TRULLO (dal gr. τροῦλλος "cupola")
Nella zona maggiormente pietrosa della Puglia, lungo il declivio della bassa Murgia e particolarmente sulle ridenti colline che da Putignano, Alberobello e Martina Franca si spingono verso la costa ionica, sorge frequente un caratteristico tipo di costruzione a copertura pressoché conica che prende il nome di trullo.
Il naturale persistere di questo modo di fabbricare, che ha remotissime origini, va ricercato innanzi tutto nella costituzione del sottosuolo pugliese, la cui roccia calcarea affiora spesso recando serio impedimento alla coltivazione. Nelle campagne il contadino è stato sempre intento a coprire con terra vegetale di riporto le zone rocciose e a liberare pazientemente il proprio campo dai mille frammenti di pietra calcarea che gli agenti atmosferici staccano dal banco roccioso e frammischiano al terreno.
Con queste pietre, man mano raccolte, sono costruite le pariete, muretti di recinzione a secco che solcano in fitta rete la campagna divenendo parte integrante del paesaggio pugliese. Tra questo reticolato di bassi muri lo stesso contadino costruisce, con il medesimo materiale, il proprio rifugio e il deposito dei suoi arnesi da lavoro. Le pietre vengono disposte a strati ben sovrapposti in modo da costituire un muro circolare il cui spessore, sempre piuttosto considerevole, è proporzionato all'ambiente che si vuole ricavare. All'altezza prestabilita, il muro verticale viene spianato e le successive assise di pietra vengono collocate lievemente inclinate e sporgenti in falso verso l'interno. Le pietre di un medesimo strato contrastano lateralmene tra loro costituendo un sistema anulare pressoché rigido e i successivi anelli si appoggiano allo strato sottostante, man mano ridotti di diametro, fino a raggiungere un'apertura minima che viene chiusa con una pesante pietra in funzione di chiave di vòlta.
In tal modo l'ambiente circolare rimane coperto da una falsa cupola a forma conica costruita senza armatura e senza malta che si regge solidamente per contrasti laterali e per gravità. Nei centri abitati, dove le esigenze di vita sono maggiori, i trulli vengono a prendere ufficio di vere e proprie abitazioni. Gli ambienti si ampliano in elevazione e assumono in superficie forme più varie. Al trullo centrale si addossano altri ambienti minori, più spesso a pianta quadrata, anch'essi coperti con lo stesso sistema di vòlta conica. Nel grande spessore dei muri vengono ricavate alcove per i letti, nicchie per i mobili, focolari per le cucine, servizî, aperture di comunicazione per gli ambienti tra loro e con l'esterno.
Gl'interni sono intonacati e imbiancati, gli esterni sono regolarizzati in modo unitario e con particolari facciatine piane che si alzano spesso a mo' di timpano in corrispondenza dell'ingresso principale. Al disopra dei prospetti si elevano le cupole coniche la cui copertura esterna è costituita da una regolare sovrapposizione di lamine sottili di pietra scistosa come l'ardesia e che vengono chiamate chiancarelle. La grossa pietra di chiave è quasi sempre tagliata in modo da terminare il cono con una punta o una palla o una semisfera che viene ad assumere carattere ornamentale.
Il metodo di costruzione praticato ancor oggi dal contadino pugliese è uno dei più antichi conosciuti dall'umanità, quello che, nei paesi pietrosi, ha tenuto il posto della preistorica capanna conica. I trulli pugliesi discendono direttamente da quelle costruzioni circolari a forma di torre i cui ammassi pietrosi sono ancor oggi visibili in molti punti del Salento e lungo le rive dello Jonio, costruzioni il cui ufficio è ancora incerto (forse torri di villaggi fortificati) e che si conoscono col nome di "specchie".
Le specchie della Puglia sembrano potersi collocare nel quadro della civiltà megalitica mediterranea le cui maggiori espressioni architettoniche sono costituite dai nuraghi della Sardegna, dai sesi di Pantelleria, dai talayots delle Baleari e dalle neolitiche costruzioni di Creta e di Malta recentemente studiate da L. M. Ugolini.
I caratteri costruttivi dei suaccennati monumenti preistorici, specialmente per quanto riguarda la forma circolare degli ambienti e la loro copertura a falsa vòlta, non hanno riscontro nelle costruzioni romane e bizantine, ma si sono esclusivamente conservati nei moderni trulli pugliesi. La ricchezza di materiale pietroso, la comodità di costruire senza bisogno di malta né di centine in un paese dove il legname da costruzione è sempre stato assai raro, hanno determinato il persistere di una millenaria tradizione.
Soltanto da pochi anni, anche gli abitatori dei trulli hanno sentito il bisogno di adottare il tipo di copertura piana che consente un minimo spessore dei muri, ed è stato necessario l'intervento dello stato per impedire che, a poco a poco, i pittoreschi paesi dei trulli perdessero il loro mirabile particolare carattere. I centri abitati di Alberobello e Locorotondo con altre caselle sparse nella campagna, sono oggi protetti da speciali norme di tutela monumentale che varranno a conservare alla Puglia una delle sue zone più artisticamente originali e turisticamente importanti.