trovare
Quanto alla morfologia, si rileva come le forme con la vocale tonica scempia sono le uniche usate nella Vita Nuova e nella Commedia, mentre nelle altre opere prevalgono quelle dittongate: indic. pres. truovo, truovi, truova, truovano; I singol. pass. rem. truova' (Detto 143); I e III singol. cong. pres. truovi. Si notino inoltre: II singol. pres. indic. trove, in rima; III plur. imperf. indic. trovavar (Fiore LXXXIV 2; v. Parodi, Lingua 255); I singol. cong. imperf. trovasse; I e III singol. cond. pres. troveria.
Nella sua accezione più lata esprime il risultato positivo del cercare, e vale " riuscire ad avere " ciò che si cerca o anche " riuscire a sapere " dov'è, in modo da poterne disporre all'occorrenza: If XXXI 73 Cércati al collo, e troverai la soga / che... tien legato il corno; Pg XIII 153 quella gente vana / … spera in Talamone, e perderagli / più di speranza ch'a trovar la Diana; Pd XXIII 5, XII 122 chi cercasse a foglio a foglio / nostro volume, ancor troveria carta / u' leggerebbe " I' mi son quel ch' i' soglio "; Pg XII 131 (ancora accostato a ‛ cercare ', con costrutto assoluto); Pd XIX 27; Rime CIII 14, CXIII 7, Rime dubbie XVII 10 Li spiriti... / che n'escon de lo cor, che trovan meno, " non ritrovano più " (Contini). Con riferimento all'opportunità di apprendere, venire a sapere quale cammino debba essere percorso per andare da un luogo a un altro: Pg XI 50 con noi venite, e troverete il passo / possibile a salir persona viva; XVIII 114, XIX 36 e 80; Fiore LXXI 9 Se puo' per quel cammin trovar passaggio; LXXIV 2, XCII 4, CCXXXII 8. Di persona che si desidera incontrare: If XXXII 59 tutta la Caina / potrai cercare, e non troverai ombra / degna più d'esser fitta in gelatina, e XXIII 73; Fiore XXIV 9 Or andiam tosto e troviam quel villano; XX 7, XXII 10, XXIII 6, XXV 1.
Molto spesso il risultato positivo della ricerca si risolve in un accrescimento della conoscenza conseguito mediante l'invenzione, il calcolo, la riflessione o lo studio; in questo caso il verbo assume l'accezione di " riuscire a conoscere, a stabilire, a scoprire, a inventare " e può essere seguito da un complemento oggetto o da una proposizione oggettiva, infinitiva o interrogativa indiretta o è usato al passivo. Regge un complemento oggetto in Vn XXV 4 se volemo cercare in lingua d'oco e in quella di sì, noi non troviamo cose dette anzi lo presente tempo per cento e cinquanta anni; Rime XCI 72 Io non la vidi tante volte ancora / ch'io non trovasse in lei nova bellezza; Rime dubbie VI 12; Cv II VIII 13 le diverse oppinioni ch'io truovo di ciò; III XIV 8 e 11, IV XVI 9; Pg XXIX 103 leggi Ezechïel... / e quali i troverai ne le sue carte, / tali eran quivi; Detto 250. È seguito da una proposizione in Vn III 8 cominciai a pensare, e trovai che l'ora ne la quale m'era questa visione apparita, era la quarta de la notte stata, e XII 9; Cv IV V 11 se consideriamo li sette regi che prima la governaro... noi trovare potremo... coloro essere stati di diverse nature; XIV 4 mai non s'avrà a trovare là dove nobilitade per processo di tempo si cominci; I IX 2, IV V 12, If XI 102. È usato al passivo in Cv II IV 2 di queste creature... diversi diversamente hanno sentito, avvegna che la veritade sia trovata; III 3, IV XV 3, XIX 2; Fiore XLIII 4 nulla falta in me si troveria.
In passi allusivi alla creazione poetica, all'esito della speculazione dottrinaria e, più raramente, al comportamento morale e pratico, il termine si dimostra disponibile a esprimere l'idea dell'escogitare, dell'ideare, dell'inventare: Vn XXV 6 cotale modo di parlare [fu] dal principio trovato per dire d'amore; Rime LXXXIII 110 co' begli atti novi / ch'ognora par che trovi; Cv IV IX 1 a perfezione de l'umana vita la imperiale autoritade fu trovata; II I 4, XIV 18, IV IX 8, If XI 14 " Alcun compenso ", / dissi lui, " trova che 'l tempo non passi / perduto "; Pd XIV 105; Fiore XIX 12 un villan che truov'ogne menzogna; XLVII 3, CXXI 12, CXXXIX 10. Di qua l'accezione di " poetare " assunta dal verbo, anche come calco del provenzale trobar (v. TROBAR CLUS); in questo senso t. è ampiamente attestato nella lingua del tempo (cfr. Guittone Ora parrà s'eo caverò 5-6 " om tenuto saggio audo contare / che trovar non sa "; Cecco Lassar vo' lo trovare di Becchina; ecc.) mentre nel lessico dantesco è presente solo come infinito sostantivato, con il significato di " componimento poetico ", in Rime LXII 11 come dimostra 'l vostro buon trovare.
L'idea della ricerca si precisa in quella dello sforzo diretto alla realizzazione, al conseguimento di determinati risultati. Di qua l'accezione di " ottenere ", " riuscire ad avere " o anche di " riuscire a procurarsi " assunta dal verbo quando seguono alcuni sostantivi astratti: Cv II XII 5 io, che cercava di consolarme, trovai... a le mie lagrime rimedio, e IV XII 16 (due volte); Pg VI 150 quella inferma / ... non può trovar posa in su le piume; VIII 113 Se la lucerna che ti mena in alto / trovi nel tuo arbitrio tanta cera, e XV 70; Fiore II 3 non sapea dove trovar aiuto; XXXV 2, XXXVI 3, XCIII 12, CXXXIX 14, CCV 11, Detto 266.
In un secondo gruppo di esempi t. non contiene l'idea del cercare e perciò indica reperimento fortuito: Cv II XII 5 l'uomo va cercando argento e fuori de la 'ntenzione truova oro; in un contesto metaforico: Rime CXIII 1 Degno fa voi trovare ogni tesoro / la voce vostra sì dolce e latina. Per un'esatta valutazione della proprietà del lessico dantesco, particolare importanza acquistano i due esempi nei quali t. è accostato a ‛ ritrovare ' o a ‛ ritrovarsi '. In If I 8 mi ritrovai per una selva oscura / ... ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, / dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte, i due verbi indicano due momenti, l'uno successivo all'altro, di un processo spirituale; infatti mi ritrovai esprime la sorpresa e lo smarrimento provati da D. nell'accorgersi di essere capitato nella selva dell'errore e del peccato senza avere la consapevolezza del come vi era giunto, mentre nel bene ‛ trovato ' nella selva sono potenzialmente contenuti tutti i valori etici di cui il viaggio oltremondano allegoricamente rappresenta la conquista. Invece in Cv IV XI 8 più volte a li malvagi che a li buoni le celate ricchezze che si truovano o che si ritruovano si rappresentano, i due verbi, entrambi usati con il ‛ si ' passivante, semanticamente si differenziano per il fatto che in si truovano non è presente l'idea della riscoperta di un bene già conosciuto e poi andato smarrito, che è invece presente in si ritruovano (altro esempio nello stesso paragrafo).
L'idea dell'accidentalità del fatto è presente anche quando t. vale " imbattersi in una cosa ", " trovarsi inaspettatamente davanti a essa ": Pg XXII 131 un alber che trovammo in mezza strada; XXXI 26 quai fossi attraversati o quai catene / trovasti, per che del passar innanzi / dovessiti così spogliar la spene?; XXXIII 108, If XXXIII 95.
Più frequentemente vale " imbattersi in una persona ", " incontrarsi con qualcuno " o anche " constatare che qualcuno è in un determinato luogo ": Vn XIX 14 69 Tu troverai Amor con esso lei, e 10 37, XIV 12 7; Rime LXXXIV 12 Quando trovate donna di valore, / gettatelevi a' piedi umilemente; XCVI 1, CIV 96, If XXX 94; Fiore CLXVIII 6 ella rimarria 'ngannata / se l'un l'altro vi potesse trovare, se un amante " incontrasse " in casa di lei un altro amante; LXXXIV 14, CXXIV 1, CXCVII 7, CC 12. In un contesto metaforico: Cv III Amor che ne la mente 25 quella gente che qui s'innamora / ne' lor pensieri la truovano ancora, " pensano spontaneamente a questa donna " o, come spiega lo stesso D. in VI 7, rimane questa ne' loro pensieri. Con il valore di " incontrare " ricorre spesso a proposito dei personaggi (demoni o anime) che D. incontra nel suo viaggio oltremondano: If VI 115 quivi trovammo Pluto, il gran nemico; XXIII 58 La giù trovammo una gente dipinta; XXVI 4, XXXI 84, XXXIII 155, Pg XXIII 83, Pd XVII 122.
Con riferimento al fatto che il Mincio, nel suo corso dal lago di Garda al Po, attraversa le bassure di Mantova: If XX 79 Non molto ha corso, ch'el trova una lama, / ne la qual si distende e la 'mpaluda. Analogamente, nella descrizione che Guido del Duca fa della trista valle dell'Arno, albergo di porci, cani ringhiosi, lupi e volpi: Pg XIV 50 quant'ella più 'ngrossa, / tanto più trova di can farsi lupi / la maladetta e sventurata fossa; e così ai vv. 46 e 53.
In Rime XCVI 8 il loco ov'i' son... è sì rio / che 'l ben non trova chi albergo li doni, il valore traslato del verbo è di per sé evidente. Una più complessa motivazione letteraria e dottrinaria presiede all'uso del verbo in XC 4, dove, riprendendo il tema guinizzelliano della natura d'Amore, questo è inteso come principio attivo suscitatore delle virtù morali e intellettuali, nello stesso modo che il sole apprende più lo suo valore / dove più nobiltà suo raggio trova, imprime cioè tanto più la sua potenza nelle cose che i suoi raggi " incontrano ", quanto maggiore è la perfezione di esse. Analogamente la virtù conserva, adorna, accresce ciò che [di bene] trova nell'anima razionale dell'uomo (CVI 37).
Quando è accompagnato da un complemento predicativo o da altra determinazione analoga, precisa la constatazione, da parte del soggetto, di una condizione, di un modo, di un atteggiamento particolari, al momento del reperimento o dell'incontro.
Per indicare lo stato in cui è una cosa nel momento in cui qualcuno s'imbatte in essa: If XVI 104 giù d'una ripa discoscesa, / trovammo risonar quell'acqua tinta; Pg III 47 trovammo la roccia sì erta, / che 'ndarno vi sarien le gambe pronte; V 125 Lo corpo mio gelato in su la foce / trovò l'Archian rubesto; e così in XX 55, XXV 73, Pd XXIII 63, Fiore CXCIX 13, CC 7. In senso estensivo: Cv III I 1 Lo quale amore... trovando la mia disposta vita al suo ardore... di picciolo in grande fiamma s'accese; Pd VIII 139 natura, se fortuna trova / discorde a sé... / fa mala prova.
Per determinare il luogo, il modo, la condizione, l'atteggiamento, l'operazione a cui sta attendendo la persona incontrata: Vn IX 9 3 trovai Amore in mezzo de la via / in abito leggier di peregrino (rielaborato al § 13); Rime LXXIII 5 Di mezzo agosto la truovi infreddata, e LXXXVIII 8; Rime dubbie II 13, Pg XXXI 92, Pd XII 77 Spesse fïate fu tacito e desto / trovato in terra da la sua nutrice, e XI 67 e 103; Fiore XXVII 8 ella l'ha trovata in mesprigione; XXXII 2 trovava le guardie ben intese; XVI 3, LVI 10, CVIII 1, CCIII 10, Detto 414. In alcuni esempi la determinazione è espressa mediante una proposizione implicita o esplicita: If XVII 79 Trova' il duca mio ch'era salito / già su la groppa del fiero animale; Fiore LXII 9 se la truovi l'opera faccendo, / non far sembiante d'averla veduta (qui t. vale " cogliere ", " sorprendere "); CXLI 3, CX 12, CCXV 12 Sott'una quercia la trovò ombreare.
Frequentemente la constatazione dello stato in cui la persona o la cosa è, presuppone una speciale attenzione, un esame particolare o un'esperienza e può risolversi in un apprezzamento soggettivo: Cv IV XII 15 Come peregrino... che ogni casa che da lungi vede crede che sia l'albergo, e non trovando ciò essere, dirizza la credenza a l'altra; II Voi che 'ntendendo 27 (ripreso in IX 1, due volte), Rime L 36; Pg XII 134 con le dita... / trovai [" constatai "] pur sei le lettere che 'ncise / quel da le chiavi a me sovra le tempie; Fiore LXIII 4 dille ch'ell'è la migliore / dadi gittante, che tu mai trovassi; XLI 4, LXXVII 4, LXXXII 11, XCI 4, Detto 37, 143 e 469.
L'intransitivo pronominale ‛ trovarsi ', seguito da un complemento di luogo, indica che il soggetto è in quel luogo per il fatto di esservi giunto, e spesso presuppone che l'evento sia avvenuto in modo casuale o inaspettato: If IV 7 'n su la proda mi trovai / de la valle d'abisso, e XVIII 20; Fiore CXXXVII 2 Tutti e quattro passarono il portale, / e si trovaron dentro a la porpresa, e CXCIV 6.
Quindi, usato in senso figurato, indica che il soggetto è in una determinata condizione o situazione, e ne ha coscienza: Vn XIII 9 11 vorrei dire, e non so ch'io mi dica: / così mi trovo in amorosa erranza!; Cv II Voi che 'ntendendo 6 (ripreso in VI 5).
Quando il soggetto è un nome di luogo, vale " essere posto ", " essere situato ": If XIV 130 Maestro, ove si trova / Flegetonta e Letè?
Con soggetto di cosa, indica che questa è posta nel luogo determinato dal complemento o è in esso reperibile, ma implica anche l'idea che la sua esistenza è stata accertata da qualcuno o è comunque accertabile: Pd X 71 Ne la corte del cielo... / si trovan molte gioie care e belle; Fiore CV 2 se si truova al mondo di buon vino, / e' convien ch'i' me ne empia lo bolino; Pg X 96, Pd XVI 41.
Conserva il valore di " esserci " o di " essere reperibile " anche quando il soggetto è un sostantivo astratto: Cv III II 13 ne le cose animate mortali la ragionativa potenza sanza la sensitiva non si truova (altri due esempi nello stesso paragrafo); Amor che ne la mente 49 (ripreso in VII 14 e XIV 12); Pg XVI 116 In sul paese ch'Adice e Po riga / solea valore e cortesia trovarsi; Pd XXVI 32.
Di qua il significato di " essere accolto ", " allignare ", assunto dalla locuzione ‛ t. loco ' in Pg XXII 22 come poté trovar dentro al tuo seno / loco avarizia? Analogamente, per il valore di pronome indefinito di ‛ uomo ', vada qui anche Fiore XCIV 5 il domandò se l'uon trovava / religïone in gente seculare.
Ha valore anche più indeterminato, assai vicino a quello di ‛ essere ' usato in funzione di copula, allorquando, in forma pronominale, è seguito da un complemento predicativo o da altra determinazione analoga: Vn XXXI 15 58 sospirar d'angoscia / mi strugge 'l core ovunque sol mi trovo; Rime L 56 l'entrar di lui [del cuore] si trova / serrato... da quella saetta / ch'Amor lanciò; Fiore CLIV 13 pensi a chieder sua dispensa, / sì ch'ella non si truovi soffrattosa. Analogamente, per indicare una condizione: la porta dell'Inferno sanza serrame ancor si trova (If VIII 126).
In un gruppo di esempi ricorre con riferimento a quanto " è contenuto " in un testo scritto: Cv II XIV 6 Quello che Aristotele si dicesse [della natura della Galassia] non si può bene sapere... però che la sua sentenza non si truova cotale ne l'una translazione come ne l'altra, è cioè esposta in modo diverso nell'una o nell'altra delle traduzioni del trattato De Meteoris; e così in V 16, XIII 12. In un contesto metaforico: Vn I In quella parte del libro de la mia memoria... si trova una rubrica... sotto la quale... io trovo scritte le parole le quali è mio intendimento d'assemplare in questo libello; altro esempio in Rime LXVII 58.
Quando indica coincidenza della volontà, nell'uso odierno ricorre come riflessivo reciproco (" trovarsi d'accordo "); nel Fiore compare invece come intransitivo: LXXXIV 2 disser che trovavar d'accordanza / che Falsembiante e Costretta-Astinanza / dessono a Malabocca scacco matto.
Non è determinabile con sicurezza quale significato il verbo abbia in Cv IV XVIII 2 quando due cose si truovano convenire in una... ambo queste si deono reducere ad alcuno terzo, o verso l'una a l'altra; sembra infatti possibile sia interpretare la frase " quando si accerta che due cose hanno una caratteristica in comune ", sia attribuire a si truovano una semplice funzione fraseologica.
In Cv IV XXII si dà un'interpretazione allegorica dell'episodio evangelico delle Marie al sepolcro (Marc. 16, 1-8): [le pie donne] andaro per trovare lo Salvatore al monimento, e quello non trovaro; ma trovaro uno giovane vestito di bianco [§ 14]... domandano lo Salvatore, cioè la beatitudine, e non la truovano; ma uno giovane truovano in bianchi vestimenti [§ 15]... E così appare che nostra beatitudine... trovare potemo quasi imperfetta ne la vita attiva [§ 18]. Nel passo il verbo è usato in sensi diversi, giacché presuppone di volta in volta l'idea della ricerca (per trovare lo Salvatore), dell'incontro fortuito (trovaro uno giovane) e del conseguimento di un determinato risultato (nostra beatitudine… trovare potemo). Un altro esempio di replicazione in accezioni diverse si ha in XXX 5 comando a la canzone che suo mestiere discuopra là dove questa donna, cioè la filosofia, si troverà [" sarà "]. Allora si troverà [" verrà incontrata "] questa donna nobilissima quando si truova [" si riesce a scoprire, a conoscere "] la sua camera, cioè l'anima in cui essa alberga.