TUPÍ-GUARANÍ
. La vastissima famiglia linguistica che è conosciuta oggi col nome Tupí-Guaraní, la quale, con le sue molteplici braciche della costa atlantica, dell'alto Amazzoni, del Madeira, del Tapayoz, dello Xingú, della Bolivia orientale, del Paraguay e del Brasile meridionale si dirama in quasi tutta l'ampia area culturale dell'Amazzonia del Sud, fu di buon'ora oggetto della curiosità degli Europei, che da due diversi punti entrarono in contatto coi popoli tupí-parlanti, ossia - da una parte - nel settore meridionale dei Guaraní, e - dall'altra - nella stretta fascia costiera abitata dagli antichi Tupinamba, situata fra la foce del fiume Parahyba e l'estuario dell'Amazzoni. I Tupinamba erano concentrati in quella zona alla fine del sec. XVI, ed abbiamo di quella lontana epoca delle descrizioni etnografiche singolarmente complete e interessanti. I Tupinamba avevano villaggi composti di 4 o più abitazioni quadrangolari lunghe circa 100 m. e alte 4, capaci di albergare da 50 a 200 persone. Il villaggio, circondato da varie difese a palizzata e fornito di costruzioni d'uso comune, è un esempio classico dell'ecologia originale della popolazione Tupí-Guaraní, la cui maloca ebbe a soffrire in seguito alterazioni diverse e un parziale abbandono. Il giaciglio caratteristico è l'amaca. Come armi i Tupí avevano l'arco e le frecce, la clava e uno scudo di cuoio. Coltivavano varie piante, specialmente alcune varietà di mais e di patate dolci, nonché il tabacco; abili pescatori e cacciatori, col mezzo di trappole, conoscevano l'arte di conservare gli alimenti carnei e il pesce disseccato e macinato; una delle principali attività delle donne era la preparazione della mandioca (Manihot utilissima). Col sugo della mandioca dolce e di molti frutti preparavano bevande fermentate: fumavano le foglie del tabacco avvoltolate a foggia di sigaro.
La cultura dei Tupí-Guaraní non si conservò in ogni tempo quale ce la descrivono le antiche fonti; inoltre essa subì differenziazioni importanti per l'acculturazione delle svariate genti alloctone con le quali era entrata a contatto nei vari settori di così vasta distribuzione continentale. Non si può pretendere, infatti, che la civiltà materiale e spirituale dei Tupí rimanesse inalterata sia fra gli Emerillon e gli Oyampi, uniche tribù inoltratesi al nord dell'Amazzoni, nella Guyana, e sia tra i Guaraní del Paraguay.
Grande curiosità ha destato in ogni tempo la questione del centro di dispersione dei Tupí e delle loro migrazioni. Si giudicò un tempo che i Tupí provenissero tutti da un foco meridionale, situato press'a poco nel Paraguay. K. von den Steinen credette invece che il centro primitivo fosse situato alle fonti dello Xingú; ma oggi ambedue le idee sembrano inverosimili. Il Métraux ultimamente ha fatto riconoscere che le sedi antiche debbono spostarsi molto più al nord ed all'ovest.
Bibl.: C. F. von Martius, Beiträge zur Ethnographie und Sprachenkunde Amerikas zumal Brasiliens, Lipsia 1867; K. von den Steinen, Unter Naturvölkern Zentral-Brasiliens, Berlino 1894; A. Métraux, La civilisation matérielle des tribus Tupi-Guarani, Parigi 1928.
Lingue. - Considerando solo le lingue tuttora viventi o di cui possediamo documenti, possiamo dividere la famiglia tupí-guaraní in quattro gruppi:1. Gruppo orientale: a) sezione sud-orientale che comprende Tupí propriamente detto, Tupinamba, Tupinique, Guayajaro, Tembe e Tamoyo; b) sezione nord-orientale che comprende Oyampí, Emerillon e Araquaju; 2. Guppo meridionale: a) sezione sud-occidentale che comprende il Chiriguano e il Guarajo; b) sezione sud-orientale che comprende Guaraní, Caingua, Guayaki, Chiripa e Guayana (v. Guaraní, XVIII, p. 19); 3. Gruppo centrale: a) sezione Tapajoz, che comprende Mauhe, Tura, Mundurucu, Curuahe e Apiaca; b) sezione Xingu settentrionale, che comprende Acipaya, Takuñupa, Anambe, Yuruna e Manitsaua; c) sezione Xingu meridionale (Kamayura, Tapirape, Aueto, Canoeiros); 4. Gruppo settentrionale, che comprende Miranha, Omagua (o Campeva), Cocama (o Ucayali), Yurimagua (Zurimagua) e Parentintin.
Le lingue tupí furono fra le prime conosciute all'epoca della scoperta; la prima fu il Guayana, la seconda il Tupinamba e la terza il Guaraní. Secondo L. Adam l'insieme di questï dialetti antichi costituisce quello che egli chiama l'Abañeênga o Tupí antico, in opposizione al Neêngatu o Tupí moderno e all'Abañeême o Guaraní moderno. L'Abañeênga del nord o Tupí ebbe la fortuna di divenire la lingua delle missioni brasiliane e di divenire la lingua geral del Brasile come è oggi ancora il Neêngatu. Il Tupí ebbe quindi la stessa ventura toccata al Quechua (XXVIII, p. 617), con la differenza che mentre alla diffusione del Quechua aveva contribuito principalmente l'espansione conquistatrice degli Incas talché i missionarî cattolici l'adottarono come lingua di evangelizzazione essendo la lingua più estesa, qui invece l'assunzione del Tupí a lingua geral si deve unicamente ai rapporti dei Bianchi con gl'indigeni, i quali, o divennero bilingui, o perdettero addirittura la loro lingua materna per adottare il Tupí.
Le lingue della famiglia Tupí-Guaraní sono abbastanza omogenee: nel vocalismo noteremo la presenza di un y gutturale che è molto frequente (per es., yby "terra") e la ricchezza di vocali nasali; ogni vocale orale ha la sua corrispondente nasale (per es., akã "testa", mũ "parente", ecc.). Nel consonantismo è notevole l'alternanza t ~ r (p. es., già presso Anchieta [1595] troviamo xe r-air "mio figlio" accanto a xe r-ait). Notevoli sono le' corrispondenze fra i suoni che secondo Adam appartengono alla "gamma orale" e quelli che appartengono alla "gamma nasale"; k ~ ng; t, s, ~ nd, n; j ~ ñ; r ~ n; p ~ mb, m (p. es. juká-rene "quando si uccide" ma nupã-neme "quando si batte"). Le lingue tupí-guaraní non conoscono distinzione di genere grammaticale; hanno due numeri, ma il plurale può anche non essere indicato, come non è mai indicato nella terza persona della coniugazione verbale che serve per ambedue i numeri. Quando è necessario il plurale dei sostantivi si indica con posposizioni, per es. abā, uomo", aba-etā "uomini" (cfr. setā in Tupí, hetā in Guaraní "molti"). Il genitivo non è indicato da nessun suffisso o prefisso, ma precede il nominativo, p. es. tupã roka "di Dio casa". L'attributo segue il sostantivo incorporandosi con esso, p. es. mbae-katū "buona cosa". Il pronome possessivo si prefigge al sostantivo cui si riferisce, p. es. sě-yara "mio signore". Nella coniugazione verbale gli elementi pronominali si prefiggono, p. es. o-yukā "egli (essi) uccisero"; nella coniugazione oggettiva il pronome che designa l'oggetto si pone fra il pronome soggetto e il verbo, p. es. iše-oro-yukā ["io ti uccisi"; ore-oro-yukā "noi ti uccidemmo", ma questo avviene solo quando il soggetto è di prima persona e l'oggetto di seconda; se il soggetto è di seconda e l'oggetto di prima, l'oggetto precede il verbo e il soggetto lo segue, p. es. še-yuka-yepē "me uccidesti tu". Se il soggetto è di terza persona e l'oggetto di qualsivoglia altra, l'oggetto precede il verbo come prefisso e il soggetto segue, p. es. še-yukā Pedro "P. mi uccise". Se poi vi è un oggetto di terza persona, questo segue il verbo, e il soggetto, di qualsivoglia persona, precede il verbo come prefisso, p. es. a-yukā Pedro "io uccisi P.". Molte relazioni esistono tra le famiglie Tupí, Arawak e Caraibica.
Bibl.: L. Adam, Matériaux pour servir à l'établissement d'une grammaire comparée des dialectes de la famille tupi, Parigi 1896; P. C. Tastevin, La langue Tapïhïya dite Tupï ou Ñeẽngatu (Belle langue). Grammaire, dictionnaire et textes, Vienna 1910. Ulteriore bibl. alla voce guaraní, XVIII, p. 19 e per tutte le singole lingue della famiglia presso W. Schmidt, Sprachfamilien und Sprachenkreise der Erde, Heidelberg 1926, p. 241 seg.