TUBINGA (ted. Tübingen; A. T., 51-52)
Cittadina della Germania nel Württemberg (circolo della Foresta Nera), la quale si trova presso una sella che divide la valle del Neckar da quella dell'Ammer (suo affluente di sinistra), 340 m. s. m., tra l'Österberg (a oriente) e lo Spitzberg Buss (a occidente). Dalla vita universitaria (più di 2000 studenti) la città trae notevoli guadagni, mentre invece, per quanto si trovi allo sbocco di tre valli (Ammer, Neckar e Steinbach) e abbia buoni collegamenti con la rete stradale, essa è rimasta in disparte e non ha visto sorgere nei dintorni né fabbriche, né officine. Una parte degl'istituti universitarî si trova a NE., dietro l'Osterberg e sulla sinistra dell'Ammer, mentre gli edifici più antichi sono sull'altura e ivi abitano professori e studenti. Invece il quartiere medievale sottostante, con strade d'aspetto vetusto, è abitato in prevalenza da vignaioli. A destra del Neckar è recentemente sorto sulle alluvioni del fiume un quartiere moderno. Gli abitanti da 10 mila nel 1875 sono aumentati nel 1933 a 23.257.
Monumenti. - La collegiata di S. Giorgio (1470-1478), a navate di uguale altezza, è di stile gotico seriore. Nel 1550 il coro, trasformato in luogo di sepoltura ducale, si arricchì di numerosi monumenti sepolcrali. Il castello, in posizione dominante, più volte rifatto, è notevole per la bellezza di porte e portali con decorazione lombardeggiante in stile del Rinascimento. I più begli edifici di legno e muratura sono pittorescamente situati vicino all'ala nuova (per la maggior parte dei secoli XVI-XVIII). Non lontano da Tubinga s'innalza il convento cisterciense Bebenhausen (1188-1227), trasformato nel sec. XIX in castello di cacce. A prescindere da alcuni rimaneggiamenti gotici, la chiesa rivela ancora l'originaria struttura romanica. Nel castello è sistemata la collezione di antichità e nell'università quella di pitture.
Storia. - La rocca di Tubinga viene menzionata per la prima volta nel 1078 in occasione delle lotte svoltesi tra Enrico IV e il suo competitore Rodolfo. La città era sede di una famiglia di conti, i quali divennero nel 1148 conti palatini in Svevia. Nel 1231 Tubinga viene ricordata per la prima volta come città. L'importanza della famiglia comitale andò rapidamente diminuendo nei secoli XIII e XIV, in seguito alle continue spartizioni territoriali. Si costituirono quattro linee: Horb, Herrenberg, Asperg e Böblingen, la quale si estinse per ultima nel 1667. La città di Tubinga passò sotto la signoria della linea Herrenberg e da questa fu venduta nel 1342 al conte Ulrico III di Württemberg. Sotto il dominio dei conti di Württemberg la città conobbe una nuova fioritura. Il conte Eberardo "im Barte", che ne fece la sua residenza, concesse alla città nuovi diritti civici nel 1493. Ivi fu conchiuso nel 1514 il trattato di Tubinga tra il duca Ulrico di Württemberg e i nemici del paese, trattato che consolidò il dominio di Ulrico.
Bibl.: K. Klüpfel e M. Eifert, Geschichte und Beschreibung der Stadt u. Universität Tübingen, voll. 2, Tubinga 1849; L. Schmidt, Geschichte der Pfalzgrafen von Tübingen, ivi 1853; J. Haller, Die Anfänge der Universität Tübingen, 1477-1537, voll. 2, Stoccarda 1927-29. Per i monumenti: Th. Demmler, Die Grabdenkmäler des württembergischen Fürstenhauses und ihre Meister im 16. Jahrh., Strasburgo 1910; E. Gradmann, Kunstwanderungen in Württemberg und Hohenzollern, Stoccarda 1926.
Istituti di cultura. - L'università fu fondata nel 1477 dal duca Eberardo di Württemberg, per consiglio del suo antico maestro ed amico J. Nauclerus (v.). Fin dall'inizio l'università si assicurò maestri di grande fama; tra gli altri, vi insegnarono Ecolampadio e F. Melantone (1512-18). Nel 1534 l'università passò alla Riforma e nel 1537 vi fu aggregato un collegio, il cosiddetto Stift; nel 1817 fu creata la facoltà di teologia cattolica, con annesso un seminario, il Konvikt. La facoltà di teologia protestante fu per lungo tempo la facoltà più importante, specialmente nel periodo iniziato da F. C. Baur (v. appresso: La scuola di Tubinga).
Ora l'università comprende le facoltà di teologia evangelica, di teologia cattolica, di diritto ed economia, di medicina, la facoltà filosofica e quella di scienze naturali. Nel 1935 vi erano iscritti 2378 studenti.
Altri istituti di cultura notevoli sono il Deutsches Institut für ärztliche Mission, che prepara i medici delle missioni e dà ai missionarî nozioni di medicina, la Biblioteca universitaria con circa 530.000 volumi e 4700 manoscritti, e la Württembergische Gesellschaft zur Forderung der Wissenschaften.
La scuola di Tubinga.
Si designa ormai con questo nome quella che si dovrebbe meglio chiamare la "giovine scuola" per distinguerla dalla "vecchia" scuola teologica, fiorita tra la fine del sec. XVIII e i primi del seguente, e rimasta sotto l'influsso delle dottrine del sec. XVIII e di Kant, che cercava di contemperare con una sostanziale ortodossia luterana. Il rinnovamento avvenne nel 1826 con la chiamata di F. C. Baur (v.) quale successore di E. C. Bengel; ma soprattutto con l'accettazione da parte del Baur della filosofia hegeliana. Preoccupato di compiere una ricostruzione storica vera e propria, il Baur concentrò la propria attenzione prevalentemente sulle lettere paoline e sugli Atti degli Apostoli: le due tradizioni gli parvero inconciliabili e tutta la storia del cristianesimo da doversi ricostruire alla luce del contrasto fondamentale tra Pietro e Paolo, tra la concezione giudeo-cristiana del primo e della comunità di Gerusalemme e quella universalistica del secondo e delle chiese da lui fondate: tendenze superate nella sintesi compiuta dalla Chiesa nel sec. II. Questa concezione, sviluppatasi nella mente del Baur attraverso l'esame critico dei documenti, divenne poi guida alla stessa critica letteraria: i documenti non chiaramente assegnabili all'una o all'altra tendenza, ma in cui egli le ritrovava entrambe fuse o mescolate insieme, furono giudicati tardivi.
L'opera del Baur fu continuata e svolta dai discepoli ed epigoni; tra i più fedeli va ricordato A. Schwegler; tra gli ultimi, che più o meno finirono col discostarsi dalle tesi del Baur, A. Hilgenfeld, K. Weizsacker, A. Ritschl. Ma la scuola fece sentire il suo influsso anche su studiosi d'altro che del cristianesimo primitivo, quali per es., J. Kostlin e E. Zeller. Aspramente combattuta per le sue tesi critiche eterodosse, la "scuola di Tubinga" ebbe il merito di aver fuso insieme scienze teologiche fino allora separate, almeno nell'insegnamento, quali l'"Introduzione al Nuovo Testamento" e la "Teologia neotestamentaria" e di aver tentato una ricostruzione storica completa e coerente, organica, come storia delle idee. Per contro, il presupposto era viziato almeno da unilateralità e finiva per trascurare aspetti essenziali; Gesù e S. Paolo appaiono isolati nella storia, e molte figure o movimenti ideali di primaria importanza - Giovanni Battista, per es., o le concezioni escatologiche - trascurati; e la critica delle fonti porta a conclusioni evidentemente in contrasto con dati di fatto, alcuni dei quali già messi in luce dalla critica contemporanea; sicché specialmente quest'ultima parte delle dottrine della "scuola di Tubinga" è oggi assolutamente scartata. Il che non impedisce alla storiografia moderna, dopo la violenta reazione degli ultimi decennî del sec. XIX, di riconoscere i meriti di questa scuola, nell'aver posto risolutamente il problema delle origini del cristianesimo come problema essenzialmente storico.
Bibl.: Notizie si trovano in tutte le opere di introduzione al Nuovo Testamento: v. bibbia; e anche gesù cristo; paolo, santo, ecc.; nonché le storie della storiografia (v. storia). Più particolarmente le opere citate alla voce baur; inoltre A. Schweitzer, Geschichte der Leben-Jesu-Forschung, 2a ed., Tubinga 1913 e rist. 1921; id., Geschichte der paulinischen Forschung, ivi 1911; L. Salvatorelli, Da Locke a Reitzenstein, in Riv. stor. ital., 1929.