Tsui Hark (propr. Tsui Man-kong)
Tsui Hark (propr. Tsui Man-kong). – Regista cinese (n. Saigon 1950); tra i più rappresentativi e inventivi registi del cinema dell’Estremo Oriente, dopo gli inizi negli anni Settanta nell’ambito del film di genere declinato 'all’orientale', si è spinto nel 21° sec. verso una rutilante visionarietà in cui l’uso degli effetti speciali e i virtuosismi tecnici assurgono a composizioni visive complesse e raffinate. Con Shun liu Ni liu (2000; Time and tide) ha composto l’atmosfera romantica di un neo-noir ambientato a Hong Kong in cui i ritmi dell’action-movie sono estremizzati fino a ottenere effetti vicini al cartoon, che tornano nello stile tra la fantascienza e il fumetto di Hak hap 2 (2002; Black mask 2: city of masks), dove riprende la saga della 'maschera nera' precedentemente iniziata. Un fantasmagorico e spericolato esercizio di stile risulta Tie saam gok (2007; Triangle), in cui, con un'originale regia 'a staffetta' condivisa da altri due cineasti orientali, J. To e R. Lam, dipana un'oscura trama d’azione, in assonanza con le atmosfere dei film di Q. Tarantino. In Qi jian (2005; Seven swords) ricostruisce il 17° sec. cinese della dinastia Ching in un forsennato, sanguinario e barocco film d’avventura cavalleresca; mentre Sam hoi tsam yan (2008; Missing) si immerge nella dimensione horror e dark del ghost movie cinese, senza rinunciare ai prediletti toni struggentemente romantici. L’eclettismo ha condotto T. H. verso i toni dinamici di una commedia tutta giocata al femminile come Nuren bu huai (2008; All about women). L’immaginazione fantasy che già era alla base di Shu shan zheng zhuan (2001; The legend of Zu), viene invece contaminata da un'indagine poliziesca svolta in un passato favoloso in Di Renjie (2010; Detective dee e il mistero della fiamma fantasma) e in Long men fei jia (2011; Flying swords of dragon gate), primo 3D cinese, si esalta nella magniloquenza delle immagini vertiginose che ripercorrono il genere del wuxiapian, simile al nostro 'cappa e spada'.