trumpizzazione
s. f. L’assimilazione alla politica e ai modi di Donald J. Trump.
• Trump difficilmente sarà il candidato repubblicano, per quanto vi sia il rischio che decida in ultimo di correre come indipendente. Ma il suo successo indica la «trumpizzazione» tanto della destra americana quanto di una fetta non marginale del Paese, che è decisamente sovra-rappresentata tra gli elettori delle primarie repubblicane. (Mario Del Pero, Giornale di Brescia, 9 dicembre 2015, p. 11, Commenti e opinioni) • ecco il faro che orienta il team parlamentare di «mattarelliani», ormai un «partito di fatto» che si prepara ad affrontare il rebus del 5 dicembre in autonomia, però con regole d’ingaggio ricavate dal verbo del Presidente. [...] Pronti a spendersi per la continuità di questo governo, fedeli al motto di «Renzi dopo Renzi». A patto che il premier ‒ indipendentemente dall’esito del referendum ‒ eviti fughe elettorali e rinunci alla tentazione di fare tabula rasa nel Pd. Lealtà all’unica leadership su piazza, insomma, ma solo a condizione di sostituire una «trumpizzazione» buona solo per la campagna elettorale con l’immagine di una coalizione responsabile. (Tommaso Ciriaco, Repubblica, 30 novembre 2016, p. 2) • Il ministro degli esteri tedesco, il socialdemocratico Sigmar Gabriel, in un’intervista al quotidiano «Handelsblatt», ha accusato Trump di aver fomentato soprattutto i sauditi contro i vicini, aggiungendo altra tensione in un’area già a rischio. «La “trumpizzazione” dei rapporti tra i Paesi non è il nostro approccio» ha detto Gabriel. (Giuseppe Sarcina, Corriere della sera, 7 giugno 2017, p. 14, Esteri).
- Derivato dal nome proprio (Donald J.) Trump con l’aggiunta del suffisso -izzazione.