turistificio
s. m. (iron.) Fabbrica di turisti.
• Un destino che si paga col sentirsi il terreno di un’alternanza di successi e insuccessi, di aver dovuto rinunciare per tanti anni di essere città dei piaceri, come nelle parole di Vittorio Messori, città del cioccolato e della birra, sede della scienza triste di Cesare Lombroso, città fatalmente prediletta da Nietzsche, sede del più grande ricovero del mondo, una città «disturbata» dal suo essere stata capitale, città tornata oggi ad essere luogo di cultura non senza il rischio di cedere al farsi turistificio. Certo che in cento anni di strada e di giravolte Torino ne ha fatte e chissà quante ne farà ancora. (Oddone Camerana, Stampa, 6 luglio 2011, p. 33, Società e Cultura) • il dubbio ha diviso ieri il Consiglio dei ministri. Fino alla decisione: il «piano casa» del Veneto, salvo ritocchi, va impugnato. Perché rischierebbe, tra l’altro, di ridurre definitivamente la città serenissima a un «turistificio». (Gian Antonio Stella, Corriere della sera, 25 gennaio 2014, p. 1, Prima pagina) • Cosa serve per fare rete nell’offerta archeologica campana? «Per rafforzare il sistema archeologico servono qualità delle proposte scientifiche, coordinamento tra siti, dialogo con gli enti locali e con le imprese e gli operatori dell’accoglienza. Anche un caffè, la pizza, il sorriso di un negoziante, la qualità e la gentilezza di un ristoratore non sono altro ma fanno parte dell’esperienza culturale e di questo bisogna prendere coscienza: non devono essere i nostri uffici a diventare un turistificio ma il sistema turistico ad assumere le connotazioni culturali che sono proprie di un Paese come l’Italia» (Francesco Sirano intervistato da A. Fe., Repubblica, 7 gennaio 2018, Napoli, p. V).
- Derivato dal s. m. e f. turista con l’aggiunta del suffisso -ificio.
- Già attestato nella Stampa del 31 maggio 1993, p. 17, Spettacoli (Lietta Tornabuoni).