' parente o su' compare, LXXI 1 (" Li chemins a non Trop Doner; / Fole Largece le fonda, / Qui mainz amanz i afonda ", Roman de la Rose 7896-98).
L'amante cercherà di trovare il cammino, ma s'imbatterà in Ricchezza, che gli vieta l'accesso per l'esiguità delle sue entrate: Col capo inchin la donna salutai, / e sì la cominciai a domandare / del cammin ch'uomo appella Troppo-Dare. / Quella rispose: " Già per me nol sai; / e se 'l sapessi, già non vi 'nterrai, / ched i' difendo a ciaschedun l'entrare / sed e' non ha che spender e che dare, LXXV 3 (" Je leur demandai touteveie / A Trop Doner la dreite vele ", Rose 10067-68); cfr. anche CCXXXII 4 malgrado di Ricchezza la spietata... / che del cammin c'ha nome Troppo-Dare / le piacque di vietarmene l'entrata (" Maugré Richece la vilaine, / Qui onques de pitié n'usa, / Quant l'entree me refusa / Dou senteret qu' ele gardait! ", Rose 21762-65).
A questo stesso cammino fa riferimento anche il Detto, senza però indicarne il nome: Ben ci ha egli un cammino / più corto... (v. 277).