TURANG TEPE
A SE del Mar Caspio, ai piedi dei monti Elburz, che rappresentano il limite settentrionale dell'altopiano iranico, la pianura di Gorgān si apre per ampio tratto sulle steppe dell'Asia centrale. Resa fertile dalle piogge e dai torrenti, la piana ha visto un popolamento intenso sin da tempi remoti, come attesta la presenza di c.a 310 tepe. Di questi, il principale è Τ. Τ. o «collina dei fagiani», 20 km a NE di Astaräbäd, capoluogo della provincia iraniana di Gorgän. Il sito misura 800 m di diametro ed è dominato da una collinetta alta c.a 35 m. Nel 1841 vi sarebbe stato scoperto casualmente un «tesoro», detto di Astarābād, del quale ci restano solo i disegni; comprendeva, tra gli altri, una coppa d'oro con la raffigurazione di un «signore degli animali» che può ricordare iconografie mesopotamiche, un vaso a becco molto lungo, due trombe d'oro e due idoli femminili estremamente schematizzati. Sappiamo ora che si tratta di materiali legati alla produzione di oggetti di lusso dell'Età del Bronzo, diffusi nell'Iran nord-orientale a Tepe Hissar, in Iran orientale e fino alla Battriana.
T. T. fu scavato per breve tempo nel 1931 da F. Wulsin, dello University Museum di Filadelfia, poi in modo sistematico dal 1960 al 1977 da J. Deshayes, che ha individuato le diverse fasi della storia del sito, qui illustrate. L'occupazione più antica risale al Neolitico Recente (V millennio a.C.), imparentata alla cultura di Jeytun in Turkmenistan, ma l'insediamento di questo periodo non ha potuto essere raggiunto a causa dell'altezza della falda freatica. A partire dal 3500 a.C. circa, al contrario, è possibile seguire lo sviluppo continuo di una civiltà inizialmente contadina, poi urbana, che abbandonò la ceramica dipinta arcaica a favore di vasi grigi dalle forme eleganti, la cui unica decorazione era ottenuta con la politura della superficie o con una leggera lisciatura; si tratta di una produzione ceramica assai vicina a quella di Tepe Hissar, più a S, sull'altopiano iranico. Nel III millennio la tradizione di questa ceramica ebbe un lungo sviluppo, parallelo a quello di una ricca metallurgia, indicando che T. T. si trovava su un itinerario commerciale che interessava prodotti esotici.
L'apogeo di questa civiltà fu raggiunto a partire dal 2300 a.C. circa. Un'autorità connessa all'esistenza di uno stato organizzò la costruzione di un'enorme terrazza larga più di 80 m e alta più di 13,50 m, con un piano a cui si accedeva attraverso una rampa che attraversava dei piccoli ambienti. Si può supporre che un santuario si elevasse sulla sommità di questo edificio, che ricorda la terrazza di Altïn Depe in Turkmenistan e che rappresenta l'aspetto architettonico della vivace cultura rivelata dal «tesoro di Astarābād ». Come le culture vicine, anche questa si spense all'iniziodel II millennio, al momento della desertificazione della pianura di Gorgän.
T. T. fu rioccupata dai Medi, quindi dagli Achemenidi, dai Seleucidi e dai Parti. I Sasanidi vi costruirono una fortezza che ospitava un piccolo tempio del fuoco. Il sito fu definitivamente abbandonato nel Medioevo.
Bibl.: L. Vanden Berghe, in Archéologie de l'Iran ancien, Leida 1959, pp. 7-9. - Rapporti preliminari: J. Deshayes, in Syria, XL, 1963, pp. 85-99; Iranica Antiqua, V, 1965, pp. 83-92; Ugaritica, VI, 1970, pp. 139-163; Iran, XI, I971, pp.141-152; id., Les fouilles récentes de Tureng Têpê. La terrasse haute de la fin du lile millénaire, in CRAI, 1975, pp. 522-530; id., A propos des terrasses hautes de la fin du lile millénaire en Iran et en Asie Centrale, in Le plateau iranien et l'Asie centrale des origines à la conquête islamique, Parigi 1977, pp. 95-111. - Rapporti finali: R. Boucharlat, O. Lecomte, Fouilles de Tureng Tepe, ι. Les périodes sassanides et islamiques, Parigi 1987.