TUCIDIDE
Ateniese, figlio di Melesia, del demo di Alopece. Imparentato con Cimone, fu anch'egli rappresentante del partito dei conservatori, difensore pugnace di quell'ideale ch'era stato di Cimone, e prima del grande Milziade. Competitore di Pericle, quindi, del quale apertamente combatté la politica finanziaria sostenendo essere cosa illegale che s'usasse del denaro versato dagli alleati per la costruzione di opere pubbliche in Atene, a tutto vantaggio della sola città tiranna. Ma il popolo (probabilmente nel 443) diede a Pericle favore ed appoggio, a Tucidide l'ostracismo. Come uomo politico, ebbe da Aristotele altissimo elogio.
Bibl.: G. Busolt, Griechische Geschichte, III, i, Gotha 1897, p. 490 segg.; J. Kirchner, Prosopographia Attica, Berlino 1902, n. 7268; G. De Sanctis, Atthis, 2a ed., Torino 1912, p. 473 segg.; H. T. Wade-Gery, Thucydides the son of Melesias, in Journal of Hellenic Studies, LII (1932), p. 205 segg.; J. Carcopino, L'ostracisme athénien, 2a ed., Parigi 1935, pp. 168-178.