Nome letterario dello scrittore romeno Ion N. Theodorescu (Bucarest 1880 - ivi 1967). Poeta di raffinata tecnica (Cuvinte potrivite "Parole acconciate", 1927; Flori de mucegaiu "Fiori di muffa", 1931; Cărticică de seară "Libriccino per la sera", 1935; Hore "Girotondo", 1939), nelle opere in prosa (romanzi: Cimitirul Buna-Vestire "Cimitero dell'Annunciazione", 1936; libelli, racconti per bambini o sui bambini) si dimostrò stilista vigoroso e insieme delicato. Internato in campo di concentramento durante l'occupazione nazista, dopo la fine della guerra si mantenne in disparte per alcuni anni. A questo silenzio seguì poi una serie di notevoli opere che gli procurarono anche riconoscimenti ufficiali. Tra i volumi di poesia di quest'ultimo periodo si ricordano i due poemi, a sfondo sociale e filosofico, 1907 (1955) e Cântare omului ("Canto all'uomo", 1956), e le raccolte Stihuzi pestrite ("Versi variopinti", 1957), Versuri ("Versi", 1959; trad. it. di S. Quasimodo, 1966), Frunze ("Foglie", 1961), Bunadimineaţa primaverâ ("Buon giorno primavera", 1965), Ritmuri ("Ritmi", 1966); tra le opere in prosa: Pagini din trecut ("Pagine del passato", 1955), Lume veche Lume nouâ ("Mondo vecchio Mondo nuovo", 1956), Cu bastonal prin Bucureçti ("Con un bastone da passeggio attraverso Bucarest", 1961).