turbo (sost.)
Sostantivo di uso raro in D., che se ne avvale soltanto nella Commedia, sempre col valore proprio di " bufera ", " tempesta ", " vento turbinoso ": If XXVI 137 de la nova terra un turbo nacque / e percosse del legno il primo canto (il fatale naufragio della nave di Ulisse); Pd XXII 99 'l collegio si strinse; / poi, come turbo, in sù tutto s'avvolse (la schiera dei beati di Saturno s'innalza roteando verso l'Empireo).
In If III 30 facevano un tumulto... come la rena quando turbo spira, alcuni commentatori (Chimenz, Porena) seguono la lezione a turbo, " come quella che più chiaramente renderebbe l'immagine della rena roteata da un turbine di vento " (Petrocchi, Introduzione 168; v. anche Barbi, Problemi I 261, " Studi d. " XVIII [1934] 36, e La nuova filologia e l'edizione dei nostri scrittori da D. al Manzoni, Firenze 1938, 21); ma a turbo è meno autorevolmente tradita dai codici antichi, e appare meno soddisfacente quanto al senso.