TURÎ (Θούριοι, Thurii, Thurium)
Colonia greca della Magna Grecia, fondata verso la metà del sec. V a. C., in vicinanza del luogo della distrutta Sibari (v.), alquanto più all'interno di essa, e cioè a circa sei chilometri ad est di Terranova di Sibari. Distrutta Sibari nel 510 a. C., quanti dei cittadini profughi non poterono essere accolti negli stabilimenti sibariti di Lao e di Scidro, rimasero nelle vicinanze della distrutta città e più volte tentarono di farla risorgere dalle rovine. A questi tentativi si oppose sempre Crotone; ma poco dopo il 450 a. C., in seguito all'indebolimento politico di questa città successo alla cacciata dei Pitagorici, i discendenti degli antichi Sibariti ottennero l'aiuto di Pericle; e per iniziativa dello statista ateniese fu decisa la ricostruzione di Sibari come colonia panellenica, con l'intervento cioè di coloni di varie parti della Grecia (446-5 a. C.). Ciò che fu fatto: ma fra i vecchi Sibariti e i nuovi coloni nacquero dissapori, che resero in breve impossibile la loro convivenza. I Sibariti, cacciati a forza dalla loro non ancor risorta città, andarono a fondare, non molto lontano di lì, Sibari sul Traente; e anche i nuovi coloni cercarono un luogo più adatto al sorgere della loro città, che fu fondata appunto a sei chilometri di distanza, presso una sorgente chiamata Thuria (oggi Fonte del Fico), dalla quale ebbe nome la colonia. Pare che alla fondazione di Turî abbia presieduto, per la parte edilizia, l'architetto Ippodamo di Mileto, applicandovi quelle stesse teorie costruttive sulle quali era sorto il Pireo; disegnando cioè la città su di una rete stradale, in cui due fasci di vie parallele si tagliavano perpendicolarmente fra loro: nel centro era il foro.
Alla nuova città fu data una costituzione modellata, in parte, sull'antica legislazione di Caronda (v.). Non lievi difficoltà politiche ostacolarono, peraltro, i primi anni di vita della città panellenica. Come erede di Sibari, Turî aspirava al possesso della Siritide: per questo venne in conflitto con Taranto e le ostilità ebbero fine soltanto dopo dieci anni (433-32), con un accordo favorevole ai Tarentini, ai quali fu riconosciuto il dominio sul territorio contestato. Turî cercò di rifarsi dell'insuccesso con una politica d'espansione verso il Mezzogiorno e verso il Mare Tirreno: ciò che la mise in urto con la città di Terina e con i Lucani. Al principio del sec. IV, fece parte della Lega italiota, costituita per salvaguardare l'indipendenza delle città greche d'Italia contro i Bruzî e i Lucani, prima, contro Dionisio di Siracusa poi (v. magna grecia). Mantenne tuttavia la sua indipendenza; e per tutto il sec. IV tenne testa, sempre più faticosamente, insieme con le superstiti città della Lega italiota, alla pressione dei Lucani. Fattasi questa ormai insostenibile, chiese e ottenne, nel 282 a. C., di ricevere un presidio romano dentro le sue mura. Da allora la città fu alleata di Roma, salvo le brevi parentesi durante le spedizioni di Pirro e di Annibale in Italia. Nel 194 a. C. nell'agro Turino fu dedotta una colonia di diritto latino col nome di Copia (Thurii): fu municipio dal tempo della guerra sociale in poi.
Continuò a godere di una certa floridezza per tutto il periodo dell'impero. Una campagna di scavi condotta nel 1879-80 nel luogo, presumibile, dell'antica città, condusse alla scoperta di grandi tumuli (timponi), nei quali si rinvennero laminette d'oro con scritti di contenuto orfico.
Bibl.: R. Pappritz, Thurii, Berlino 1891; H. Nissen, Ital. Landeskunde, Berlino 1902, p. 920 seg.; Not. scavi, 1879, pp. 81 segg., 136 segg.; 1880, p. 152 segg.; 1888, passim; G. Caudicano, La necropoli di Sibari, Milano 1879; F. Galli, Per la Sibaritide, Acireale 1907; E. Ciaceri, Storia della Magna Grecia, II, Milano 1927, p. 330 segg.; G. Giannelli, La Magna Grecia da Pitagora a Pirro, Milano 1928; U. Kahrstedt, Die Lage von Sybaris, in Nachrichten von der Gesellschaft d. Wissenschaften zu Göttingen (Phil. hist. Klasse), 1931, p. 279 segg.; id., Studi topografici sull'antica Sibari, in Memorie della R. Accad. di Archeol., lettere e belle arti di Napoli, XII 1931-32, p. 10 segg., con la recens. di U. Zanotti-Bianco, in Archivio storico per la Calabria e la Lucania, II (1932); H. Philipp, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI A, col. 646 segg.