TUN-HUANG
. Località del Turkestan nella provincia cinese di Kan-su. Questo luogo di confine orientale ha fornito alla storia dell'arte il materiale più importante del Turkestan. Nelle grotte dei "mille Buddha" fu scoperta, insieme con un'antica biblioteca, una collezione d'immagini religiose, in parte ricami, in parte pitture su seta o carta. Aurel Stein ne acquistò una parte nel 1905 per il British Museum, il resto fu portato poco dopo dal Pelliot a Parigi e diviso tra il Louvre e il Museo Guimet. Allo studioso francese si devono pure le fotografie dei numerosi affreschi e sculture di Tun-huang. La città era nota fino dal periodo Han come ultima tappa cinese della via su cui si diresse il commercio della seta verso l'Occidente. Vi mancano però testimonianze artistiche di quest'epoca, che sono invece numerose a Lou-lan. Nulla è rimasto neppure delle grotte, esistenti fino dal 366, dei buddhisti tibetani. I primi monumenti risalgono solo al sec. V. Le iscrizioni dedicatorie vanno dal 450 al 1100.
Lo stile delle sculture e pitture nei secoli V e VI è affine a quello di Turfan. Un mutamento avvenne nel sec. VII. Accanto alla veste trasparente delle scuole ellenistiche e indiane si diffuse lentamente il drappeggio vivacemente dipinto della Cina. Gli affreschi religiosi del primitivo periodo T'ang sono circondati da piccole scene di carattere profano, da cortei di guerrieri e di carri, da processioni di donatori, da paesaggi e da palazzi, in cui appaiono chiaramente elementi stilistici che più tardi nella pittura giapponese del periodo Tosa vennero rielaborati da una scuola che si pretendeva fosse schiettamente nazionale. Improntata a caratteri quasi esclusivamente cinesi è anche tutta la produzione posteriore. Le pitture e i ricami hanno un'importanza speciale poiché sono le uniche testimonianze della celebre arte del periodo T'ang, spesso databili con precisione per via d'iscrizioni. Anche il livello artistico, generalmente assai alto, assicura alle opere di Tunhuang una posizione di prim'ordine nella storia dell'arte asiatico-orientale. Un'immagine dell'Avalokitesvara reca la data 981. A prescindere da motivi iconografici, nulla rammenta più l'occidente e il sud dell'Asia. Il processo di assorbimento dell'elemento straniero da parte di quello cinese si può seguire in queste pitture in ogni singola fase. La stessa constatazione vale anche per la scultura. Nelle figure religiose il tipo faciale assume caratteri asiatico-orientali. Gli stupendi guardiani del cielo, in legno, non sono in fondo altro che accurate ripetizioni delle statue grottesche in pietra cinesi. Anche la storia dell'incisione in legno asiatico-orientale s'inizia a Tun-huang; cronologicamente la prima incisione ivi trovata porta la data dell'868.
Bibl.: P. Pelliot, Les grottes de Touen-houang, voll. 6, Parigi 1920; A. Stein, Serindia, Oxford 1921; id., The Thousand Buddhas, Londra 1921.