svassi, tuffetti e strolaghe
Pescatori di lago e di estuario
Fra gli Uccelli specializzati nella pesca, gli svassi e le strolaghe sono particolarmente abili nell’immersione e nel nuoto sott’acqua. Sono diffusi prevalentemente nelle acque dolci, anche se alcune specie si trovano spesso in mare, a breve distanza dalla costa. Gli svassi sono anche noti per il caratteristico comportamento riproduttivo
Gli svassi e i tuffetti appartengono all’ordine dei Podicipediformi, rappresentato da una sola famiglia, con 6 generi e 22 specie. La maggior parte delle specie appartiene al genere Podiceps, come lo svasso maggiore (Podiceps cristatus) e il tuffetto (Podiceps ruficollis). Due specie (Podilimbus gigas e Podiceps andinus) si sono estinte in tempi recenti a opera dell’uomo. Generalmente si trovano nei laghi e nei fiumi a corso lento di tutto il mondo. Nei paesi del Nord, a causa della salinità più bassa dell’acqua, alcune specie svernano nelle lagune, negli estuari o nelle acque costiere. L’anatomia di questi animali si spiega interamente con il loro ruolo di pescatori subacquei. Il becco è allungato e appuntito come un coltello per catturare i pesci, mentre il collo è generalmente lungo ma robusto, sempre per lo stesso scopo. Le zampe sono spostate verso la coda, in modo da imprimere la spinta durante il nuoto, come un motore fuoribordo.
Infine, le zampe sono palmate, ma in un modo assai caratteristico. Mentre nella maggior parte degli uccelli acquatici la palmatura si è realizzata sviluppando la membrana fra le dita in modo che queste fossero collegate tra loro, negli svassi ogni dito ha dato origine a una propria membrana indipendente. Molto legati all’acqua, questi uccelli sono assai impacciati sulla terraferma, dove non si recano mai. Anche per questo motivo le loro dita non hanno unghie.
I Podicipediformi si distinguono soprattutto per i loro costumi riproduttivi. Essendo particolarmente legati all’acqua, costruiscono un nido galleggiante, nascosto tra la vegetazione acquatica, in particolare nei canneti. In questi Uccelli colpisce l’assenza di dimorfismo sessuale, per cui è impossibile distinguere maschio e femmina. Ciò dipende dal fatto che i ruoli sessuali nella riproduzione sono uguali: entrambi partecipano alla difesa del territorio, alla costruzione del nido, alla cova e allo svezzamento dei piccoli. Quando questi escono dall’uovo si installano sul dorso dei genitori che si dividono la prole a metà. Sia il padre sia la madre si troveranno ad avere uno o due piccoli seminascosti fra le piume della groppa.
Ma come fanno gli svassi a riconoscersi tra maschio e femmina e a scegliere il proprio partner per la riproduzione? Il corteggiamento di questi uccelli è tra i più complicati in natura e si fonda su una catena di gesti e risposte, come il codice di un linguaggio segreto, che alla fine culminano nell’accoppiamento. Gli individui si toccano con i becchi, il maschio si tuffa sotto la femmina per annusarla, e alla fine, quando è convinto, le porge in regalo un ciuffo di piante acquatiche. Sembrerebbe quasi un omaggio floreale, ma probabilmente serve a manifestare l’intento di fabbricare il nido con lei.
Le strolaghe appartengono all’ordine dei Gaviformi, vicino a quello dei Podicipediformi, ma decisamente meno numeroso. Comprende una sola famiglia (Gavidi), un solo genere (Gavia) e cinque specie, tutte legate alle regioni settentrionali del Pianeta. La principale differenza con gli svassi è che il piede è palmato come quello dei cormorani e delle anatre, cioè provvisto di una membrana interdigitale. Inoltre nidificano in ambienti aperti, facendo il nido come le oche, quindi sul terreno in prossimità dell’acqua. Ciò è possibile grazie alla solitudine della tundra artica, dove il disturbo da parte dell’uomo o di altri animali è molto basso. Anche le strolaghe sono abili pescatori subacquei come gli svassi. Durante gli inverni freddi si spingono nelle paludi costiere, nelle lagune e negli estuari del Mediterraneo.