GAYDA, Tullio
Nato a Roma, in una famiglia torinese, da Stefano e da Clotilde Stratta il 19 ott. 1882, dopo aver completato gli studi classici si laureò in medicina e chirurgia nel 1906 presso l'Università di Torino, ove si era formato alla scuola di illustri maestri: R. Fusari, E. Perroncito, C. Bozzolo, P. Foà, P. Giacosa, C. Lombroso, A. Mosso. Si avviò subito alla carriera universitaria come assistente presso l'istituto di fisiologia dell'Università torinese diretto da A. Herlitzka, succeduto al Mosso nel 1910 e incaricato anche dell'insegnamento di chimica fisiologica: poté così completare la propria formazione scientifica in una struttura di grande e antico prestigio, che era stata diretta, prima del Mosso, dal celebre J. Moleschott. Conseguita nel 1915 la libera docenza, durante gli anni del conflitto mondiale, riconosciuto inabile al servizio militare, supplì l'Herlitzka nell'insegnamento ufficiale della fisiologia nell'ateneo torinese. Dopo essere stato incaricato dell'insegnamento della chimica fisiologica nella stessa Università nell'anno accademico 1922-23, nel 1925 fu chiamato a insegnare fisiologia nell'Università di Cagliari e l'anno successivo in quella di Bari, da poco costituita, ove successe a M. Camis, l'allievo di V. Aducco, trasferito a Parma. Dopo un solo anno di permanenza a Bari, durante il quale ebbe comunque modo di potenziare l'istituto che dirigeva con l'acquisizione di nuove attrezzature scientifiche, il G. fu chiamato a insegnare fisiologia nell'Università di Pavia; gli successe alla direzione della cattedra barese G. Gallerani. A Pavia il G. assunse la direzione dell'istituto di fisiologia che era ancora ubicato nell'edificio del vecchio orto botanico: gli fu pertanto affidato anche il compito di studiare la progettazione della nuova sede dell'istituto, che fu poi costruito nel complesso degli edifici situati nelle adiacenze del nuovo grande ospedale S. Matteo.
Durante gli anni del magistero pavese il G. si affermò come apprezzato docente e acquisì notorietà per le ricerche condotte in numerosi e importanti settori della fisiologia, sempre caratterizzate dal rigore del metodo e dalla capacità di affrontare lo studio dei fenomeni biologici sulla base di limpide premesse concettuali con versatilità tecnica e abilità manuale: qualità queste ultime che gli consentirono anche di mettere a punto gli strumenti utili alla ricerca.
Tra i primi lavori del G. meritano di essere ricordati quelli sull'influenza della luce sull'iperglobulia alle alte quote (Influence de la lumière sur l'hyperglobulie de la haute montagne, in Archives italiennes de biologie, LIV [1910-11], pp. 197-213, e in Atti del Laboratorio scientifico A. Mosso…, III [1912], pp. 98-114) e le indagini osmoelettrochimiche condotte sul sangue di animali nefrectomizzati, nei quali poté dimostrare che lo stabilirsi dei fenomeni uremici è in rapporto all'azione tossica esercitata dall'accumulo nel sangue di sostanze non proteiche (Ricerche sul sangue di animali nefrectomizzati e sulla secrezione interna dei reni, in Archivio di fisiologia, X [1911-12], pp. 1-37).
Nello stesso periodo dette inizio anche agli studi di calorimetria, per la cui esecuzione ideò e costruì un calorimetro differenziale in grado di leggere con esattezza minime differenze di temperatura (Ricerche di calorimetria, I, Il calorimetro differenziale, in Giornale della R. Acc. di medicina di Torino, s. 4, XXV [1919], pp. 326-331, e in Archivio di fisiologia, XIX [1921], pp. 1-32): dimostrò che la tonalità termica, nel corso della precipitazione delle albumine mediante sali di metalli pesanti, può essere negativa o positiva a seconda del sale impiegato; recò importanti contributi alla conoscenza della coagulazione del sangue; raccolse dati sperimentali di notevole interesse sulla produzione di calore durante lo sviluppo ontogenetico in Bufovulgaris e sulla produzione di calore nella rana in varie condizioni (Calorimetrische Untersuchungen bei der Eiweissfällung durch Salze der Schwermetalle, in Biochemische Zeitschrift, XXV [1910], pp. 341-358; Dilatometrische Untersuchungen über die Hitzekoagulation und die Lösung des Albumins, ibid., XXXIX [1912], pp. 400-409; Ricerche di calorimetria, II, La produzione di calore nello sviluppo ontogenetico del "Bufo vulgaris", in Archivio di fisiologia, XIX [1921], pp. 211-242; Ricerche di calorimetria, III, La tonalità termica nella coagulazione del sangue, ibid., pp. 254-259; La tonalità termica nella coagulazione del latte, ibid., pp. 261-266; La produzione di calore nei girini alimentati con tiroide o con timo, ibid., pp. 267-285; La produzione di calore nella rana in diverse condizioni sperimentali, I, Ricerche sulla rana normale, in Archivio di scienze biologiche, II [1921], pp. 318-332; La produzione di calore nella rana in diverse condizioni sperimentali, IV, Ricerche sulla rana spancreata, ibid., III [1922], pp. 415-423; La produzione di calore nella rana in diverse condizioni sperimentali, V, La produzione di calore nella ranaprivata delle capsule surrenali, ibid., IV [1923], pp. 93-105). Della rana, inoltre, dette un'accurata descrizione della funzione tiroidea (Contributo allo studio della fisiologia della tiroide della rana, in Archivio di fisiologia, XX [1922], pp. 209-224; Contribution à l'étude de la physiologie de la thyroide dans la grenouille, in Archives italiennes de biologie, LXXIII [1924], pp. 30-38).
Condusse interessanti ricerche sperimentali con l'impiego del galvanometro a corda sulle correnti d'azione della ghiandola salivare sottomascellare (Sulle correnti d'azione della ghiandola sottomascellare, in Archivio di scienze biologiche, VI [1924], pp. 34-64; Sulla eccitabilità della ghiandola sottomascellare, ibid., VII (1925), pp. 177-209; Sulle variazioni di temperatura della ghiandola sottomascellare durante la secrezione, ibid., XI (1928), pp. 391-413; Sur les variations de la température de la glande sousmaxillaire durant la sécretion, in Archives italiennes de biologie, LXXXI [1929], pp. 1-14).
In una serie di osservazioni su organi isolati e sopravviventi, il G. poté dimostrare che il consumo di glucosio e la produzione di anidride carbonica nel cuore di coniglio non sono proporzionali al lavoro meccanico, in quanto anche allo stato di riposo il ricambio fondamentale dell'organo raggiunge valori molto elevati (Sul consumo di idrati di carbonio e sulla produzione di anidride carbonica nel cuore isolato funzionante, in Zeitschrift für allgemeine Physiologie, XIII [1911], pp. 1-34; Sur la consommation d'hydrates de carbone et sur la production d'anydride carbonique dans le coeur isolé fonctionnant, in Archives italiennes de biologie, LVII [1912-13], pp. 80-86).
Accoglienza nettamente favorevole ebbero nella comunità scientifica gli studi del G. sul ricambio gassoso del cervello e dell'osso isolato: indagando se l'attività dell'encefalo sia legata a un consumo di energia, si occupò anche delle basi biochimiche dello stato di narcosi, chiarì che i narcotici influenzano in grado diverso il ricambio gassoso encefalico e concluse che l'organo può considerarsi a riposo soltanto durante la narcosi mentre durante lo stato di vigilanza mostra un grado di ricambio attivo analogo a quello dei muscoli, che aumenta nel passaggio dallo stato di riposo a quello di attività (Sul ricambio gassoso dell'encefalo, in Archivio di fisiologia, XII [1913-14], pp. 215-244); praticando, per mezzo di un apparecchio da lui stesso ideato, la perfusione pulsante dell'osso isolato dall'arteria nutritizia, dimostrò che durante alcune ore di perfusione rimanevano costanti consumo di ossigeno e produzione di anidride carbonica, mise in evidenza che nei processi di ricambio le ossa di animali giovani consumano anche idrati di carbonio e sostanze proteiche e mostrano uno scambio gassoso più attivo rispetto a quelle di animali vecchi che utilizzano prevalentemente i grassi e ne analizzò dettagliatamente il ricambio minerale (Sul ricambio dell'osso isolato, ibid., XXII [1924], pp. 289-314).
Nelle ricerche sull'edema da perfusione il G. dette la prova migliore della sua capacità di indagare i problemi più ardui della fisiologia dell'epoca: studiando preparati di testa, cuore ed estremità anteriori di rana e di rospo sottoposti a perfusione con liquidi di varia natura e procedendo poi alla misurazione estremamente precisa dell'entità dell'edema così provocato, dimostrò che, essendo le membrane di diffusione permeabili agli elettroliti e impermeabili ai colloidi, i processi di imbibizione e di osmosi debbono considerarsi entrambi come fattori del ricambio dell'acqua nei tessuti, che gli acidi prodotti nei tessuti con il ricambio possono svolgere un ruolo importante nella formazione dell'edema e che le proprietà osmotiche delle cellule sono modificate dalle sostanze lipoidolitiche presenti nel siero (Sull'edema da perfusione con soluzioni saline, in Archivio per le scienze mediche, XXXIX [1915-16], pp. 389-459; Sur l'oedème par perfusion avec des solutions salines, in Archives italiennes de biologie, LXV [1916], pp. 145-169): ebbe così modo di inserirsi autorevolmente, con fondate e originali argomentazioni, nella dibattuta questione dell'origine dell'edema, se da aumento della pressione osmotica, come sostenuto da J. Loeb, o da abnorme affinità dei colloidi tessutali nei confronti dell'acqua, come riteneva tra gli altri M.H. Fischer.
Tra le altre ricerche del G. meritano ancora di essere ricordate quelle del potere amilolitico della saliva e del sangue in diverse condizioni sperimentali (Sul potere amilolitico della saliva del cane, in Archivio di scienze biologiche, VII [1925], pp. 438-445; Influenza dell'insulina sul potere amilolitico della saliva e del sangue, in Boll. della Soc. italiana di biologia sperimentale, II [1927], pp. 849-853; Influence de l'insuline sur le pouvoir amylolytique de la salive et du sang, in Archives italiennes de biologie, LXXXI [1929], pp. 15-19; Influenza dell'iperglicemia sul potere amilolitico della saliva e del sangue, in Archivio di scienze biologiche, XV [1930], pp. 147-161; Influenza dell'asportazione delle capsule surrenali sul potere amilolitico della saliva e del sangue, ibid., pp. 162-171; Influence de l'hyperglycémie et de l'extirpation des capsules surrénales sur le pouvoir amylolytique de la salive et du sang, in Archives italiennes de biologie, LXXXIV [1930], pp. 55-66; Influenza della tiroidectomia sul potere amilolitico della saliva e del sangue, in Archivio di scienze biologiche, XVII [1932], pp. 206-212; Influenza della legatura del dotto pancreatico sul potere amilolitico della saliva e del sangue, ibid., XIX [1933], pp. 62-68); quelle sulla funzionalità dei muscoli isolati, con le quali dimostrò che la cosiddetta regola di Van t'Hoff non è valida per tutte le fasi della scossa muscolare (Influenza della temperatura sulla funzionalità dei muscoli isolati del riccio ("Erinaeus europaeus"), in Archivio di fisiologia, XI [1912-13], pp. 1-51; Influence de la température sur l'activité fonctionnelle des muscles isolés du hérisson "Erinaeus europaeus", in Archives italiennes de biologie, LVIII [1912-13], pp. 432-436); quelle sui movimenti dell'intestino tenue sopravvivente e poi sull'assorbimento intestinale, che gli consentirono di dimostrare come nel processo digestivo gli amminoacidi nel lume dell'intestino in parte vengono assorbiti inalterati senza subire la deamminazione, in parte vengono assorbiti dopo un processo di sintesi nel quale sono trasformati in polipeptidi che nel fegato vengono ulteriormente trasformati in polipeptidi superiori (Beiträge zur Physiologie des überlebenden Dünndarms von Säugetieren, in Pflügers Archiv für die gesamte Physiologie des Menschen und der Tiere, CLI [1913], pp. 407-455; Contributo allo studio dell'assorbimento intestinale dei prodotti di idrolisi delle sostanze proteiche, II, Nuove ricerche sull'intestino tenue sopravvivente perfuso con liquido di Tyrode, in Archivio di fisiologia, XIV [1915-16], pp. 49-62; …, III, Ricerche sui cani alimentati con carne, ibid., pp. 363-380); infine quelle di psicofisiologia sui tempi di reazione semplici a stimoli visivi e acustici e sul tempo riflesso (Tempo di reazione e tempo riflesso (Nota preventiva), in Archivio di scienze biologiche, VI [1924], pp. 169-190; Il tempo riflesso nel fenomeno del ginocchio dell'uomo, in Archivio di fisiologia, XXXI [1932], pp. 481-499), e quelle sull'elettrofisiologia dei tessuti di sostegno nei quali mise in evidenza la comparsa di correnti bioelettriche quando sottoposti a sollecitazioni meccaniche (Recherches d'électrophysiologie sur les tissus de soutien, in Archives italiennes de biologie, LVIII [1912-13], pp. 417-432).
Va ancora ricordato che il G. collaborò con A. Ferrata e altri autori al I volume (parte generale) del trattato Le emopatie, diretto dal Ferrata (Milano 1934), e fu autore di alcuni capitoli nel I volume del Trattato di fisiologia diretto da F. Bottazzi (ibid. 1937): Fisiologia generale dei tessuti connettivi e di sostegno, pp. 720-739; Il sistema reticolo-endoteliale, pp. 740-744; Il sangue e la linfa, pp. 745-810.
Il G. appartenne a varie società scientifiche e fu membro della R. Accademia di medicina di Torino e del R. Istituto lombardo di scienze e lettere.
Morì a Pavia il 3 apr. 1936.
Fonti e Bibl.: Necr. in Biochimica e terapia sperimentale, XXIII (1936), pp. 197-201; Boll. della Soc. medico-chirurgica di Pavia, L (1936), 4, pp. XLI-LVI; Fisiologia e medicina, VII (1936), pp. 335-342; Giornale della R. Acc. di medicina di Torino, XCIX (1936), 1, pp. 26-32; R. Università degli studi di Pavia - Annuario accademico anno 1936-37, Pavia 1937, pp. 379-381. Un secolo di progresso scientifico italiano 1839-1939, II, Roma 1939, p. 294; A. Pazzini, Storia dell'arte sanitaria dalle origini ad oggi, II, Torino 1974, p. 1289; A. Pensa, Ricordi di vita universitaria (1892-1970), a cura di B. Zanobio, Milano 1991; G. Armocida, La facoltà di medicina di Bari nei primi anni di attività, in Riv. di storia della medicina, n.s., VI (1996), 1-2, pp. 297-313; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte… [1880-1930], I, p. 486.
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