turismo
L’insieme di attività e servizi a carattere polivalente riferiti al trasferimento temporaneo di persone dalla località di abituale residenza a un’altra località per svago, riposo, cultura, curiosità, cura, sport e così via.
Secondo alcuni il t. consiste in qualsiasi movimento generato da chi entra in un Paese straniero, permanendovi almeno 24 ore e trasferendovi denaro guadagnato altrove.
Altri invece lo considerano come l’insieme dei rapporti che risultano dal viaggio e dal soggiorno di persone non residenti in un luogo, purché non si insedino in maniera permanente e non svolgano attività di tipo lucrativo durante la loro permanenza.
Nel suo significato economico per t. si intende il trasferimento di risorse da un luogo a un altro, veicolato dallo spostamento temporaneo di persone, al puro scopo di consumo.
Il termine tourist è comparso per la prima volta nella letteratura inglese, nel 19° sec., a indicare viaggiatori che soggiornavano momentaneamente fuori dal proprio luogo di residenza per scopi ricreativi o di conoscenza. Il passaggio al consumo di massa si ebbe in Europa a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, in seguito alla standardizzazione dell’offerta di t. e al cambiamento nella capacità di spesa e consumo del tempo libero degli individui.
L’offerta è composta dai beni turistici in senso stretto (alberghi, attrezzature di svago, impianti sportivi ecc.) e da alcune risorse che hanno un rapporto indiretto con il t., come i trasporti, l’ambiente o il patrimonio artistico e culturale di una determinata località. Dal lato della domanda, gli elementi che contribuiscono alla crescita del t. sono l’aumento di benessere a cui si associa una maggiore capacità di spesa per i consumi e, come accennato sopra, la maggiore disponibilità di tempo libero. La spesa per t. è aumentata negli ultimi 50 anni in tutti i Paesi economicamente avanzati, anche se in alcune zone l’eccessiva standardizzazione dell’offerta e la competizione delle grandi aree urbane attrezzate con servizi per il tempo libero hanno ridotto i margini di guadagno delle strutture turistiche. Nonostante ciò, il t. ha comunque assunto in alcuni Paesi, tra cui l’Italia, una valenza strategica per portata economica. In questo Paese il flusso di turisti in arrivo dal 2008 al 2010 è aumentato di circa l’1%, mentre il guadagno totale in miliardi di euro (per il t. estero) è leggermente diminuito, passando da 31,1 nel 2008 a 29,3 nel 2010. Per quanto riguarda la stima della quota attribuibile al t. sulla formazione del PIL, l’ISTAT la valuta, per il 2010, al 6%, o al 10,9% se si include il valore aggiunto che deriva dai servizi turistici per i viaggi d’affari, i fitti imputati delle seconde case dei residenti per il periodo di utilizzo, e altri aggiustamenti.