tungsteno
Metallo (detto anche wolframio) di colore argenteo, lucente e compatto, con densità di 19,3 g/cm3 e punto di ebollizione di circa 5930 °C. In forma di fili sottili presenta elevatissime caratteristiche meccaniche (il più alto valore conosciuto per qualsiasi materiale del carico di rottura). Il t. fu scoperto nel 1781 da R.W. Scheele in un minerale che da lui prese il nome (scheelite) e fu preparato allo stato compatto solo nel 1909 da W.D. Coolidge. Poco diffuso nella crosta terrestre (5∙10−5 %), si trova soprattutto nella scheelite (CaWO4) e nella wolframite (Fe,Mn)WO4.
Il t. è utilizzato sia puro, specialmente in virtù del suo alto punto di fusione (3410 °C, il più elevato fra i metalli), sia in lega con altri metalli. Per il suo altissimo punto di fusione e la buona conducibilità elettrica, viene ampiamente impiegato per la realizzazione di filamenti di lampade a incandescenza. Si usa, inoltre, per la produzione di resistenze di speciali forni elettrici, di strumenti chirurgici, di elettrodi per saldature in gas inerte, di molle e meccanismi, di parti di motori a razzo per missili. In lega con il ferro, fornisce all’acciaio resistenza meccanica e durezza elevata ad alte temperature (acciai al t.). Unito al cobalto, produce una lega di grande resistenza a corrosione e usura; con nichel e rame è impiegato per la realizzazione di schermi di sostanze radioattive o per giroscopi, con argento o rame per contatti elettrici e con il renio per termocoppie capaci di misurare fino a 2400 °C.
Tra i composti, i più importanti a livello industriale sono i carburi e gli ossidi di tungsteno. I carburi sono preparati per reazione diretta tra t. e carbonio (o per riduzione dell’ossido con carbone) a temperature dell’ordine di 1500-1600 °C in atmosfera inerte; la polvere ottenuta viene poi mescolata con cobalto che funge da legante nell’operazione di sinterizzazione. Tra queste leghe, particolare rilevanza ha il materiale metalloceramico denominato widia, utilizzato per le sue elevate caratteristiche di durezza, simile a quella del diamante, e di resistenza all’usura per la costruzione di taglienti per macchine utensili, per filiere e anche per ottenere rivestimenti con elevate proprietà di resistenza sulla superficie di pezzi di acciaio comune e speciale. Tra gli ossidi, il più importante è il triossido (WO3), polvere gialla, pesante, utile per l’ottenimento del metallo, per la preparazione di vari tungstati (sali dell’acido tungstico), per la manifattura di tessuti resistenti alla fiamma e come catalizzatore.
Negli anni 1980 la forte crisi dell’industria siderurgica, che assorbe buona parte del t. prodotto, ha determinato un progressivo calo nella produzione mondiale. Verso la fine degli anni 1990 si è assistito a un nuovo incremento e la tendenza si è mantenuta positiva per tutta la prima decade degli anni 2000. Nel 2010 la produzione mondiale di t. è stata di 61.000 t, di cui la quasi totalità prodotta in Cina (52.000 t). Gli altri Paesi maggiori produttori sono la Russia (2500 t), la Bolivia (1100 t), l’Austria (1000 t) e il Portogallo (950 t).