TULLIA
Moglie, secondo la tradizione, di Tarquinio il Superbo. Delle due figlie Tullie, che il re Servio aveva sposato ai due figli di Tarquinio Prisco, la maggiore, ch'era d'indole buona, era toccata a L. Tarquinio, un malvagio, e il mite Arunte Tarquinio aveva invece avuto la minore, perfida e ambiziosa. Questa si accordò con il cognato, insieme uccisero i rispettivi moglie e marito e si unirono infine fra loro in matrimonio. L. Tarquinio spogliò quindi del regno Servio, che fu ucciso, mentre fuggiva, dagli sgherri dell'usurpatore. Tullia, ritornando dal Foro dove era accorsa per salutare re il marito, non esitò a passare col cocchio sul corpo dell'infelice padre, che giaceva nel Vicus Orbius o Urbius, il quale dall'atto orrendo fu poi chiamato Vicus sceleratus. Entrata un giorno Tullia in un tempio in cui era una statua del padre, questa si coprì gli occhi con le mani per non vedere la snaturata figlia.
Bibl.: A. Schwegler, Römische Geschichte, I, 2a ed., Tubinga 1867, p. 707; E. pais, Storia di Roma, 3a ed., II, Roma 1926, pp. 36 e 136.