troubled assets relief program
<trḁ'bld ä'sets rilìif prë'uġräm>. – In sigla TARP. Programma messo a punto nell’ottobre del 2008 dall’allora segretario di Stato al Tesoro statunitense H. Paulson e dal presidente della Federal Reserve B. Bernanke per porre un freno alla crisi dei mutui culminata con il fallimento della banca d’affari Lehman Brothers. Il programma autorizzava l’erogazione di 700 miliardi di dollari per rilevare i altamente illiquidi e ad alto rischio detenuti nei portafogli delle banche e degli istituti finanziari ritenute troppo grandi per fallire (v. ), in cambio di partecipazioni pubbliche sotto forma di azioni privilegiate e dell’impegno da parte degli istituti a restituire quanto ricevuto. La concessione degli aiuti era inoltre condizionata all’accettazione, da parte degli istituti, di regole di governance, di schemi di remunerazione e incentivo sganciati da rischi eccessivi, di vincoli alle buonuscite per il top management, e comportava la reversibilità dei bonus connessi a operazioni fallimentari. Il TARP ha rappresentato lo strumento principale con cui il governo degli Stati Uniti ha gestito nel 2008-09 le fasi più acute della crisi economica e finanziaria, assicurando il salvataggio di grandi istituti finanziari quali AIG, Bank of America, Citigroup, Merril & Lynch, Goldman Sachs, nonché dei gruppi automobilistici General Motors e Chrysler. Dei 700 miliardi di dollari originariamente stanziati, alla fine del 2012 il Tesoro ne aveva utilizzati 466, dei quali 345 erano stati rimborsati e aveva incassato circa 30 miliardi di dollari in dividendi, interessi e guadagni in conto capitale. Delle somme erogate, 250 miliardi di dollari sono stati utilizzati per la ripatrimonializzazione delle banche, circa 68 per sostenere la banca d’affari AIG e quasi 80 per finanziare i programmi di aiuto all’industria automobilistica.