Turenna
Regione storica della Francia centrale. La regione, abitata dai galli turones, dopo la conquista romana fece parte del Lionese con capitale Caesarodunum (Tours), centro importante sulla strada da Cenabum (Orléans) a Iuliomagus (Angers). Il cristianesimo fu introdotto nel Paese all’inizio del 4° secolo: il più famoso tra gli apostoli della regione fu s. Martino (m. 397), che fondò presso Tours l’abbazia di Marmoutier. Alla fine del sec. 9° si stabilì nella T. una dinastia di conti che ebbe come capostipite Tebaldo, genero di Roberto il Forte, e si mantenne nella contea fino al 1044, quando se ne impadronì Goffredo Martello conte d’Angiò. Tolta da Enrico II d’Inghilterra al fratello Goffredo, nel 1204 la T. fu unita alla Corona di Francia. Dominio di Giovanna di Borgogna nel 1328, la T. fu poi ducato in appannaggio di vari principi della corona: dapprima il futuro re Giovanni II il Buono (1332); poi i figli Filippo l’Ardito, futuro duca di Borgogna; Luigi, duca d’Angiò; il nipote Luigi, futuro duca d’Orléans (1386-92). I torbidi del regno di Carlo VI ebbero il loro contraccolpo in T., che fu in parte occupata da Giovanni Senza Paura duca di Borgogna, accordatosi con la regina Isabella. A partire dal regno di Carlo VII, cui la T. era stata data in appannaggio, prima dell’ascesa al trono, dal 1416 al 1422, la regione fu più volte scelta come soggiorno dai re di Francia. Dal 1524 al 1532 la T. fu appannaggio di Luisa di Savoia, madre di Francesco I; poi di Eleonora d’Austria, moglie di Francesco I (1547-58); di Maria Stuarda (1558-60); di Francesco d’Alençon (1576-84), finché fu definitivamente riunita alla Corona. La Riforma incontrò larga adesione nella T.; per la revoca dell’Editto di Nantes, con la conseguente emigrazione di migliaia di artigiani, ugonotti, l’industria principale della regione, quella della seta, andò quasi distrutta, decadendo da allora la T. in una condizione di estrema povertà, dalla quale si è riavuta in età moderna.