tubocurarina
Il principale alcaloide del curaro; come le neurotossine estratte dal veleno di serpente (per es., il cobra reale indiano e il serpente corallo americano), la t. agisce come inibitore competitivo del recettore per l’acetilcolina; legandosi a esso, la t. impedisce l’apertura del canale ionico e quindi la depolarizzazione della membrana postsinaptica. La t. è impiegata in anestesia come coadiuvante per il rilassamento muscolare (per facilitare le procedure chirurgiche, spec. addominali e ortopediche), provocando, in breve tempo, paralisi flaccida; la sua azione si esplica sia a livello della placca neuromuscolare che a livello gangliare che a livello della parte midollare della ghiandola surrenalica: dà quindi ipotensione arteriosa e tachicardia riflessa. I più importanti effetti indesiderati della t. sono: apnea, collasso cardiocircolatorio, rilascio eccessivo di istamina. La t. viene anche usata in casi part. gravi di convulsioni e nell’eclampsia.