REGGE, Tullio Eugenio
– Nacque a Torino l’11 luglio del 1931, secondo figlio di Michele e Lidia Petrini.
Già da bambino manifestò una spiccata predisposizione per la matematica e le scienze, incoraggiato dal padre, geometra e fervido autodidatta in fisica. I bombardamenti di Torino conseguenti all’entrata in guerra dell’Italia, nel giugno del 1940, costrinsero la sua famiglia a rifugiarsi a Borgo D’Ale (Vercelli), paese natìo del padre. Sostenitore del regime, questi trovò impiego come geometra capo presso la reggia di Venaria Reale, alloggio delle truppe militari nazifasciste, e vi si trasferì con la famiglia. Alla fine del 1944, sotto la minaccia dei partigiani, i Regge si divisero: la madre tornò a Borgo D’Ale, il padre si nascose a Torino e Tullio si trasferì dai nonni materni nella stessa città, mentre il fratello Marco era di leva nelle milizie fasciste. La famiglia poté riunirsi solo alla fine del conflitto. L’esperienza della guerra, il collasso del tessuto sociale e le violente rappresaglie antifasciste cui assisté da ragazzo ebbero su Regge un’influenza profonda, che segnò il suo futuro spirito politico ed europeista.
S’iscrisse al Politecnico di Torino, ma durante il biennio passò alla facoltà di fisica, dove era direttore d’istituto Gleb Wataghin. Si laureò nel 1952, con una tesi in fisica nucleare, sotto la guida di Mario Verde, di cui in breve tempo divenne assistente. Sostenuto da Wataghin, tra il 1954 e il 1956 proseguì i suoi studi all’Università di Rochester (nello Stato di New York), conseguendo il dottorato di ricerca con un lavoro sulle particelle di spin 2 (valore che allora si attribuiva erroneamente al pione). È di questo periodo l’incontro con una giovane dottoranda in fisica, Rosanna Cester, che diventerà sua moglie nel 1957 e gli sarà compagna per la vita, madre dei suoi tre figli. A questo primo soggiorno statunitense risale anche la prima diagnosi fatta a Regge di una malattia incurabile e progressiva, una distrofia muscolare che negli anni ridurrà gradualmente le sue capacità motorie.
Durante una visita all’Università di Princeton, nel 1955, conobbe il fisico teorico statunitense John Wheeler. Rientrato in Italia nel 1956, Regge fu invitato da Wheeler all’Università di Leiden (Olanda), dove questi trascorreva un periodo di lavoro. Cominciò così una fruttuosa collaborazione, che vide i due affrontare insieme un problema di frontiera della relatività generale: la stabilità di un buco nero alle perturbazioni esterne. I due fisici svilupparono il primo calcolo perturbativo applicato a una 'stella oscura' (il nome ‘buco nero’ fu coniato da Wheeler solo dieci anni dopo), ricavando l’equazione oggi nota come Regge-Wheeler, che governa le perturbazioni assiali di un buco nero (Stability of a Schwarzschild Singularity, in Physical Review, 1957, vol. 108, pp. 1063-1069).
Pubblicò altri due lavori di grande rilievo tra il 1958 e il 1959: nel primo estese la simmetria dei coefficienti di Clebsch-Gordan (Symmetry properties of Clebsch-Gordan's coefficients, in Il Nuovo Cimento, 1958, vol. 10, pp. 544 s.); nel secondo quella dei coefficienti di Racah (Symmetry properties of Racah's coefficients, ibid., 1959, vol. 11, pp. 116 s.).
A dargli notorietà internazionale fu però un contributo scientifico nell’ambito della meccanica quantistica concepito nel 1959, durante un semestre trascorso al Max Planck Institute di Monaco, diretto da Werner Heisenberg. Egli dimostrò che l’ampiezza di diffusione relativa alla collisione tra particelle elementari può essere espressa come una funzione analitica del momento angolare esteso al campo dei numeri complessi, e che le posizioni dei 'poli' della funzione determinano la legge di crescita di tale ampiezza. I poli di Regge, come vennero chiamati, costituiscono uno strumento estremamente potente per il calcolo delle sezioni d’urto dei processi tra particelle ad alta energia (Introduction to complex angular momentum, ibid., s. 10, 1959, vol. 14, n. 5, p. 951-976). Estesi al caso relativistico, essi costituirono un elemento essenziale per le ricerche di Gabriele Veneziano, dieci anni dopo, e per la successiva formulazione dell’ipotesi delle stringhe.
L’approccio creativo e privo di schemi di Regge alla matematica gli permise di introdurre in relatività generale un nuovo formalismo geometrico, il cosiddetto calcolo di Regge, in cui lo spazio-tempo è approssimato mediante 'simplessi', viene cioè mappato attraverso un insieme discreto di poliedri dello spazio quadri-dimensionale (General Relativity without Coordinates, ibid., 1961, vol. 19, n. 3, pp. 558-571). Si trattava del primo approccio discreto a una teoria di gauge, utile per la simulazione numerica al calcolatore e precorritore delle teorie di gauge su reticolo.
Nel 1962 Regge fu nominato titolare della prima cattedra di relatività dell’Università di Torino, mentre nel 1965 divenne membro permanente dell’Institute for Advanced Study a Princeton, lavorando parte dell’anno in Italia e parte in USA. Qui entrò in contatto e strinse amicizia con scienziati come Robert Oppenheimer, Freeman Dyson e Kurt Gödel.
I suoi interessi scientifici hanno continuato a variare e allargarsi, coprendo argomenti molto diversi: dalla teoria della superfluidità dell’elio liquido e dei vortici quantici alla simmetria dodecaedrica della molecola di fullerene, dall’unificazione delle forze alla supergravità. Assieme al collega Vittorio De Alfaro, a Princeton, scrisse un libro sulla teoria quantistica delle collisioni, Potential scattering, pubblicato nel 1965 in inglese e successivamente tradotto in russo e in giapponese. Rientrò definitivamente in patria nel 1978, mentre le difficoltà deambulatorie aumentavano, costringendolo a ricorrere all’ausilio delle grucce prima e, in poco più di una decade, della sedia a rotelle.
Durante gli anni Ottanta, partecipò attivamente alla vita culturale e al dibattito pubblico in Italia, attraverso la pubblicazione di numerosi articoli su riviste e quotidiani, e anche mediante conferenze e interventi in programmi televisivi, dove espresse il proprio pensiero su tematiche d’interesse sociale quali la bioetica e la questione energetica. Queste comparse pubbliche gli diedero una notevole visibilità e col tempo anche una certa connotazione politica. Maturò gradualmente la decisione di candidarsi come indipendente alle elezioni europee del giugno 1989, tra le file del Partito comunista italiano: fu il quarto più votato (dietro ad Achille Occhetto, Giovanni Goria e Bettino Craxi) e fu eletto membro del Parlamento europeo, rimanendo in carica fino al 1994. Il suo impegno politico si concentrò principalmente su due fronti: il problema energetico e la disabilità. In merito alla politica energetica, sostenne in Italia una posizione di razionalizzazione delle risorse, proponendo un minore ricorso all’importazione di energia dall’estero a fronte di un migliore sfruttamento delle centraline idroelettriche, dell’uso di energie alternative e di tecnologie di risparmio e riqualificazione energetica, quale la cogenerazione negli impianti domestici e industriali.
Particolarmente significativi i suoi sforzi per l’affermazione dei diritti dei portatori di handicap, sia nel ruolo di parlamentare europeo che di presidente dell’AIRH (Associazione italiana ricerca prevenzione cura handicap), e per la rimozione delle barriere architettoniche. Ambientalista inattuale, come si definì nel suo libro Lettera ai giovani sulla scienza, ha sostenuto spesso posizioni non convenzionali, invitando soprattutto i giovani a esercitare il proprio senso critico e la proria autonomia di giudizio, al di là dei dogmi, della demagogia e dell'opinione comune. Tra le sue battaglie va ricordata anche quella contro il fumo di sigaretta.
La poliedricità di Regge si è espressa in ambiti ulteriori. Precoce programmatore informatico, nel 1967 progettò a immagine della ciclide di Dupin la poltrona Detecma, esposta oggi in diversi musei del mondo. È stato uno dei fondatori del CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale). Ricca e di successo la sua attività di diffusione della cultura scientifica, spaziando da conferenze pubbliche e interventi televisivi a libri tradotti in varie lingue, tra cui: Infinito (Milano, 1994); L’universo senza fine (Milano, 1999); Spazio, tempo e universo, scritto con Giulio Peruzzi (Torino 2003); Lettera ai giovani sulla scienza (Milano 2004). Una menzione a parte merita Dialogo con Primo Levi (Torino 1987), trascrizione di una conversazione su argomenti di ampio respiro svoltasi tra il fisico e lo scrittore, scambio di altissimo valore storico e intellettuale.
Membro di molte accademie nazionali e internazionali, ha ricevuto numerosissimi riconoscimenti, tra cui: il premio Dannie Heineman (1964), il premio Albert Einstein (1979), il premio della cultura dalla presidenza del Consiglio dei ministri (1988), il Marcel Grossmann (1997), il Pomeranchuk (2001), la medaglia Cecil Powell (1987) e la medaglia Dirac (1996).
Morì a Orbassano il 23 ottobre del 2014.
Fonti e Bibl.: T. R., Lettera ai giovani sulla scienza, Milano 2004; T. R., L’infinito cercare. Autobiografia di un curioso, Torino 2012 (con S. Sandrelli); V. De Alfaro, T. R., Atti dell'Accademia delle Scienze, Torino. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, 2015, 149, pp. 17-34; R. D’Auria, T. R. 1931-2014, in Cern Courier, 2015, vol. 55, 1, pp. 39 s.; P. Fré, T. R. Obituary, SIGRAV website http://sigrav.na.infn.it/tullio-regge/ (24 nov. 2016); T. R. Work on black holes, video-Intervista a John Wheeler disponibile sul web: http://www.webofstories.com/play/john.wheeler/79;jsessionid=12035E0A1CBEAB6DCD5DE37D2099472E (24 nov. 2016).