TUCHULCHA
Denominazione di un dèmone infernale etrusco, dai tratti animaleschi, raffigurato nel riquadro della Tomba dell'Orco (camera più recente) in cui Teseo e Piritoo sono puniti nell'Ade per aver tentato il ratto di Persefone. Il dèmone minaccia gli eroi brandendo dei serpenti. La sua figura è caratterizzata dai seguenti elementi: corto chitone senza maniche, ali spiegate, naso adunco a mo' di becco di uccello rapace, orecchi asinini, barba e capelli scomposti, aspetto orribile, serpenti fra i capelli, serpente attorcigliato al braccio e stretto in pugno. Ne risulta una maschera decisamente più mostruosa di quella dello stesso Charun (Caronte): fatto, questo, indicativo di un'eventuale diversità di uffici (v. Turmuca).
Non è escluso che la genesi di T., come pure di altri dèmoni infernali, sia condizionata alla penetrazione di nuove credenze religiose nell'Etruria del IV secolo. La sua presenza nella pittura della Tomba dell'Orco rappresenta una nota etrusca in una scena di mito greco. Lo stesso rilievo si può fare per la raffigurazione del cratere vulcente della Bibliothèque Nationale con il commiato di Alcesti e Admeto: qui il dèmone non è precisato dall'indicazione onomastica, ma presenta gli attributi che lo caratterizzavano nella pittura tombale. In un altro cratere da Tuscania a Trieste, che si ascrive allo stesso gruppo del precedente, The Alcesti Group dij. D. Beazley, il solito dèmone minaccia una donna accompagnata agli Inferi da Charun. Qualche differenza tipologica fra i tre esempî citati, gli unici sicuri, è di scarsa entità agli effetti dell'iconografia generale.
Bibl.: Fr. Weege, Etruskische Wandmalerei, Halle 1921, p. 30; A. Neppi Modona, Di alcuni problemi suggeriti dalla pittura etrusca del IV-II sec. a. C., in Annali delle Università Toscane, X, 1926, p. 234 ss.; Fr. De Ruyt, Le Thanatos d'Euripide et le Charun étrusque, in L'Antiquité Classique, I, 1932, p. 70 ss.; id., Les traditions orientales dans la démonologie étrusque, ibid., V, 1936, p. 139 ss.; J. D. Bezley, Etr. Vase-Paint., p. 133 ss.; R. Herbig, Götter und Dämonen der Etrusker, Heidelberg 1948, p. 23.